Estratto dell'articolo di Francesca Schianchi per "la Stampa"
bossi
[…] Fa il suo ingresso in sedia a rotelle Umberto Bossi, ha voluto esserci - pochette e cravatta verde, dono di Bonaiuti, lo scomparso portavoce di Berlusconi - «Draghi è un nome che può uscire alla fine», mormora tra un saluto e l'altro, i leghisti in processione a cominciare da Giancarlo Giorgetti - «c'è un giovane cronista che vuole farle una domanda» - ma anche Pier Luigi Bersani, due decani del Parlamento all'ennesimo giro di valzer del Quirinale.
Accanto a una finestra conversano il sottosegretario del Carroccio Nicola Molteni e la compagna di partito Barbara Saltamartini. Lui pare sia il nome indicato da Salvini per ricoprire l'incarico di ministro dell'Interno in un futuro nuovo governo: «Non se ne parla nemmeno, ve lo garantisco», sbotta il collega dem Enrico Borghi nel capannello affianco, rigorosamente Pd, ché sembra di tornare finalmente a scuola dopo anni di Dad e fatalmente ti metti vicino di banco agli amici di sempre.
umberto bossi a roma vota per il quirinale
Alla buvette Roberto Calderoli sorseggia uno spritz - «ma lo fanno più buono al Senato» -, glissa sul voto («finiamo giovedì? L'unica cosa che so è che giovedì gnocchi») piuttosto dà consigli di cinema: «Ho visto Ariaferma, bellissimo». Parla di carceri, ha provato a farlo vedere a Salvini? «Per ora l'ho fatto vedere a mio figlio». […]
«Io so che se devo votare Draghi piuttosto mi taglio il braccio», non usa giri di parole Claudio Borghi, uno dei capofila delle critiche al governo su Green Pass e politiche antipandemia. «Voterei Draghi? Bisognerebbe capire cosa pensa di fare con il governo se eleggiamo un altro», si lascia sfuggire Luca Zaia. […] Arriva uno dei quirinabili, Pierferdinando Casini, tra i primi a votare perché la rigida scansione di chiame prevede per primi i senatori, accorrono i commessi a tenerlo al riparo dalla curiosità dei giornalisti - «per favore un profilo basso», sussurra lui, consapevole che quanto meno si fa notare e più si gioca la sua partita.
umberto bossi
[…] Un gruppo di parlamentari di Italia Viva si esibisce in grandi sorrisi per una foto insieme a Renzi lì a due passi dall'Aula, mentre lui si compiace delle domande dei giornalisti - «noi non contiamo nulla, non chiedete a noi» - e dà vita a una scenetta con il fedelissimo Francesco Bonifazi, «ti sei vestito tutto di marrone, oggi la Boschi chiedeva se stai andando a caccia», poi toglie la spilletta di Forza Italia a un collega berlusconiano e la mette sul bavero dell'amico: «Ho letto sui giornali che hai risposto a una chiamata di Berlusconi e neanche me lo avevi detto». […]
AL VOTO CON L'AMBULANZA NELLA TONNARA DEI 1.008 ELETTORI
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"
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umberto bossi vota per il presidente della repubblica 3
Le voci dei retroscenisti: «Di Maio sta incontrando di nascosto Letta». «Ma Letta zio o Letta nipote?».
«Salvini ha telefonato pure a Conte, renditi conto». «La notizia è che si è aperto un asse Salvini-Letta-Conte: adesso avverto il giornale». Poi ecco un gruppone di grillini che risale via degli Uffici del Vicario. Sguardi sui sampietrini, pensieri grigi. «Ma se Draghi finisse davvero al Quirinale e a Palazzo Chigi venisse poi giù tutto? Ragazzi: noi, con le elezioni anticipate, andiamo tutti a casa. Vi è chiaro, sì?».
pier ferdinando casini maria elisabetta alberti casellati
Daniela Santanchè se li vede sfilare davanti. È seduta a un tavolino di Giolitti (l'ingresso contingentato nell'emiciclo di 50 votanti per volta, ha trasformato bar e ristoranti in un'appendice del Transatlantico: chi aspetta di entrare, chi ha già votato ed esce). Ironia abrasiva, il volto liscio come una porcellana di Capodimonte, la Pitonessa (cit. Giuliano Ferrara) negli anni dorati del berlusconismo ha visto cose che noi umani non possiamo immaginare. Ora è con Fratelli d'Italia. Non parla mai tanto per parlare. «Vuol sapere chi finirà su al Colle?». Il suo dito indice è teso in direzione di Palazzo Chigi. «Ma non mi attribuisca un quarto di sospiro, che la vengo a cercare» (gli è rimasta questa voce simpaticamente aggressiva).
pier ferdinando casini
Check point. Controlli severi. Intanto dall'hotel Nazionale escono quelli di Coraggio Italia (Romani, Brugnaro, Quagliariello: Toti inspiegabilmente di buon umore). C'è una bolgia diffusa. Un cronista tedesco si avvicina a una signora con i capelli rossi: «Tu crante elettrice?». «No, io Squadra Mobile». Sul cellulare entra il WhatsApp di una fonte: «Appena sei dentro, vai nel cortiletto: c'è una bella scena».
