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    1. RENZI DEVE TENERE CONTO DEL SEGNALE CHE GLI STA ARRIVANDO IN QUESTI GIORNI DAL PARLAMENTO. SE IN FORZA ITALIA CRESCE LA VOGLIA DI INSUBORDINAZIONE (ELEGGERE LUCIANO VIOLANTE E DONATO BRUNO GIUDICI COSTITUZIONALI), IL PATTO CON BERLUSCONI VA IN CRISI E GLI VENGONO A MANCARE I NUMERI PER LE FAMIGERATE RIFORME 2. NON BASTA L’ACCORDO TRA I CAPI, BISOGNA CHE I RISPETTIVI PARTITI SEGUANO LE DIRETTIVE. TUTTO STA A VEDERE QUANTO IL CAVALIERE È MOTIVATO A DISCIPLINARE I SUOI. PER RENZIE, CHE È COSTRETTO AD ASSISTERE IMPOTENTE, È UN PICCOLO BAGNO DI UMILTÀ 3. LA “RENZIENOMICS” SI PRENDE UN ALTRO PAIO DI CEFFONI NEL GIORNO IN CUI IL PREMIER DEVE PRESENTARE IL SUO PROGRAMMA DEI MILLE GIORNI ALLA CAMERA LE PREVISIONI DEL GOVERNO DI QUESTA PRIMAVERA SI CONFERMANO TUTTE SBALLATE ED È ORMAI A RISCHIO PERFINO IL RISPETTO DEL PARAMETRO DEL 3% NEL RAPPORTO DEFICIT-PIL


     
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    Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

     

     

    1. AVVISI AI NAVIGATI

    RENZI E LA RECESSIONE RENZI E LA RECESSIONE

    Oggi magari ce la faranno a eleggere Luciano Violante e Donato Bruno giudici costituzionali, però è davvero impossibile non cogliere il segnale che arriva dai voti di questi giorni alle Camere. Silvio Berlusconi ha dovuto cambiare candidato, rinunciando ad Antonio Catricalà, per recepire il candidato di Ghedini e dei peones, Donato Bruno.

     

    E ieri sera alla coppia di giudici decisa da Pd e Forza Italia sono mancati, oltre a una trentina di assenti, sessanta voti e quaranta schede bianche. Sono i nemici del Patto del Nazareno, un patto che a Berlusconi e a Renzie serve a tenere a bada le rispettive minoranze e che le minoranze, comprensibilmente, tentano di sabotare alla prima occasione utile.

     

    Silvio Berlusconi Silvio Berlusconi

    Renzie deve tenere conto del segnale che gli sta arrivando in questi giorni dal Parlamento. Se in Forza Italia cresce la voglia di insubordinazione, il Patto con Berlusconi va in crisi e gli vengono a mancare i numeri per le famose riforme. Senza l’appoggio di Forza Italia la riforma del Senato, oltre alla legge elettorale, non va da nessuna parte. E senza la benigna opposizione del partito berlusconiano, anche sulle riforme economiche in arrivo il governo rischia brutto. Non basta l’accordo tra i capi, bisogna che i rispettivi partiti seguano le direttive. Tutto sta a vedere quanto il Cavaliere è motivato a disciplinare i suoi sul rispetto del Patto del Nazareno. Per Renzie, che è costretto ad assistere senza poter fare nulla, è un piccolo bagno di umiltà.

    Luciano Violante Luciano Violante

     

    2. SONO TUTTI GUFI

    La “Renzienomics” si prende un altro paio di ceffoni nel giorno in cui il premier deve presentare il suo programma dei mille giorni alla Camera: “L’Ocse: crescita, Italia fanalino di coda. ‘Il 2014? Finirà ancora in recessione’. Per S&P sarà “quota zero”. Al Quirinale vertice Napolitano-Visco. L’Ocse fa presente che la domanda resta fattore di preoccupazione in tutta l’area euro. Delrio: le nuove previsioni non ci costringeranno a manovre aggiuntive” (Corriere, p. 2).

     

    Donato Bruno Donato Bruno

    Anche la Repubblica dei renziani registra: “L’Ocse vede nero per l’Italia. ‘Unico Paese in recessione, il Pil scenderà dello 0,4%’. Standard&Poor’s: impatto minimo del bonus di 80 euro” (p. 10).  Le previsioni del governo di questa primavera si confermano tutte sballate ed è ormai a rischio perfino il rispetto del parametro del 3% nel rapporto deficit-Pil.

     

    3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

    Servono almeno 20 miliardi di tagli nella prossima manovra e una parte deve arrivare dai ministeri. Corriere: “Ecco i tagli ministro per ministro. A Guidi e Lupi il primato della dieta. Lo Sviluppo risparmierà 350 milioni, la Farnesina frena. La Giustizia ha individuato 240 milioni. La Difesa: possibile anticipare 40 mila esuberi” (p. 3). Il Messaggero fa notare: “Operazione tagli in salita, dalla Sanità solo 1,5 miliardi” (p. 2).

    Niccolo Ghedini Niccolo Ghedini

     

    La Stampa sostiene che Renzi pensa anche ad abbassare le tasse: “Allo studio un taglio delle tasse per artigiani e commercianti. La legge di Stabilità 2015 ruoterà sul tentativo di rianimare l’economia” (p. 3).

