1. LA CASA DI FORMIGLI ONLINE: PURE RENZI HA LA SUA BESTIA
Virginia Della Sala per il “Fatto quotidiano”
RENZI FORMIGLI
"Forse c' è una bestia forse siamo soltanto noi": il dialogo è dal romanzo Il Signore delle Mosche di Golding, ma si addice molto a quanto accade sui social in queste ore, a cavallo tra politica, cronaca e digitale.
Da un lato c' è Matteo Renzi, ex premier e oggi leader di Italia Viva: è stato paladino del contrasto all' odio sui social, promotore diretto e indiretto di leggi bavaglio contro l' anonimato online, in prima linea nella battaglia per identificare pagine, gruppi, profili che dalla Lega ai Cinque Stelle risultassero collegati alla Russia anche solo tramite lontani parenti. L' uomo anti fake news, anti odio, del politically correct online, con lo sguardo traverso di chi su questi temi sembra sempre di saperne più degli altri.
Dall' altro c' è Corrado Formigli, giornalista e conduttore su La7 di Piazza Pulita, reo di aver intervistato Renzi il 5 dicembre in trasmissione e di avergli chiesto conto della cronaca di questi giorni, ovvero dell' indagine dei pm toscani sulla Fondazione Open e sulla questione del prestito di 700mila euro da parte di un finanziatore per la villa di Firenze: una notizia, insomma, trattata da una persona che faceva il suo lavoro e che solo così avrebbe potuto e dovuto farlo.
renzi formigli e il figlio dei venditori che rivela l indirizzo di casa
Ci si può quindi immaginare la sorpresa nello scoprire che l' ondata denigratoria e violenta nei confronti del giornalista non arriva né dalla addestrata Bestia di Salvini, tantomeno dalla macchina web della Casaleggio, ma dalle pagine e dai gruppi sostenitori proprio di Italia Viva: basta una breve ricerca per risalire all' origine e capire attraverso chi si propaga. A condividere il primo commento contro Formigli è un utente in un gruppo che si chiama ITALIA VIVA (in maiuscolo) poco dopo l' intervista.
"Ma a questo pezzetto di cacca secca nessuno chiede come ha trovato LUI i soldi per comprarsi tre anni fa la casa dei miei in Prati, che gli è costata più di quella di Matteo Renzi? Ma ci rendiamo conto a cosa abbiamo assistito stasera?", si legge in un post. Si definisce un renziano sin dalla seconda Leopolda, è un attivista dei diritti Lgbt, la sua immagine di copertina ha ritrae un "I love Matteo" con l' immagine di Renzi. La reazione è immediata: c' è chi chiede più informazioni (che arrivano, con descrizione dettagliata di metratura, indirizzo, vicini di casa e finanche la fotografia: insomma, oltre ad essere identificabile l' arredo lo è anche la posizione) e in pochissimo si crea l' ondata di vendetta digitale per difendere l' onore violato del leader di Italia Viva.
renzi formigli e il figlio dei venditori che rivela l indirizzo di casa
Il post e la foto iniziano a rimbalzare in tutti i gruppi di sostegno a Italia Viva: li condividono soprattutto uomini e donne ultracinquantenni, scrivono in maiuscolo, un commento dopo l' altro, istigano altri a diffonderlo. "Sei un PORCO e sarai trattato da PORCO " è una delle espressioni più gentili rivolte a Formigli. Chi le scrive anima pagine locali di Italia Viva, gruppi, ha nelle immagini di copertina e del profilo riferimenti al simbolo o anche al movimento delle sardine. "Italia Viva partito della nazione", "Simpatizzanti liberi con Matteo Renzi e Italia Viva" o "Siamo renziani di Italia Viva" sono i nomi di alcune delle pagine. E cosa fa Renzi per distendere i toni?
Un furbo tweet con tre cose: dice che è "inaccettabile" fotografare la casa di un giornalista, poi informa di aver ricevuto degli sms dal giornalista (informazione che non era comunque autorizzato a diffondere perché, spiega Formigli al Fatto, "non volevo rendere pubblica la vicenda per evitare l' eco mediatica, ma solo adire vie legali e con denunce, come ho fatto" e poi istiga, volente o nolente, il pubblico social.
RENZI FORMIGLI
"Violare il segreto d' ufficio o la proprietà privata per far foto dentro casa mia invece è ok?" conclude. Così si nutre la Bestia. "Vorrei mandare un abbraccio a tutti coloro che lottano sulla rete per difendere le nostre idee - ha scritto ieri su Facebook -. Siete stati massacrati da troll per anni con Fake News e adesso vi attaccano persino sui giornali, solo perché difendete la verità e le vostre idee. Vi abbraccio forte forte".
2. RENZI ABBRACCIA I MANGANELLATORI MEDIATICI
Luca Telese per “la Verità”
enzo puro
Incredibile ma vero. Dopo i titoloni e le polemiche per la pioggia di insulti nel Web di tanti fan renziani contro Corrado Formigli, invece di chiedere scusa per gli eccessi dei suoi supporter, Matteo Renzi ha deciso di pubblicare in rete un messaggio di «ringraziamento» ai suoi combattenti.
