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    DITE AI DIPENDENTI FIAT IN ITALIA, CHE E' SCOPPIATO L’AMORE TRA MARCHIONNE E GLI OPERAI USA – CHIUSURA LAMPO DELLE TRATTATIVE A DETROIT PER IL CONTRATTO DI 37.000 DIPENDENTI CHRYSLER


     
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    Ugo Bertone per “Libero Quotidiano

     

    SERGIO MARCHIONNE E DENNIS WILLIAMS SERGIO MARCHIONNE E DENNIS WILLIAMS

    «Adesso, Sergio, non ci resta che continuare a produrre le migliori, fottute auto del mondo». Dennis Williams, leader del sindacato delle tute blu di Detroit, si congeda così dalla conferenza stampa che ha tenuto nella serata di martedì assieme al«padrone», il numero uno di Fiat Chrysler Sergio Marchionne. «Dennis - replica il manager - questo è il terzo contratto che firmo da quando sono arrivato in Chrysler: mi sembra che il clima sia migliorato.E che si possa lavorare con un obiettivo comune».

     

    Valeva la pena di saltare la visita al salone di Francoforte e di snobbare così l’incontro con Mary Barra, il ceo di General Motors che, parola di Marchionne, rifiuta di rispondere alle sue telefonate, per un risultato del genere: in attesa di riscuotere fiducia da analisti, operatori finanziari e colleghi del mondo dell'auto, Marchionne riparte dalla stretta di mano con il sindacato, come era già capitato nel 2009 con Ron Gettelfinger, il leader sindacale che disse sì all’azzardo di accettare azioni Chrysler (allora poco più che carta straccia) come garanzia per i fondi sanitari di dipendenti e pensionati.

    SERGIO MARCHIONNE E DENNIS WILLIAMS SERGIO MARCHIONNE E DENNIS WILLIAMS

     

    Finisce così la trattativa lampo per il contratto di 37mila dipendenti Chrysler, che ha riservato sorprese e novità. Di solito il sindacato apre le consultazioni con l’interlocutore più forte, per poi imporre l’accordo alle altre imprese. Stavolta, al contrario, l'Uaw ha scelto la controparte più debole, a conferma del prestigio di cui ormai gode Marchionne. Molti prevedevano una trattativa lunga e difficile, vista la situazione: più o meno la metà dei dipendenti Chrysler, assunti dopo la crisi, ha lavorato in questi anni ad una paga oraria (19,20 dollari) ben inferiore ai 28 dollari intascati dai veterani, che hanno conservato i vecchi contratti.Una situazione intollerabile, ha tuonato il sindacato. E Marchionne ha accettato che le diseguaglianze, nel tempo, vengano rimosse.

     

    SERGIO MARCHIONNE E DENNIS WILLIAMS SERGIO MARCHIONNE E DENNIS WILLIAMS

    Già, ma quando? La conferenza stampa congiunta (una novità assoluta per le trattative di lavoro a Detroit) non ha rivelato molti dettagli per uno scrupolo politico: prima di svelare i particolari dell’accordo, infatti, occorre il sì dei dipendenti, che saranno consultati a partire dalla prossima settimana. E non è infrequente che,dopo il parere degli operai, il testo possa tonare all’esame dei vertici prima della sigla finale.

     

    Per ora è certo che Marchionne ha detto sì ad un processo di avvicinamento dei salari. Lui stesso, del resto, aveva già riconosciuto che il sistema delle doppie paghe non è sostenibile a lungo termine. Mal’operazione sarà spalmata negli anni. Accanto agli aumenti salariali, poi, si tornerà a parlare di assistenza sanitaria diretta per i dipendenti, un «privilegio» che in questi anni è stato riservato solo a pensionati e veterani.

     

    mary barra mary barra

    Williams, per ora, si è limitato a dire: «Abbiamo centrato i nostri obiettivi».E si prepara ad aprire il fronte con Ford e Gm. Non sarà una passeggiata anche perché, oltre a chiedere alle due big di abolire le fasce salariali, che riguardano il 20% dei dipendenti Ford ed il 28% di quelli di General Motors, l'Uaw si accinge ad avanzare richieste salariali più robuste.

     

    Dopo aver sopportato sacrifici non da poco, le tute blu di Detroit aspirano insomma ad incassare il dividendo per il boom dell’auto. Intanto Marchionne può aggiungere un altro trofeo alla sua performance: in Usa come in Italia i conti per i lavoratori cominciano a tornare. Negli Stati Uniti si va verso una busta paga piena, dopo anni di sacrifici. In Italia, il tasso di utilizzo degli impianti è risalito all’80%. E si vede il traguardo del rientro in fabbrica per tutti i dipendenti.

    RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

     

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