Fabrizio Peronaci per www.corriere.it
polizia magliana
Di ladri d’auto distratti, borseggiatori impacciati e rapinatori maldestri - capaci di indossare vestiti invernali in piena estate, con il risultato di rendersi più riconoscibili, farsi riprendere in primo piano dalla telecamera di una villa o tergiversare troppo attorno a un cruscotto, interrotti dall’arrivo del proprietario della macchina - sono piene le cronache. Ma lo spacciatore in bicicletta che finisce dritto contro un palo, con uno sbang! sentito da molti, durante l’inseguimento della polizia, non si era mai visto. Una scena comica, al netto delle conseguenze serie (specie per l’infortunato).
DROGA SPACCIO
È successo alla Magliana, a poche decine di metri dal punto in cui il «collezionista di ossa» fece trovare uno scheletro nel 2007, in una piazza iconica: quella dedicata a Fabrizio de André, affollata da mattina a sera da pensionati giocatori di carte, casalinghe con la busta della spesa, giovani disoccupati e non pochi malavitosi. Alla scena, così, hanno assistito in tanti. I poliziotti dell’XI Distretto San Paolo, durante un giro di perlustrazione del quartiere, avevano appena incrociato un personaggio a loro noto, in sella a una bicicletta.
volante polizia
«Diamogli una controllata, accelera!» La volante si è accostata e lui, pedalando a più non posso, ha tentato di svignarsela. Uno sguardo di scatto all’indietro, per misurare la distanza dalla pattuglia, e un altro davanti. Solo che a un certo momento il fuggiasco, 53 anni, spacciatore abituale, ha avuto un’ulteriore esigenza: liberarsi di alcune bustine di droga, gettandole dalla tasca dei pantaloni sul lato marciapiede. Distrazione fatale.
Lo scontro contro uno dei pali della segnaletica di piazza De Andrè è stato violentissimo: una “tranvata“ talmente forte da insanguinargli la faccia, farlo barcollare completamente rintronato e cadere a terra, con il risultato di trovarsi addosso i poliziotti che lo stavano inseguendo. L’uomo è stato medicato e sottoposto a fermo. Il giudice gli ha concesso gli arresti domiciliari. Non pochi, nel passaparola immediatamente partito nel quartiere, ridevano sotto i baffi.
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