1. NON È STATO UN AFFARE SVENDERE SALAH PER 42 MILIONI
Gianni Mura per La Repubblica
DI FRANCESCO
Salah in questo Liverpool conta come Messi nel Barça, forse di più. Era della Roma, che l' ha venduto, quasi svenduto (42 milioni di euro).
Doppio affare del Liverpool, che per quattro volte tanto ha ceduto Coutinho al Barcellona.
Nessun affare per la Roma, e purtroppo quasi nessuna speranza in vista del ritorno.
Come col Barça, servirà un 3-0.
La difesa del Liverpool, non eccezionale, tre gol può anche beccarli. Il problema per Di Francesco è come chiudere la porta al suo attacco. Dopo un' ora, 4-0 per il Liverpool, Salah due gol e due assist. Il guaio della Roma non era solo nell' avere contro Salah, che conosce bene i punti deboli della squadra, ma di non avere in rosa un difensore in grado di arginarlo.
SALAH
L' illusione che reggesse un abbozzo di gabbia, in fin dei conti con Messi aveva funzionato, è durata poco più di mezzora. Se poi uno dei delegati a oscurare Salah si chiama Juan Jesus, il resto (un disastro) è facilmente immaginabile.
La Roma, intesa come squadra, si fa vedere per una ventina di minuti e al 18' Kolarov centra la traversa con uno dei suoi tiracci da fuori. Sembra la garanzia di una partita equilibrata, ma è solo un lampo nel buio che arriverà presto. Il Liverpool gioca su ritmi che la Roma patisce molto. Di qua un' apprensione che diventa insicurezza che diventa smarrimento ed errori (evitabili e dunque gravi) che facilitano il compito dei rossi: Salah è scatenato, Milner e Firmino non scherzano, Alisson fa quello che può ma davanti a lui si aprono praterie.
SALAH
Maldestramente la Roma scopre i fianchi ad azioni in contropiede, Mané la grazia ma non può esimersi dal 3-0 (forse Salah scatta in fuorigioco). È una Roma troppo sgangherata per essere vera. Di Francesco la ridisegna con Schick per Ünder, Gonalons per De Rossi, Perotti per Juan Jesus.
Non va benissimo ma leggermente meglio, perché il Liverpool comincia a sentire la stanchezza e perché Klopp richiama in panca Salah, che il suo l' ha fatto in abbondanza.
Ed ecco il finale a sorpresa, quando già molti tifosi romanisti evocavano l' 1-7 di Manchester: la squadra ha un sussulto d' orgoglio e negli ultimi 10' assedia l' area di Karius. Ed è molto davvero, due gol, quello che spreme in questo spazio.
liverpool roma dzeko
Segno che il carattere, prima o poi, sa tirarlo fuori. Segno che il Liverpool sa attaccare, tanto più quando riceve omaggi dagli avversari, ma non dispone di una gran difesa. Qui stanno le poche speranze della Roma per il ritorno: quante volte si ripetono i miracoli? La pagina più nera di una grande Champions è alle spalle. Adesso, guardare avanti senza pensare a Salah, altrimenti la testa comincia a girare.
2. QUALIFICAZIONE APERTA DUE SQUADRE NATE PER FARSI MOLTI GOL
Mario Sconcerti per Corriere della Sera
liverpool roma firmino
In teoria è un pessimo risultato questo di Liverpool, ma nessuno si azzarderà a dirlo perché lascia comunque tutto nel solco aperto dal Barcellona. In realtà Roma e Liverpool sono fatte per segnarsi molti gol, hanno cattive difese e ancor meno pensiero difensivo. È ottimistico ma abbastanza vero che la qualificazione è ancora aperta. C' è comunque su tutto il peso di un giocatore diverso, Salah, molto vicino ormai al livello di Messi e Ronaldo per gioco, gol e personalità.
klopp
Non è un caso che la qualificazione si sia riaperta nel quarto d' ora finale in cui Klopp ha mandato sotto gli applausi Salah togliendolo dal campo. È stata a lungo una Roma qualunque, sovrastata dalla forza fisica degli avversari, letteralmente spinta lontano dal pallone. Klopp non ha cominciato subito l' assalto, ha aspettato si spegnesse il primo palleggio della Roma, poi ha cominciato una pressione totale su chiunque.
scontri tifosi liverpool roma 11
Ma è stata una prodezza di Salah fuori da qualunque schema a tagliare la partita. Per molto tempo è stata una lezione di calcio molto difficile da vedere. Klopp gioca solo in verticale e si disinteressa del possesso palla, cioè fa quello che non fa più nessuno. Spesso i centrocampisti della Roma sono apparsi in difficoltà quasi «culturale», disabituati alla mancanza di pensiero degli inglesi, a un avversario dedito solo all' azione.
Quello che l' ha tenuta alla fine in partita è stata la convinzione del Liverpool di aver già passato il turno maturata a quindici-venti minuti dalla fine, tanto da far uscire Salah; più la qualità di avere uomini come Dzeko, a volte Perotti, Nainggolan, Kolarov, che prescindono dall' avversario e costruiscono da soli con cinque passaggi lo schema che serve.
liverpool roma alisson
Non so che piega prenderà adesso l' attesa del ritorno. Klopp alla fine era preoccupato, la gente anche, i romanisti festeggiavano. Tutto per un 5-2. C' è qualcosa di esagerato che i pochi equilibri del calcio europeo giustificano. Si sono viste disfatte e rimonte dovunque, dal Barcellona al Real, dalla Juve al Salisburgo.
Più che in un altro miracolo fossi la Roma punterei sulla disabitudine a difendersi del Liverpool, bravo a recuperare palla sulla corsa, fuori posto quando difende in area. Ma cercherei anche di pensare a come evitare la necessità di miracoli, a prendere meno gol e cominciare a reggere la partita fin all' andata.
liverpool roma manè
C' è nella Roma una differenza abissale tra quello che dà e quello che si porta via da sola. Prendere una volta tanti gol e segnarne tanti la volta dopo, se diventa una strada abituale, alla lunga fa solo mezza squadra.