     

     

    4. LE FURBATE SUL LAVORO

    La riforma del lavoro è la più importante e la più attesa dall’Europa, ma noi siamo ancora alle schermaglie tattiche: “Articolo 18, scontro rinviato: la delega sarà generica. Il governo vuole il varo rapido della legge, i dettagli nei decreti delegati. Ci sarà una norma con criteri per rivedere le tutele dello Statuto dei lavoratori” (Repubblica, p. 10).

    GRAZIANO DELRIO GRAZIANO DELRIO

     

    Il Messaggero fa giustamente notare che il problema principale è il disaccordo nel partito di maggioranza relativa: “Articolo 18, battaglia nel Pd tra indennizzo e reintegro. Stamane riunione con Taddei e Poletti. Boccia: ‘Lo statuto è da superare’. Damiano: ‘No al solo risarcimento’” (p. 5). Il bello è che ancora non si sa come la pensino esattamente né il premier Renzie né il segretario del Pd Renzie.

     

    5. ATTENTATO AL PATTO DEL NAZARENO

    Sull’impasse alle Camere, il Corriere riassume: “Consulta, i voti non bastano. Per Violante e Bruno è oggi il giorno decisivo. Sessanta franchi tiratori. Passano altri tre nomi per il Csm. Al Consiglio superiore della magistratura Balduzzi, Casellati e Bene. Stop all’azzurro Vitali. Democratici e azzurri confermano: hanno superato i 500 consensi, in corsa ci sono solo loro” (p. 8). Per Repubblica, “I franchi tiratori contro il patto del Nazareno. Lo strano asse tra i dissidenti forzisti e dem” (p. 6).

     

    FEDERICA GUIDI IN SENATO FOTO LAPRESSE FEDERICA GUIDI IN SENATO FOTO LAPRESSE

    Il Cetriolo Quotidiano gode e titola a tutta prima: “Rivolta contro Renzusconi. Consulta, decima fumata nera. I franchi tiratori di Pd e Forza Italia impallinano i candidati del Patto del Nazareno: Luciano Violante (Pd) e Donato Bruno (Fi). E’ la fronda che si oppone su entrambi i fronti al ‘partito unico’ di Renzi e Berlusconi. Un’intesa che si è già saldata in tutta Italia per governare le ex Province e le Aree metropolitane. Oggi il premier costretto a celebrare i suoi 1000 giorni in un Parlamento in subbuglio”.

     

    6. L’ABBRACCIO DEL CAINANO

    Per placare i malumori interni Berlusconi è costretto a prendere le distanze da Pittibimbo: “Berlusconi studia la linea dura: non sono diventato renziano. Nessun soccorso sull’economia. Toti vedrà Alfano e Salvini. Domani il leader azzurro parlerà ai dirigenti locali. Segnale distensivo a Fitto: ‘Misurati i suoi toni in tv’” (Corriere, p. 10).

     

    maurizio lupi pennarello argento maurizio lupi pennarello argento

    Anche sul Giornale di casa (p. 4) si registrano prove di frenata: “I dubbi del Cav sull’economia: adesso servono misure choc. Cresce lo scetticismo di Berlusconi per le proposte di Renzi sulla crescita. E avvisa i suoi: pronti anche alle urne anticipate. Toti vede Salvini, sul tavolo l’alleanza dei moderati”. Moderati con Salvini, bah.

     

    Intanto Papi Silvio incassa un’altra sentenza favorevole: “Veronica avrà 36 milioni in meno da Silvio. Troppi per i giudici i tre milioni al mese ricevuti durante la separazione: si scende a due” (Corriere, p. 11). Veronica ancora sopra la soglia dell’indigenza.

     

    7. IL LUNGO DECLINO DELLA TV

    BEATRICE LORENZIN FOTO LAPRESSE BEATRICE LORENZIN FOTO LAPRESSE

    Netflix sbarca in Europa e nulla sarà più come prima: “Film e telefilm in streaming per 8 euro al mese in Francia. Netflix all’assalto dell’Europa. Il colosso Usa del video on demand si allea con Bouygues. Voci di trattative anche con Telecom Italia, ma frenano i limiti tecnici. Vicino lo sbarco anche in Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo” (Repubblica, p. 28).

     

    Intanto, per quanto riguarda Telecom Italia, ancora novità in arrivo dal Brasile secondo il Sole 24 Ore: “Telecom-Oi, prove di alleanza. Sarebbe al vaglio una possibile operazione tra i due gruppi per rafforzare la presenza in Brasile. La compagnia italiana, se non dovesse arrivare una super-offerta per Tim Brasil, potrebbe valutare l’integrazione. L’alternativa delle nozze all’indigesto spezzatino” (p.1 dorso Finanza & Mercati).

    GIULIANO POLETTI GIULIANO POLETTI

     

    8. ULTIME DA ALI-TAGLIA

    Continua la missione italiana di James Hogan, gran capo di Etihad: “Etihad rassicura Sea. ‘Alitalia rafforzerà Linate e Malpensa’. Hogan a Milano, da Lupi via libera alla presidenza di Montezemolo”(Repubblica, p. 30). Via libera a che titolo? Montezemolo al centro di tutto anche sulla Stampa: “Alitalia, Malpensa teme il piano Hogan. Si rafforza l’ipotesi di Montezemolo presidente. Lupi, Tronchetti Provera e Gros Pietro: può dare il contributo decisivo” (p. 22). Anche gli azionisti di Ntv-Italo si augurano che Monteprezzemolo dia “il contributo decisivo” (c’è da aumentare il capitale).

     

     

     

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