Andrea Bonanni per “la Repubblica”
GAZPROM
Un gasdotto lungo milleduecento chilometri è il ponte che collega le macerie insanguinate di Severodonetsk ai salotti felpati dell'Eurotower, dove la Bce decide i tassi di interesse che governano le nostre economie. Da due giorni lungo i tubi di Nordstream il flusso del gas russo si è ridotto del 60 per cento. La fornitura alla Germania è stata tagliata del 33 per cento.
PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI
Quella all'Italia, del 15 per cento. Questo non costituisce ancora una emergenza energetica, ma certamente aggrava l'emergenza economica. Meno gas arriva in Europa, più il suo prezzo sale, più cresce l'inflazione importata per cause esterne, più la Bce è costretta a prendere misure anticicliche che rischiano di deprimere ulteriormente l'economia, alimentare gli spread e mettere a rischio la coesione della zona euro indebolendone gli anelli più fragili, cioè noi.
È con questo fardello sulle spalle che Mario Draghi oggi arriva a Kiev, insieme al presidente francese Macron e al cancelliere tedesco Scholz, che condividono le stesse preoccupazioni. Draghi viene da Israele, dove è andato a cercare gas. Sulle sue orme si è mossa anche Ursula von der Leyen, che ha siglato un accordo tra la Ue, l'Egitto e Israele per aumentare le forniture energetiche dal Mediterraneo orientale verso l'Europa.
MARIO DRAGHI VOLODYMYR ZELENSKY
Ma i tempi per sostituire il gas russo sono lunghi e nel frattempo le regole di mercato che muovono i prezzi non sono sospese. Dall'inizio dell'anno la Ue ha ridotto del trenta per cento l'acquisto di gas da Mosca. Ma Putin non ha perso neppure un dollaro perché l'aumento dei prezzi ha ampiamente compensato il taglio delle vendite. Abbiamo importato dalla Russia meno energia e più inflazione.
OLAF SCHOLZ - EMMANUEL MACRON - VOLODYMYR ZELENSKY - MARIO DRAGHI
La visita dei tre big europei si inserisce in questo quadro. Le richieste degli ucraini sono sempre più pressanti. In questi giorni la Nato ha convocato un vertice straordinario per accelerare la fornitura di armi pesanti indispensabili se si vuole contenere l'avanzata dell'armata rossa nel Donbass. Intanto Bruxelles si prepara ad accettare la candidatura di Kiev per l'ingresso nella Ue, che Zelensky considera una priorità assoluta.
I GASDOTTI VERSO L EUROPA
Ma, per l'Europa, il costo della guerra non si misura più solo nei miliardi forniti per le armi e per il sostentamento del Paese, né in quelli persi con le sanzioni contro il regime del Cremlino. Le decisioni annunciate l'altro giorno dalla Bce, e la tempesta che hanno suscitato sui mercati, dimostrano che, oltre alla frenata della crescita, esiste anche un prezzo politico in termini di divergenza dei tassi e di tenuta della moneta unica. Francoforte ha già avvertito che userà ogni mezzo necessario per evitare una frammentazione del debito e non c'è dubbio che, questa volta, avrà il sostegno politico di tutti i governi.
schroeder gazprom
Tuttavia una simile situazione rischia di alimentare uno scostamento di interessi e di obiettivi di lungo periodo tra il nocciolo duro europeo e il resto dell'Occidente. Se nessuno mette in dubbio il sostegno politico e militare all'Ucraina, e la necessità che Putin non vinca la guerra che ha cominciato, le aspettative possono divergere sulla direzione da impartire alla crisi.
Per Paesi come la Germania, la Francia, l'Italia, è chiaro che ogni giorno in più di guerra comporta costi non solo economici ma anche politici sempre più pesanti.
URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY
La fine del conflitto, a condizioni accettabili per l'Ucraina, verrebbe accolta come una liberazione. Altri attori sulla scena, come alcuni Paesi dell'Est europeo e una parte dell'amministrazione americana, possono avere invece interesse a prolungare lo scontro per cercare di provocare un crollo del regime putiniano.
L'Ucraina, a ben vedere, si trova così ad essere il solo giudice di questo dilemma. Da una parte infatti sta pagando a carissimo prezzo, con il sangue e la distruzione, ogni ora di questa guerra. Dall'altra Zelensky è l'unico che può decidere quando siano mature le condizioni sul terreno per sedersi al tavolo del negoziato, cosa che, come ha ricordato ieri Macron, prima o poi dovrà comunque accadere.
DRAGHI PUTIN GAS
La visita dei tre leader europei, oltre a portargli il sostegno all'adesione all'Ue e la conferma dell'appoggio militare, serve anche a ricordargli il prezzo politico che i nostri governi stanno pagando per l'Ucraina. Perché anche questo fattore possa entrare nel calcolo della pace e della guerra. Come è giusto che accada tra alleati.
OLAF SCHOLZ EMMANUEL MACRON VOLODYMYR ZELENSKY MARIO DRAGHI KLAUS IOHANNIS DRAGHI, SCHOLZ, MACRON E IOHANNIS INCONTRANO ZELENSKY SCHOLZ - MACRON - ZELENSKY - DRAGHI VLADIMIR PUTIN GASDOTTI RUSSI VLADIMIR PUTIN E IL GAS