Una scelta chiara, fatta di parole scelte una ad una, da leggere in filigrana, e pronunciate proprio quando sul banco di accusa ci sono finiti gli odiatori più accesi, quelli che rimproveravano al conduttore di La7 le sue domande a Renzi sulla villa di Firenze e sulle conferenze retribuite all' estero. Ma il tono dell' ex premier è celebrativo, inequivocabile: «Vorrei mandare un abbraccio», scrive Matteo Renzi, «a tutti coloro che lottano sulla rete per difendere le nostre idee».
i post sconclusionati di enzo puro 10
Dopo due giorni di polemiche furibonde, il leader di Italia viva sceglie di non citare nemmeno l' assalto al conduttore di La7, si dimentica anche delle analoghe campagne su Simone Spetia e Marco Imarisio (due giornalisti oggetto di «bombardamento» per piccole imprecisioni, subito corrette, sulla vicenda della sua villa). Oppure gli attacchi ad un' altra giornalista, Chiara Geloni (ex direttrice della sua Youdem tv, ma bersaniana), che è arrivata addirittura a denunciare, dopo la pioggia di insulti concentrici e - addirittura - la pubblicazione della sua busta paga (di cui i supporter contestavano l' importo).
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Con due paradossi curiosi: che la busta paga di Youdem quando questi messaggi venivano scritti era vecchia di sei anni, e che non si capisce come potesse essere arrivata ai supporter di Italia viva. Peraltro la Geloni non era stata «licenziata», come scrivevano i suoi detrattori, ma se ne era andata lei. L' interessata sorride: «Il bello è che io me ne sono andata in maniera molto civile. Ma dopo la vittoria di Renzi non sarei rimasta neanche a pagamento».
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Ecco perché è interessante notare che questo messaggio del leader di Italia viva evita con cura di citare quel faccia a faccia tv che - preso dall' ira - giovedì sera aveva definito una questione «di gossip». Ieri, dopo tutto questo, con una curiosa inversione di parti, Renzi ha scelto di celebrare senza distinzione alcuna i suoi supporter, molti dei quali si sono distinti in questi attacchi: «Il colmo», dice rivolgendosi ai suoi fan il leader di Italia viva, «è che siete stati massacrati da troll per anni con fake news e adesso vi attaccano persino sui giornali, solo perché difendete la verità e le vostre idee».
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E questo è un altro passaggio curioso: gli unici soggetti di cui si è parlato «sui giornali» (a partire dalla a Verità) sono quelli denunciati da Formigli per la pubblicazione di foto e dati sensibili sulla sua casa. A costoro, dunque, l' ex premier scrive: «Vi abbraccio forte forte. E vi garantisco che non ci fermeremo. Anzi: vi do appuntamento a giovedì, quando interverrò in Senato su questa incredibile vicenda, facendo sentire la vostra voce. Orgoglioso di essere accompagnato in questa battaglia da persone appassionate come voi. Grazie!».
Insomma, un vero e proprio appello.
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Dopo il giorno delle non-scuse, dunque, ecco quello dell' orgoglio, della difesa, della rivendicazione delle campagne dure. Tra i «combattenti della rete» a cui Renzi si è idealmente rivolto ci sono evidentemente persone come Luciano Scalia, sostenitore acceso che mette il simbolo del partito nel suo profilo e ancora ieri si distingueva nell' attacco a Formigli: «Una mia amica carissima si è molto incazzata», scrive Scalia, «per un mio post che descrive la casa di Formigli: non ho chiesto dove avesse preso i soldi», attacca Scalia, «se qualcuno lo aiuta a pagare il mutuo, né ho chiesto di sapere quanto guadagna, né di vedere il conto corrente».
Il tono e le argomentazioni di Scalia sono interessanti perché si sono ripetute a raffica, da profilo a profilo, come se fossero oggetto di taglia-e-incolla: «Ho voluto solamente far provare a questo intellettualmente disonesto giornalista l' ebbrezza di sapere che chiunque può entrare nella sua intimità, magari aiutato da qualche pm». Altro profilo di un supporter di Italia viva, quello di Enzo Martini, altra raffica di post (composti anche con meme fosforescenti) in difesa di Renzi sulla questione della villa, e altra pioggia di attacchi a Formigli e agli altri giornalisti classificati come odiatori dell' ex premier (addirittura con foto e suddivisi per gruppi editoriali).
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Ma la cosa più interessante, anche nel caso di Martini, è la rivendicazione orgogliosa della shitstorm contro i giornalisti: «Signori, con i post di Formigli sulla sua casa abbiamo sollevato un bel polverone! Tutti i giornali ne parlano, #colposucolpo». A chi parla Martini? Agli stessi a cui si rivolge Renzi. Poi un altro supporter, Enzo Puro, torna ad attaccare Il conduttore: «Formigli, tu a me squadrista non mi ci chiami. Né a me né ai miei compagni». Se avevate un dubbio, provate a indovinare chi commenta anche questo post? Renzi.
Che conclude la giornata così: «Uno di noi scrive queste parole. E dice: a me squadrista non mi chiama nessuno.
Io sono con lui». Dal leader maximo all' ultimo dei profili, la guerra ai giornalisti viene rivendicata come una eroica battaglia vinta. Auguri.