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    SE CREDETE CHE L'EUTANASIA NON SERVA, PENSATE A LORO - ALL'ASSOCIAZIONE "LUCA COSCIONI" ARRIVANO CINQUE CHIAMATE AL GIORNO DI PERSONE STREMATE CHE CHIEDONO IL SUICIDIO ASSISTITO: "SALVE, MIO FRATELLO HA AVUTO UNA TROMBOSI AL CERVELLO NEL 2004. È STANCO, DOPO 17 ANNI NON HA PIÙ VOGLIA DI RIMANERE IMPRIGIONATO"; "MI CHIAMO ANNA, HO UN TUMORE MALIGNO E METASTASI"; "SONO AFFETTO DA SINDROME DI ARNOLD-CHIARI FIN DA BAMBINO, SONO STATO PIÙ MORTO CHE VIVO PER 4 ANNI" - CAPPATO: "LA LEGGE IN DISCUSSIONE RESTRINGE I DIRITTI"


     
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    Alessandra Arachi per il "Corriere della Sera"

     

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    Le chiamate al numero bianco dell'Associazione Coscioni sono quotidiane. «Tre al giorno più altre due di persone che contattano direttamente me senza passare dal telefono bianco», precisa Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione.

     

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    Il numero bianco è quel numero che è stato creato per dare sostegno a chi reclama un fine vita. A gestire l'utenza è Valeria Imbrogno, la fidanzata di Dj Fabo, diventato noto alle cronache per essere andato in Svizzera per ottenere il suicidio assistito.

     

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    Marco Cappato lo accompagnò. Ad ascoltare le tragedie vengono i brividi. Sono tutte malattie drammatiche, insopportabili, incurabili. Qualcuna per capire: «Salve, mi chiamo Andrea e scrivo questa mail per conto di mio fratello F. colpito da trombosi al cervello nel febbraio del 2004.

     

    È stanco, non ha più voglia di rimanere imprigionato, e dopo 17 anni direi che è comprensibile. Vi scrivo proprio per poter capire se sia una strada percorribile vista la sua condizione e, se sì, quale sia l'iter da seguire».

     

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    E ancora: «Buongiorno. Mi chiamo Anna, ho un tumore maligno e metastasi, chiedo un incontro con voi nella mia abitazione per informazioni sul suicidio assistito».

     

    Un'altra: «Buonasera, sono affetto da sindrome di Arnold-Chiari, una malattia molto poco conosciuta in Italia e raramente mortale ma io sono stato sempre grave fin da bambino e oggi sono pesante come un sasso. Sono allo stremo e in verità sono stato più morto che vivo per 4 anni.

     

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    Ora ho paura di una morte violenta e drammatica. Vorrei sapere se è possibile accedere alla morte assistita. Sono un cristallo di sofferenza inaudita. Inoltre ho una leggera forma di Parkinson».

     

    «Sono tutte persone al limite della sopportazione di una vita che paragonano a una tortura», spiega ancora Marco Cappato che si è battuto in prima persona per il referendum sull'eutanasia legale, bocciato dalla Corte Costituzionale.

     

    MARCO CAPPATO PROMUOVE IL REFERENDUM EUTANASIA MARCO CAPPATO PROMUOVE IL REFERENDUM EUTANASIA

    Ci sono persone di ogni età e di ogni estrazione sociale tra le chiamate al numero bianco. L'Associazione Coscioni cerca una soluzione per tutti. «Però molte di loro rimarrebbero escluse dall'attuale legge sul fine vita al vaglio del Parlamento. Che è più restrittiva rispetto a quanto è già legale in Italia e restringerebbe libertà e diritti già conquistati» spiega Filomena Gallo, legale dell'Associazione.

     

    E Marco Cappato rilancia: «Per questo motivo, paradossalmente, sarebbe escluso dall'applicazione della legge anche Mario, il tetraplegico marchigiano che ha avuto il semaforo verde dal comitato etico sulla base di quanto ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza del 2019».

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