MARIO SCONCERTI per il Corriere della Sera
dinamo kiev juve morata
Un risultato ottimo a Kiev in fondo a una partita senza molti colori. Con il ritorno dei titolari è tornata anche qualcosa della vecchia Juve, ma è rimasto quel po' di approssimazione che si sente da inizio stagione. Pirlo è stato comunque chiaro, ha giocato con diversi schemi e tutti sempre offensivi.
Si è vista una Juve che ha dominato la partita, ma come una giornata di autunno piena di piccola pioggia che porta un disagio ancora fuori stagione. È stato un successo maturato quasi di dovere, la Dinamo non aveva il tiro in porta nemmeno come pensiero, una gioventù in campo che era solo una dote modesta.
Credo che l'idea di Lucescu fosse far passare il tempo senza danno e provare a vincere nell'ultimo quarto d'ora. Non poteva riuscirci. La differenza era troppa. Si è vista a tratti una buona Juve, per un tempo Ramsey è stato il migliore e Morata ha segnato quasi a ogni pallone giocato. Nel complesso una Juve più squadra, con personalità, ma ancora dolorante, un po' estranea.
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Un passo avanti, ma non so per cosa, se c'è una destinazione. In fondo ha deciso uno spunto di Chiesa sulla sinistra. Molte altre volte Chiesa ha sbagliato giocata. Non ha le risorse tecniche di Douglas Costa né l'arte di Dybala, è un confusionario di classe che però regala due-tre cose decisive a partita. Se è poco o molto dipende dai momenti, non ci sarà mai un giudizio completo. Rispetto a un anno fa sta diventando importante la classe di Rabiot in un centrocampo di mediani.
haaland 2
È tornato Dybala, è piaciuto Ramsey, scomparso nel secondo tempo come tutto l'attacco. Però la Juve non ha subito niente, nemmeno una mischia parrocchiale. Quando la modestia degli avversari sembra tanta, vuol dire che c'è una bravura intrinseca degli altri.
Non è una promessa, è un passo avanti, un buon risultato, tutto qui. Vince bene la Lazio, la Champions trasforma. Partita completa, giocata e pensata nella giusta maniera. Molto bravo Immobile, ma rapisce lo sguardo Haaland, centravanti splendido, quasi impensabile per età e velocità, facilità di calciare. È l'unica fessura del Dortmund in una partita trascorsa a subire la Lazio.
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