IL POST DI SALVINI SULLA NUOVA OPERAZIONE AL PILASTRO DI BOLOGNA
Di nuovo il Pilastro a Bologna. Nomi storici e più recenti di famiglie che comandano lo spaccio di stupefacenti alla luce del giorno, arruolando ragazzini minorenni, nel quartiere che torna alla ribalta della cronaca.
Una maxi operazione di polizia ha impiegato oltre 100 uomini e portato a indagare 43 persone, 25 destinatarie di misure cautelari e altre 18 denunciate a piede libero. Ed è partita dalla ricostruzione delle circostanze che portarono all’omicidio del 28enne Nicola Rinaldi, ad agosto 2019, per mano di Luciano Listrani dopo una lite per la riscossione di un credito di droga.
matteo salvini al citofono
Proprio la famiglia della vittima è al centro dell’indagine condotta dalla Squadra mobile di Bologna. Secondo la ricostruzione degli investigatori i due personaggi ritenuti principali nell’inchiesta, un albanese di 46 anni e un marocchino di 38, avevano una relazione con due sorelle della vittima.
Per gli inquirenti il gruppo che faceva riferimento ai due stranieri gestiva il traffico di cocaina e hashish soprattutto nel quartiere, arruolando ragazzini.
La famiglia della citofonata di Salvini
Sette i minorenni indagati dai 15 ai 17 anni, tra questi all’epoca dei fatti che dal 2019 arrivano a marzo 2020, anche uno dei figli della famiglia Labidi, quella della famosa citofonata di Matteo Salvini nel suo giro al Pilastro e finita nuovamente nei guai.
matteo salvini al citofono in cerca di spacciatori
Il ragazzo ha l’obbligo di permanenza in casa, il padre invece è in carcere, denunciata anche la madre e un altro fratello è irreperibile. Tra i nomi dell’inchiesta anche la mamma di Rinaldi, ora ai domiciliari, e due sorella (una ai domiciliari, l’altra a piede libero), oltre a due esponenti della famiglia Santagata.
Il questore Fusiello: «Al Pilastro tanti hanno collaborato»
Durante l’indagine gli agenti hanno sequestrato 2 chili di polvere bianca e 8 di hashish, e giovedì mattina oltre a un chilo di hashish anche quattro auto, 2 moto e 20mila euro in contanti. La droga veniva nascosta nei garage di via Frati, via Deledda, nelle strade che compongono il bunker pilastrino e dove i vari gruppi collaboravano e intimidivano gli altri residenti.
salvini citofono
Il Questore, Isabella Fusiello, e il capo della Mobile, Roberto Pititto, hanno sottolineato l’importanza dell’operazione e la collaborazione dei cittadini. «Al Pilastro c’è tanta brava gente che ha collaborato con la polizia», dicono.
Alle forze dell’ordine il plauso del sindaco Matteo Lepore per aver dato «ancora un colpo fermo e deciso alla criminalità nella nostra città. Come comunità sentiamo le istituzioni dello Stato vicine. Questo intervento riguarda una zona della città sulla quale anche come amministrazione siamo fortemente impegnati nel campo della prevenzione tanto quanto nell’apertura di spazi dedicati alla socialità e all’educazione. Il lavoro integrato delle Istituzioni è fondamentale per cambiare le cose in concreto in tutti i quartieri».
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