Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
max allegri
Forse siamo stati tutti ingiusti sia con Allegri che con Inzaghi. O meglio, se era corretto criticarli nella prima parte della stagione, oggi dovrebbero essere esaltati per come hanno saputo rimettere in piedi la situazione. La Juve ha vinto tutte le ultime sei partite, senza subire gol. L'Inter ne ha perse solo una su sette, in casa della Juve, dove può anche capitare.
Hanno entrambe trovato nuove disponibilità di gioco, nuove soluzioni, nuovi giocatori. La Juve ha trovato addirittura uno spirito di squadra che non aveva dai tempi del primo Allegri. È più povera, più umile, Fagioli ha dato qualità, Kean ha trovato gol impensabili, ma non è lì la svolta. Nemmeno nella nuova qualità di Rabiot, che è diventata tanta. La svolta è a livello di personalità, di fiducia complessiva.
SIMONE INZAGHI
La Juve ha accettato di discutersi, è tornata «allenabile», disponibile. È come si fosse trovata improvvisamente sola e non l'abbia accettato. Ora è entrata in campo. Non gioca benissimo, ma davanti ai risultati questo diventa quasi una didascalia. Oggi scatta, pressa molto, è perfino moderna nel modo di interpretare le sue antiche abitudini di gioco. L'Inter gioca meglio, a tratti è tornata spettacolare, ma è difficile anche qui pensare l'abbia cambiata solo l'assenza di Brozovic. Peraltro continua a prendere tanti gol. Ma c'è una ricerca di gioco in più, un concetto di superiorità che sembra rendere tutti divertiti e divertenti.
stefano pioli
Anche qui è mentalità, non un cambio di gestione dell'allenatore. Oltre all'eccezionalità di Dzeko e al nuovo piacere di Calhanoglu. Il Milan si prende quello che cercava, resta nella lunga scia del Napoli anche se è meno brillante. È stato a lungo limitato dal palleggio della Fiorentina, Leao si è tolto dalle spalle un po' di tristezza, è stato quasi sempre incolmabile. Tutta questa piccola bellezza servirà comunque a poco se il Napoli tornerà in campo a gennaio con la stessa facilità di gioco mostrata fino a oggi.
La differenza è stata impressionante. Penso lo resterà, ma siamo davanti a qualcosa di sconosciuto, due campionati a parte, eventi come isolati da loro stessi. Può succedere di tutto. Nessuno è in grado di capire in anticipo una strada mai vista. Le partite di Milan, Juve e Inter non servivano oggi per inseguire, ma per rimanere a galla. Alla fine ci sono riuscite tutte e tre. Si va in vacanza con la sensazione che il campionato, nelle sue diversità, sia diventato più stabile.