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    SI SCRIVE MESSI, SI LEGGE FLORENZI - LA ROMA BLOCCA I MARZIANI DEL BARCA CON UN GOL DA FAVOLA - SCONCERTI: PESAVA IL RICORDO DEL 7-1 COL BAYERN - MURA: UN’ODE A FLORENZI, ANIMA DI QUESTA SQUADRA (VIDEO)


     
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    1. GOL DI FLORENZI - VIDEO

     

     

    2. HA PESATO IL RICORDO DEL 7-1

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    Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

     

    Il risultato è buono, la partita intensa ma un po’ ripetitiva, a tratti noiosa. Quando non si aprono i solisti, il Barcellona sembra una conversazione lenta, sempre la stessa. E i solisti stavolta erano molto isolati, dispersi nella folla della difesa romanista. La Roma ha scelto di chiudersi, tranne nel finale ha raramente passato la metà campo. 
     

    È probabilmente l’unico modo per arginare il Barcellona, ma racconta poco sulla qualità definitiva della squadra. Ha trovato un punto che può essere determinante nella corsa con il Bayer Leverkusen, ha fatto anche una prestazione forte, solo un po’ retrò, ha rinunciato quasi sempre a giocare, per chiudere gli avversari ha chiuso anche se stessa.

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    Dzeko non ha avuto un pallone, la costruzione del gioco di attacco era affidata agli scatti profondi di Salah che partiva dalla sua metà campo. Non molto altro ha fatto il Barcellona, sempre con il pallone al piede, sempre a cercare uno spazio che non trovava.

     

     

    Il vero spettacolo è stata l’emozione per il risultato, la gente prima impaurita, poi via via più fiduciosa, rimessa in partita dal fantastico gol di Florenzi, ormai uno dei migliori giocatori europei. Ma vista da fuori la partita è rimasta inespressa, sempre soffocata sul nascere dal tiki taka del Barcellona a cui la Roma si è volentieri rassegnata. Questo è l’unico neo, la Roma ha fermato il grande avversario senza cercare di batterlo.

     

    Dietro al punto europeo c’è una piccola delusione per una dimensione da squadra diversa ancora rimandata. Mi aspettavo una partita più spregiudicata, la Roma ne ha le qualità. Si è fermata solo ad aspettare. Pesava ancora il 7-1 con il Bayern dello scorso anno. Ma questa è una Roma migliore, poteva permettersi qualcosa di più. È questa convinzione che toglie qualcosa ha un ottimo risultato. 

     

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    3. LA FORTUNA CHE PREMIA TANTI MERITI

    Gianni Mura per “la Repubblica”

     

    Anche la Roma esce a testa alta da una partita molto difficile. Non vince come la Juve a Manchester, ma il pareggio con il Barcellona è accolto dall’Olimpico e dai giocatori di casa come una vittoria. Perché contro Messi e soci è difficile giocare, e ancor più difficile imporre il proprio gioco. Per questo la Roma decide di lasciar giocare il Barcellona infittendo le marcature poco fuori area, là dove cominciano le grandi manovre. Qualcosa inevitabilmente concede, molto interrompe, un po’ costruisce.

     

    Palla lunga su Dzeko che fa da sponda in particolare per Salah, talmente veloce che ogni tanto si perde il pallone, meno per Falque che fa soprattutto il difensore per soccorrere Digne contro Messi. Prima o poi qualcuno dovrà scrivere un’ode a Florenzi, che di questa Roma è l’anima. Lo sanno i tifosi, quando cantano che vorrebbero undici Florenzi. C’è qualcosa di antico in questo ragazzo con la faccetta da film neorealista, qualcosa da campo di Testaccio.

     

    Grandissima serata, e dalle sue parti girava Neymar, e un gol che ha già fatto il giro del mondo. Un pallonetto da una quarantina di metri, una via di mezzo tra Maradona e Recoba, ma ancora più sorprendente, non solo perché Florenzi non ha il piede sudamericano ma perché ha calciato dalla linea laterale, vale a dire con un coefficiente di difficoltà più elevato.

     

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    Come per Mandzukic e Morata, anche in questo caso palo e gol. Può essere un piccolo segnale di buona sorte per le italiane in Champions. Poi è ovvio che certi risultati (nel caso, la scalata dell’Everest secondo Garcia) bisogna meritarseli sgobbando, mettendoci molta attenzione, come ha fatto la Roma, senza perdere la testa di fronte a un 70% di possesso palla del Barça. Che è andato a strappi, alternando il piccolo trotto a improvvise accelerazioni.

     

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    La Roma ha giocato come doveva, riuscendo forse a cancellare le ustioni dell’1-7 col Bayern. Altra partita sì, altro temperamento. Il Barça ha segnato con Suarez in fuorigioco, sull’unico lancio decente di Rakitic. In compenso resta il sospetto di un rigore di Szczesny ancora su Suarez. I due hanno bisticciato e nel secondo tempo Suarez ha saldato il conto al suo solito e sporco modo: con una scarpata sulla mano che ha obbligato il portiere a uscire.

     

    Durissimo anche Nainggolan su Rafinha, uscito in barella. Una traversa di Messi crea qualche rimpianto al Barça, che ha cercato di vincere soprattutto nell’ultimo quarto d’ora. Prima, non aveva fretta. Ma la Roma ha tenuto, con De Sanctis reattivo e De Rossi a dirigere le operazioni difensive. Giusto così.

     

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