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    SONO CACTUS AMARI - SCOPERTI A SENIGALLIA OLTRE 1000 CACTUS IMPORTATI ILLEGALMENTE DAL CILE CHE VALGONO PIU' DI UN MILIONE DI EURO - A IMPORTARLI IN ITALIA UN COLLEZIONISTA GIA' NOTO ALLE FORZE DELL'ORDINE - LE PIANTE, RARISSIME, SONO STATE OSPITATE ALL'ORTO BOTANICO DI MILANO E POI RIMANDATE IN CILE PERCHE' RITENUTE ANTICHE E RARISSIME


     
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    Dagotraduzione dal New York Times

     

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    Il più grande sequestro internazionale di cactus degli ultimi tre decenni è avvenuto in Italia l'anno scorso ma la notizia è stata resa pubblica solo ora che le piante stanno tornando in Cile.

     

    Come per il mercato delle ossa di tigre, dell'avorio, delle scaglie di pangolino o del corno di rinoceronte, esiste un fiorente commercio illegale di piante. Nel febbraio del 2020, dopo una segnalazione, la polizia italiana è andata a casa di Andrea Piombetti, noto collezionista e venditore di cactus di Senigallia. In una serra improvvisata, gli ufficiali hanno scoperto circa 1.000 specie cilene protette di Copiapoa ed Eriosyce, di dimensioni variabili, e del valore di più di 1 milione di euro. Gli agenti  hanno sequestrato le piante, insieme al cellulare e al passaporto di Piombetti.

     

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    Non è la prima volta che Piombetti, che ora è in attesa di processo, viene accusato di traffico di cactus. Nel 2013 la polizia sequestrò una spedizione di 600 cactus cileni. Ma il caso non è mai stato perseguito a causa dei ritardi burocratici che hanno determinato la prescrizione.

     

    «Molti crimini ambientali in Italia hanno questo problema: dopo quattro o cinque anni, non sono più punibili», ha detto il tenente colonnello Simone Cecchini, capo della divisione fauna selvatica del dipartimento di polizia locale, che ha guidato le indagini del 2013 e del 2020. «Questa volta, il nostro procuratore ha detto che cercheremo di essere molto veloci, perché vuole evitare quello che è successo nel 2013».

     

    Copiapoa cinerascens Copiapoa cinerascens

    Per confermare l'origine delle piante, la polizia si è fatta aiutare da Andrea Cattabriga, esperto e presidente dell'Associazione per la biodiversità e la conservazione. Cecchini e Cattabriga hanno così scoperto che Piombetti era andato personalmente a raccogliere i cactus in Cile in sette viaggi effettuati nel 2019. Le piante erano destinate a finire in Grecia e Romania, dove le dogane sono più permissive. I cactus infatti possono sopravvivere senza terra, acqua o luce, a lunghi viaggi per posta.

     

    Nel cellulare di Piombetti la polizia ha trovato numerose registrazioni di vendite illegali, comprese le ricevute di un'azienda giapponese che sembrava effettuare ordini mensili di cactus di grandi dimensioni. Sulla base dei prezzi indicati nei testi, la polizia ha calcolato che i cactus sequestrati valessero oltre un milione di euro. «Abbiamo bisogno di sanzioni maggiori in Italia per questo tipo di crimine ambientale», ha detto Cecchini.

     

    Dopo il sequestro Cattabriga ha trasferito le piante all'Orto Botanico Città Studi di Milano per cure temporanee. Ma con il progredire delle indagini, la questione di cosa farne è diventata impellente: i cactus sequestrati vengono solitamente distrutti o inviati ai giardini botanici. Ma questa volta «è stato diverso» ha detto Cattabriga. I cactus erano così tanti e così rari - alcune specie addirittura a rischio estinzione - che Cattabriga e la polizia hanno deciso di restituirli al Cile.

     

    Copiapoa cinerascens 2 Copiapoa cinerascens 2

    Così hanno trascorso gran parte del 2020 a navigare nella burocrazia italiana, cilena e internazionale per ottenere il permesso di mandare le piante a casa. «È la prima volta che succede, quindi a nessuno era chiaro il da farsi».

     

    A fine di aprile, 844 cactus sono finalmente tornati in Cile. Un centinaio sono morti mentre 84 sono rimasti a Milano per continuarne gli studi.

     

    Oltre il 30% delle quasi 1.500 specie di cactus del mondo è minacciato di estinzione. La raccolta senza scrupoli è il motore principale di quel declino, che colpisce quasi la metà delle specie in pericolo. Eppure questo regno del commercio illegale è tipicamente trascurato, un ottimo esempio di «cecità vegetale», la tendenza umana a ignorare ampiamente questo importante ramo dell'albero della vita.

     

    Cactus Cactus

    I cactus e le altre piante grasse oggi sono un grande affare. Diventati i beniamini dei social media, promossi da influencer di piante da interno per il loro aspetto stravagante e le esigenze di cura minime, con la pandemia hanno aumentato la loro popolarità.

     

    «Molto di ciò che spinge l'interesse e la passione per queste piante è la loro unicità e rarità», ha affermato Bárbara Goettsch, co-presidente del Cactus and Succulent Plant Specialist Group presso l'International Union for Conservation of Nature.

     

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    Molte specie di cactus si trovano, ad esempio, solo su alcune ripide scogliere calcaree in Messico, o vivono su una macchia sabbiosa di meno di un miglio quadrato sulla costa del Perù. Inoltre crescono molto lentamente. Gli esemplari più grandi, che sono più ricercati, possono avere decenni o addirittura centinaia di anni. Queste caratteristiche rendono i cactus particolarmente sensibili alla raccolta eccessiva, ma anche particolarmente attraenti per i collezionisti interessati all'esclusività.

     

    L'acquisto di specie rare legalmente, tuttavia, può essere difficile o impossibile. Tutti i cactus e molti altri tipi di piante grasse richiedono permessi per essere scambiati legalmente a livello internazionale. La maggior parte dei paesi proibisce anche la raccolta di alcune o tutte queste specie in natura, inclusi gli Stati Uniti.

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