Mario Sconcerti per corriere.it
inter shakhtar dzeko
L’Inter passa, il Milan no. Nessuna delle squadre italiane è in testa al suo girone alla vigilia dell’ultima giornata, ma tutte sono di nuovo in corsa per passare il turno. Anche se questo significa che i prossimi avversari andranno cercati quasi certamente tra Liverpool, Chelsea, United, City, Real, Bayern, Ajax e forse Lille.
Pochi spazi. Ha giocato bene l’Inter per molti minuti. Lo Shakhtar è una squadra di buoni giocatori ordinati e ingenui, pericolosi in teoria, in pratica non tirano in porta, hanno segnato in Europa un gol e ne hanno presi 11. È sembrata sempre una partita tra professionisti e giovani studenti velleitari, con una concezione dell’importanza del calcio troppo diversa.
messias
L’Inter è cresciuta, è giusto festeggiare il ritorno agli ottavi dopo dieci anni, ma è corretto anche dire che il girone era debole. Resta negli occhi un primo tempo con almeno cinque occasioni da gol buttate via, ma costruite benissimo. Lo Shakhtar pretende di fare calcio anche nell’area piccola, gli errori si sono moltiplicati insieme alla buona serata interista, poteva finire con punteggio lunare, come garbato e lunare è sembrato a tratti il gioco ucraino.
messias
La notizia arriva però dal Milan che riapre meritatamente la sua strada. Il risultato si è composto lentamente nel secondo tempo anche grazie a quattro cambi insieme. Pioli ha cercato fantasia ed ha aggiunto soprattutto Messias. È stato il colpo giusto. Ha dominato a lungo il Milan tirando poco in porta, ma contro un avversario che non ha tirato mai. C’è stata spesso confusione, poi con la fatica, con i cambi, è venuta fuori la linearità del Milan, direi anche la sua qualità.
L’Atletico è una squadra aspra, ma senza più attacco. Né Suarez né Griezmann sono forse più da questi livelli. Così quello che sembrava perso, è riapparso improvvisamente. Si dovrebbe parlare di una partita chiusa, incompleta, un po’ confusa, ma sarebbero piccole questioni tecniche che lederebbero inutilmente la maestà che il Milan si è meritato a Madrid. È un risultato che allarga il Milan e porta in squadra giocatori ancora quasi mai visti, a conferma di una costruzione studiata a lungo pezzo su pezzo. Difficile capire come andrà a finire, gli incroci restano tutti pericolosi, ma almeno si potrà dire che il Milan per una volta ha giocato a calcio come sa anche in Europa.
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