kevin spacey 6
Massimo Gramellini per il "Corriere della Sera"
Pietro Castellitto, il Totti televisivo ma non solo, è un giovane dal talento imprevedibile. Perciò mi ha sorpreso che nell' intervista al Corriere se ne sia uscito con un'affermazione un po' banale: «Se Kevin Spacey mi mette una mano sulla coscia, gliela sposto. Non gli rovino la vita chiedendogli pure dei soldi».
pietro castellitto
È il pensiero della stragrande maggioranza, e ogni volta mi stupisco che si cerchi di farlo passare per coraggioso e anticonformista, mentre è quanto di più pigro e conservatore si possa immaginare. Fa parte di una lista di frasi fatte: la ragazza molestata che indossava la minigonna e dunque «se l'è andata a cercare», l'attrice ribaltata sul divano «ma rimanere lì è stata una sua scelta», e via semplificando, però sempre con l'aria di sfidare l'opinione dominante, che invece è esattamente quella: non sui giornali, forse, ma nella vita vera.
MASSIMO GRAMELLINI
In chi denuncia una sopraffazione sessuale Pietro Castellitto sostiene di vedere «la volontà di potenza che sfrutta questa crociata morale per ingrassarsi». Non ho studiato Nietzsche quanto lui, ma mi sembra ci sia più superomismo in un personaggio potente, lesto ad approfittarsi della sottoposta o del sottoposto, che non in questi ultimi. Anche Castellitto incorre in un errore di prospettiva: giudicare la vittima invece del carnefice. Il problema non è spostare la mano di Kevin Spacey. Il problema è spostare l'attenzione dalla questione principale: che quella mano Kevin Spacey non la deve proprio mettere.