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    “L'INTER A QUESTI LIVELLI HA POCHI AVVERSARI” - SCONCERTI IN LODE DEI NERAZZURRI IN FINALE DI EUROPA LEAGUE: “È UNA GRANDE SQUADRA ACERBA, PUÒ MIGLIORARE NELLA QUALITÀ DEI SINGOLI, NELL'INTERPRETAZIONE DELLE GARE, MA È DIVENTATA VINCENTE. GIOCA UN CALCIO SEMPLICE CHE VA OLTRE IL 3-5-2, È DIFFICILE METTERLA IN DIFFICOLTÀ ED È INEVITABILE SUBIRE I SUOI GOL. RENDE PICCOLI I NEMICI. POI SI MOLTIPLICA E LI STENDE”


     
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    Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

     

    INTER SHAKHTAR INTER SHAKHTAR

    L'Inter a questi livelli ha pochi avversari. È vicina ai semifinalisti di Champions, con più senso tattico e meno velocità. Certamente ha poco da spartire con gli avversari che le sono toccati in Germania. È cresciuta molto negli ultimi tre mesi ed è corretto dire che il nuovo inizio è cominciato in una zona oscura, nel momento in cui si è preso lo spazio Gagliardini. Questo ha rovesciato la parte offensiva dell'Inter perché le ha tolto il trequartista. Credo che Conte si sia accorto degli errori quando in inverno è entrato Eriksen.

     

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    Non era quello che voleva, ma non sapeva bene cosa volesse. Non una mezzala, non un trequartista puro. Lo ha trovato in un mediano mai troppo notato, il più indicato a prendersi le responsabilità degli altri. L'Inter ha rinunciato al fantasista dopo averlo cercato per un anno, non ha più un'ala, è un oggetto pieno di flessibilità ma con tendenza alla copertura più due attaccanti formidabili e uno spirito di squadra che ormai supplisce a ogni errore di principio. Non amo i teatri di Conte, la legna che porta da solo in mezzo alla sua strada, ma ha compiuto davvero un lavoro grosso.

     

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    Ha pensato e poi tradotto una squadra che non c'era. Ha avuto a disposizione più di 30 giocatori di valore internazionale, ma li ha disciplinati, inquadrati ognuno per ogni singola partita. Lo Shakhtar non è squadra proponibile per una buona squadra italiana. È accademia. Il calcio cerca la porta, lo Shakhtar mai. Né bisogna dare troppa importanza all'Europa League. È una manifestazione che è bello vincere ma non dà il segno di una forza superiore.

     

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    L'Inter però è oltre queste valutazioni. È una grande squadra acerba, può migliorare nella qualità dei singoli, nell'interpretazione delle gare, ma è diventata vincente. Gioca un calcio semplice che va oltre il 3-5-2, è difficile metterla in difficoltà ed è inevitabile subire i suoi gol. I limiti sono negli otto giocatori addetti al recupero palla, sono troppi, ma sono un inizio.

     

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    La prossima mossa sarà diminuirli o aumentarne la qualità. Questa è l'Inter di Lukaku-Lautaro esattamente come di Barella-Gagliardini. Nessun avversario riesce a fare buona figura contro l'Inter. Questo è il primo merito pratico: l'Inter rende piccoli i nemici. Poi si moltiplica e li stende. Resta l'ultimo passo. Il Siviglia in finale sarà un avversario corretto, veloce, tecnico, sapiente. Un finalista da Champions, la vera pietra di paragone.

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