Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
GIAN PIERO VENTURA
A me sembra che sulla Nazionale stiamo scambiando la causa con l' effetto. È vero, il rischio finale è che si possa uscire dai Mondiali, anche se personalmente proprio non lo penso.
Averci è un affare anche per chi organizza il Mondiale. Ma la malattia che ci tiene in bilico non è Ventura, è l' assenza di giocatori competitivi. È ormai così tanto il tempo passato senza una cura che ci siamo abituati a non distinguere la qualità, vediamo bravissimi giocatori che sono solo normali. E li paghiamo subito come campioni. Così il danno è doppio.
Un esempio per tutti è Verratti. Non è più un ragazzo, ma gioca ancora da promessa. Non migliora, ha meno entusiasmo, non cancella i piccoli difetti di quando aveva 20 anni, che adesso, con il tempo, sono diventati limiti, deve pensare rapidamente e invece continua a guardarsi giocare.
ventura
Verratti è un caso conclamato, ma ci sono molti altri giovani che si perdono appena sei sicuro di averli trovati. È strana questa lunga epidemia di ovvietà nei nostri ragazzi, è strano anche non trovarci dentro un cuore che assecondi il talento. Mi sembrava si fosse andati oltre con le ultime generazioni, che qualcosa stesse cambiando. Non è stato esattamente così.
Forse è ancora solo presto, ma nel frattempo è diventato tardi per le vecchie generazioni. Gli ultimi buoni hanno finito per invecchiare. Siamo in una zona vuota, senza più un presente. Una situazione davvero senza precedenti.
In tutto questo Ventura c' entra poco. È un combattente elastico con sulle spalle una montagna sproporzionata, ha più astuzie che idee, ma ha anche preso il movimento più fragile della nostra storia. Il punto è capire perché stiamo impallidendo ormai da anni. Cos' è cambiato, cosa ci ferma.
VENTURA TAVECCHIO 1
Quanto il problema è nostro e quanto è di tutti. Quanto appartiene al calcio e quanto al Paese, alle nostre nuove abitudini. Siamo una grande industria in difficoltà, senza risultati tutti perderanno molti soldi. È l' ora di parlarne a lungo e far scattare un' emergenza, idee serie e diverse portate anche da gente fuori dal calcio. È più importante questo della partita di stasera contro Israele. Quella passa comunque.
ITALIA NON PUOI PIÙ SBAGLIARE
Alessandro Bocci per il Corriere della Sera
Ripartire subito.
GIAN PIERO VENTURA
Contro Israele bisogna dimenticare la debacle spagnola e blindare il playoff perché restare fuori dal Mondiale russo «sarebbe l' apocalisse», si sfoga Carlo Tavecchio dopo il Consiglio Federale e prima di ribadire la scontata fiducia all' allenatore a cui ha appena prolungato il contratto sino al 2020. «Vada avanti come ritiene opportuno», parole ripetute allo stesso Ventura nel corso di una telefonata ieri mattina.
«Se poi dovessimo fallire la qualificazione, faremo ciò che è necessario per tutelare gli interessi della Federcalcio, valutando le cose tutti insieme», racconta. In altre parole se non stacchiamo il biglietto per Mosca sarebbe lo stesso c.t. a fare un passo indietro. In questo senso c' è un accordo tra le parti.
VERRATTI
Ma nessuno ci vuole pensare adesso. Tantomeno il tecnico: «Non prendo neppure in considerazione l' idea di non andare al Mondiale. Ha ragione Tavecchio: sarebbe talmente grave che rimetterebbe tutto in discussione. Magari al posto del presidente il termine apocalisse lo avrei usato per altre cose...». E nell' intervista a RaiSport aggiunge «perché è enorme».
È un Ventura dimesso quello che si presenta nella sala stampa dello stadio Tricolore. Dentro cova il fuoco della rabbia, le parole invece sono morbide: «Vogliamo riprendere il discorso interrotto al Bernabeu.
Abbiamo avuto una serata non facile e ne prendiamo atto. Le critiche fanno parte di un gioco a cui non è sfuggito nessun c.t. ma se sono costruttive possono anche servire». Ripensando alla Spagna c' è spazio per l' autocritica: «Quando si perde puoi fare sempre qualcosa di meglio. Forse il 4-2-4 è più utile nel momento in cui si può condurre il gioco, ma anche se avessi fatto qualcosa di diverso non sarebbe cambiato niente. Magari avremmo perso 1-0. Volevo vedere a che punto siamo».
GIAN PIERO VENTURA
Ora serve un pronto riscatto perché Israele «è un' occasione da non lasciarsi sfuggire. Se vinciamo possiamo già chiudere il discorso» a patto che l' Albania stasera perda in Macedonia. Però bobbiamo superare lo shock del Bernabeu. C' è bisogno di un' Italia diversa. La vistosa inferiorità numerica in mezzo al campo è stata la prima fonte di guai nella balorda serata contro i rossi di Spagna ma non l' unica: la difesa non è stata protetta, Belotti e Immobile per troppi minuti sono rimasti isolati e Insigne si è dovuto preoccupare più di inseguire gli spagnoli che provare ad attaccare lo spazio. Tanto che ieri Antonio, uno dei fratelli di Lorenzo, attraverso Facebook ha attaccato a testa bassa: «Ma come fa a giocare bene se è costretto a fare il terzino? La tua Nazionale è il Napoli di Sarri».
VENTURA TAVECCHIO
Ventura non ha gradito. Ma non è il momento di innescare polemiche. L' allenatore è concentrato sulla partita e insiste sul 4-2-4 con i soliti protagonisti. I cambi, due, sono dettati dalla necessità: Conti giocherà al posto dell' infortunato Spinazzola con Darmian traslocato sulla corsia sinistra e Astori (favorito su Rugani) sembra destinato a rimpiazzare lo squalificato Bonucci a fianco di Barzagli. Confermati Verratti e De Rossi in mezzo al campo e i quattro tenori davanti.
VENTURA
Agli spareggi ci siamo andati una volta sola nel '97 contro la Russia. E soltanto nel '58 abbiamo mancato l' appuntamento con il Mondiale. Ventura incrocia le dita. Tavecchio, invece, intende nel futuro cambiare i regolamenti: «Ho parlato con Infantino e con Ceferin (presidenti Fifa e Uefa) per quanto riguarda il sistema di qualificazione. Non è possibile non tenere conto del palmarès di Nazionali come la nostra. Si va contro la storia».
VENTURA BUFFON
tavecchio conte