Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
ORSATO AL VAR
Strano destino quello della Var, contestata dove esiste, quasi acclamata dove ancora manca. Forse è un problema di gioventù.
Quando una novità cambia abitudini secolari nasce sempre confusione.
Nessuno ancora conosce bene la regola, tutti interpretano secondo convenienza. In questo caso il problema si moltiplica all' infinito perché a essere giudicata è un' interpretazione dell' arbitro e dei suoi assistenti alla tv. Cioè opinioni contro opinioni che vanno a definire altre opinioni. Sintesi: se aspettavamo una verità assoluta, abbiamo sbagliato novità. La Var porta solo fotogrammi che aiutano l' arbitro a capire molto meglio ma non danno certezze. Sempre dall' arbitro dovremo passare. Questo ci porta al centro della discussione: se una novità tecnologica è giudicata in modi così diversi e viscerali, vuol dire che il problema è in chi la giudica. Noi non cerchiamo dall' arbitro una decisione giusta, cerchiamo una decisione che ci convenga, che copra l' interesse del tifoso. La Var è sempre un arbitro che giudica più da vicino.
SCONCERTI 4
Il punto è questo, noi non crediamo all' arbitro, non gli concediamo il diritto di sbagliare. È subito un corrotto. O insensibile, come direbbe Buffon. Il Napoli ha perso 3-0 a Firenze, ma per il sindaco della città la colpa è dell' arbitro di Inter-Juve. La Roma chiede la Var perché non le è stato dato un rigore con il Liverpool. Il Liverpool la chiede perché alla Roma ne sono stati 2 in 2 partite. La Juve pensa ancora che Collina non le sia amico. Fece giocare la Juve a Perugia su un campo fangoso, lo stesso del suo avversario. La vera tecnologia sarebbe cominciare a credere nell' arbitro. Ma non sarà mai inventata.
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