A sinistra, all'angolo: una dozzina di leghisti è intorno a Umberto Bossi, seduto sulla sedia a rotelle. «Il nome del Presidente può uscire alla fine», profetizza l'anziano capo. Lo coccolano. Lui si accende il sigaro. Si china a salutarlo Pier Luigi Bersani. Poi arriva il potente Giancarlo Giorgetti. «L'Umberto è stato davvero un grande». A suo modo, sì. «Lui era capace di superbi colpi politici a sorpresa...».
UN GIOVANE PIER FERDINANDO CASINI
Ecco, appunto, ministro: in questo voto quirinalizio dobbiamo aspettarci qualche sorpresa, oppure tutto si spiana e Draghi... «Beh - risponde con aria allusiva - Salvini c'è andato a parlare, no? Gli avrà dato una qualche indicazione, io credo».
Sulla Moleskine comincia ad esserci più di un indizio. Adesso sarebbe il momento di salire le scalette, ed entrare in Transatlantico. Ma la scena è: una tonnara spaventosa. Potenziale cluster. Si resta in bilico sulla porta. Appunti: Francesco Bonifazi (Italia viva) in doppiopetto, scarpe con nappine ma senza barboncini (vietati dal regolamento); Renzo Piano con una orribile giacca verde; Alfonso Bonafede ancora vestito da Guardasigilli, con il panciotto; un mazzo di tulipani bianchi per Maria Elena Boschi, nata il 24 gennaio del 1981;
PIERFERDINANDO CASINI E CLEMENTE MASTELLA
Monica Cirinnà furibonda: «Parliamo sempre di donne, di pari opportunità: ma poi riusciremo mai mandarne una al Quirinale?»; un grillino - di quelli svegli, di potere - chiede di restare anonimo, e soffia: «Draghi è Maradona. Però mentre Maradona stava simpatico ai compagni di squadra, lui con i capi dei partiti, tranne pochissime eccezioni, parla a monosillabi, è sbrigativo, scostante. Io dico che alla fine decideranno di mandare lui, al Colle: ma molti dovranno ingoiare un sasso»; monito di Walter Verini (Pd): «Ricordo ai miei colleghi che gli italiani ci stanno guardando».
boschi
Vittorio Sgarbi torna sul compleanno della Boschi e racconta a tutti la telefonata con cui Berlusconi ha cercato di convincerla a votarlo (passaggi sublimi); a proposito del Cavaliere: ecco Licia Ronzulli, la portavoce (fredda come un'agente del Kgb); e Adriano Galliani. Comincia a rigirare forte un'ipotesi vecchia di almeno due giorni: con Draghi al Quirinale, la donna che potrebbe diventare premier è Elisabetta Belloni. Si volta Augusto Minzolini, attuale direttore del Giornale , ma che - essendo cronista nell'animo - è sceso a caccia di notizie avvolto in un strepitoso cappotto di cammello: «Scusa, ho capito bene? Un banchiere al Quirinale e il capo dei servizi segreti a Palazzo Chigi? No, dico: ti pare normale?».
Il leghista Roberto Calderoli: «Siamo una democrazia, ecchecavolo!». Clima friccicarello. A passo di carica entra Matteo Salvini, molla il cinque a Minzolini, e fila a votare. Matteo Renzi, al solito piacionesco, racconta e disegna scenari, e alla fine segnala che il boccino, comunque, è proprio nelle mani del Capitano. Luigi Di Maio, intanto, viene avanti con una coda di grillini che, adoranti, gli fanno ala, tra mezzi inchini e smorfie stucchevoli - «Giggino di qua, Giggino di là» - e lui che annuisce, blandisce, la gestualità di certi formidabili democristiani meridionali degli anni Ottanta.
MARIA ELENA BOSCHI DURANTE LA VOTAZIONE PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Ecco, tra l'altro: e Pier Ferdinando Casini? In un abito gessato blu elettrico, con il passo solenne del candidato al Quirinale, ha sorriso e stretto mani, riuscendo a non dire mezza frase di senso compiuto (in queste ore è più facile intervistare una giraffa). Nel frattempo: si fuma ovunque, molti parlamentari con le mascherine abbassate. Un retroscenista urla nel cellulare al suo direttore: «La novità, stasera, è questa: Draghi ha aperto le consultazioni. Ha visto Salvini, poi ha sentito Letta e Conte. Qualcosa si muove». Va bene: comunque bisogna ancora aspettare. Concluso il primo scrutinio: 672 schede bianche (4 voti per Bruno Vespa, 3 a Claudio Lotito, 2 ad Alberto Angela).
augusto minzolini
umberto bossi vota per il presidente della repubblica 2 bossi umberto bossi vota per il presidente della repubblica 1 umberto bossi e matteo salvini bossi umberto bossi con pier luigi bersani