CROAZIA
Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
La Croazia porta fino in fondo la sua sorpresa popolare.
L' Inghilterra è dominata dopo il gol iniziale, senza più un' idea e sfinita nella corsa. È un risultato che conferma e rilancia l' anima universale del calcio, il suo non aver rispetto di nessuna proporzione. La Croazia ha eliminato la Russia, 304 volte più grande di lei e ora l' Inghilterra, la nazione guida del calcio, i campi dove più potente scorre nell' erba il petrolio.
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È stata una partita meno brillante di Francia-Belgio, i giocatori più importanti stavolta erano a centrocampo. Modric e Rakitic hanno sbagliato molto perché sono sempre stati in mezzo al gioco, ma hanno guidato la gara con una regia superiore. Credo che la Croazia sia la foto reale di questo torneo russo apparentemente improvvisato, fondamentalmente incapace di dare di più, ma moderno, cattivo, insistente. La Croazia è misura e intelligenza, più la forza fisica di tutti, più qualche colpo di champagne di Perisic.
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Oggi il grande calcio ha queste dosi, non altre. La forza fisica, il fisico diverso, superiore, rallenta tutto, è un muro alzato davanti al talento dei vecchio giocolieri. Oggi conta saper indirizzare i lottatori. L' Inghilterra è stata giovane e senza idee chiare. Ha retto finché ha retto nel torneo Kane.
Esaurito lui ha praticamente smesso di tirare in porta, lasciando qualche idea di confusione anche nel palleggio. La Croazia ha continuato sempre a costruire, spesso con semplicità, però con idee.
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E nei giorni di Ronaldo, è un segnale diverso che a portarla in finale siano stati altri due stranieri italiani, Perisic e Mandzukic. Avremo così una finale inedita fra due nobiltà recenti. Una, la Francia, piena della modernità portata da giocatori africani. L' altra con giocatori usciti da una guerra europea di 20 anni fa, tutti fortemente legati alle proprie origini. È uno strano bivio per tutto il calcio. Non dirà quale sia la verità, ma aggiungerà un perché all' importanza di mescolarsi, che è stata la vera realtà di questo mondiale.
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LA SINTESI MIGLIORE DEL MONDIALE
Gigi Garanzini per la Stampa
La finale è Francia-Croazia. Fatto salvo un po' di Brasile, che qualcosa di più avrebbe forse o senza forse meritato, la sintesi migliore di quel che il Mondiale ha proposto. Per l' Inghilterra, battuta con pieno merito dai croati, continua a valere il motto di sir Alex Ferguson. Gli inglesi hanno inventato il calcio. Pausa. Non gli resta che imparare a giocarlo.
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E sì che, tempo tre minuti, e già il più atteso dei protagonisti si era macchiato di una sciocchezza. Uno sgambetto da dietro di Modric al limite dell' area e a difesa schierata. Il disastro, a proposito di giocatori che la Croazia l' avevano portata sino a lì, l' aveva poi completato Subasic, piazzandosi male e tuffandosi in ritardo, sicchè il destro morbido ma poco angolato e comunque scontato di Trippier aveva portato in vantaggio l' Inghilterra. Un doppio errore che per un' ora buona ha pesato nella testa dei croati.
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Mentre la cavalleria leggera degli inglesi dava l' impressione di poter approfittare, da un momento all' altro, degli spazi che si aprivano grazie al gol del vantaggio e di un avversario che faticava a rientrare in partita. Ma dava, per l' appunto, soltanto l' impressione. In realtà, a parte una grande occasione non sfruttata da Kane, gli inglesi si ritraevano, finendo per far coraggio ai croati. Il cui ct aveva evidentemente scommesso su un gol di Perisic, perché tenerlo in campo a dispetto della sua nullaggine era un vero atto di fede.
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Ripagato, con tanto di interessi, prima da un gol in acrobazia, poi da un palo che avrebbe chiuso i giochi, a quel punto con pieno merito, e poi ancora dalla sua vitalità a tutto campo, supplementari compresi. Che gli inglesi hanno cominciato con un piglio finalmente diverso, salvo poi tornare a ritrarsi lasciando l' iniziativa alla squadra più forte. Errore capitale. Perché stava per arrivare il momento di Mandzukic. Prima una girata respinta dal portiere, poi con lo stesso portiere uno scontro che non so in quanti si sarebbero rialzati, infine il gol della vittoria.
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