1. IL FUORICLASSE E IL CARATTERE
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Gianni Mura per “la Repubblica”
Dopo un finale che vede l’Inter (in 10) colpire due pali nel giro di un minuto, il Napoli vince e la supera in testa alla classifica.
Al di là del risultato, di un grazie a Higuain e a Reina, che devia sul palo l’ultimo tiro di Miranda, Sarri ha più motivi di preoccuparsi rispetto a Mancini, cui è mancato davvero un pelo, o un pizzico di fortuna, per tornare a casa con un risultato positivo. Il Napoli è la quarta squadra che si piazza in testa, e questo dice che sarà un campionato molto tirato.
Lo si sapeva già, se n’è avuta conferma al San Paolo dove il Napoli ha vissuto un finale di puro panico, incapace di congelare il gioco, quasi rassegnato al peggio. C’è ancora un sacco di partite da giocare, ma se ieri era un esame di maturità l’Inter (come collettivo ispirato da Ljajic) l’ha superato, e il Napoli no.
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Dopo una partita del genere, sarebbe più giusto scrivere Higuain 2 Inter 1. Non solo e non tanto per i gol, pure fondamentali. Ma perché è stato il più pratico, il più realista, il più incisivo in una squadra meno bella di altre volte, incline a pericolose distrazioni dei difensori (ben tre nei primi 10’). Ma a quel punto Higuain aveva già colpito, senza neanche aspettare un assist. Fa tutto da solo e bene. Nell’azione, un tocco di braccio di Callejon.
Mancini aveva impostato l’Inter per bloccare le iniziative di Allan e Jorginho, marcati a uomo o quasi. Il gol di Higuain dopo 1’ sembra scombinargli i piani, ma l’atteggiamento della squadra non cambia.
Difende la sconfitta, o meglio il fatto di restare in partita.
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L’espulsione di Nagatomo, eccessiva forse ma molto ingenuo lui, sembra un’altra tegola, ma il Napoli non fa nulla per sfruttare la superiorità numerica, anzi sembra appisolarsi. Alcuni dei suoi (Insigne e Callejon) hanno vissuto serate migliori. Così deve pensarci ancora Higuain.
Raccoglie una respinta di testa alla cieca di Albiol, s’invola nella stretta di Miranda e Murillo e mette dentro in diagonale: tanto di cappello.
Da pochi secondi Mancini ha tolto Guarin per Biabiany.
Adesso vuole giocarsela. Il bis di Higuain dovrebbe ammosciare l’Inter e lanciare il Napoli su piste più sicure.
Macché: segna Ljajic e da quel momento per il Napoli tutto si complica. Per temperamento, è la migliore Inter della stagione. Nessuno, con un uomo in meno, aveva impegnato il Napoli al San Paolo con tanto accanimento.
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2. IL NAPOLI HA DIMOSTRATO DI ESSERE PIÙ FORTE MA L’INTER C’È, ECCOME...
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Il Napoli si chiede adesso cosa debba ancora al campionato. Ha battuto Inter, Juve, Lazio, Milan, Fiorentina, ha fatto 22 punti nelle ultime 8 partite, ha un attaccante che ha 0.85 di media gol, più del miglior Van Basten. Sembra quasi che la stagione le stia stretta, che abbia qualcosa in più non distinguibile nemmeno con la miglior classifica. C’è nel Napoli una freschezza diversa, come un magnetismo che lascia ad Higuain la sua bobina. Il resto è dolcemente normale, disposto a fare da cornice.
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Il Napoli è la migliore del campionato, a questo punto della strada è chiaro, ma la sua possibilità di migliorare sembra proporzionale a quella degli avversari. In conclusione, non ho visto una grande partita. Ho visto una squadra forte contro un’altra che ha una sua forza. Ho visto tre tiri in porta che sono stati tre gol, non altre occasione, non altre parate. C’è stata una chiusura tattica del Napoli quasi perfetta, ma non lo spettacolo che la partita meritava.
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Ha condizionato il gol dopo due minuti, ha fatto la differenza Higuain da solo, è stato confermato che il Napoli è da scudetto, ma anche che l’Inter rappresenta la parte fisica del campionato e che può stare lì fino alla fine.
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Ho visto squadre ben allenate, ben preparate, studiate fino ai dettagli, ma un po’ soffocate dall’importanza del risultato, sbloccata nel finale dalla paura del Napoli e il grosso ritorno dell’Inter. In sostanza, poche occasioni ma tutte molto emotive. Il Napoli ha vinto giustamente, ma mi aspettavo una dimostrazione di superiorità diversa. Mi è sembrato invece abbia sofferto troppo per quel che ha prodotto, per quella che era la sua superiorità naturale.
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La partita è stata davvero bella negli ultimi 20’ quando non c’era più controllo mentale e ognuno andava secondo istinto. Finché hanno vinto i moduli, gli schemi, le necessità, c’è stato buon calcio accennato, quasi mai realizzato. Solo Higuain, che comunque gioca nel Napoli e giustifica la differenza.
MANCINI
Ora il campionato ha il suo riferimento, chi vuole vincere deve pensare al Napoli ed è un pensiero molto difficoltoso. Ma anche l’Inter non esce distrutta, anzi. Ha avuto inferiorità e molta sfortuna, la chiarezza di non avere un squadra esatta, ma di essere sempre competitiva. Peggio non poteva andargli, un gol e un’espulsione subito. Finisce con il rimpianto di due pali decisivi. Se il Napoli è meritatamente primo, l’Inter, forse per la prima volta, è correttamente un po’ piena di sé.
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