Emanuele Rossi per “La Stampa”
GIOVANNI TOTI VACCINATO
Lo scorso venerdì il «G day», il primo giorno di obbligo di Green Pass sul lavoro, non ha bloccato l'Italia. Secondo Giovanni Toti, che del certificato verde è stato dal primo momento un fervente supporter, è merito della «forza tranquilla» della maggioranza degli italiani. Ma la tensione resta alta, soprattutto sul fronte dei porti.
E se la misura del governo dovesse trasformare l'Italia in un «tamponificio», senza fare crescere la percentuale di vaccinati, allora per il presidente della Liguria «è meglio passare all'obbligo vaccinale. Abbiamo anche una proposta di legge pronta in Parlamento. Ma aspettiamo qualche settimana. E lasciamo al governo la decisione».
GIOVANNI TOTI
Presidente Toti, l'Italia ha «digerito» il Green Pass obbligatorio sul lavoro? I porti sembrano essere il fronte più caldo. E Genova è il più grande d'Italia.
«Ho parlato con il ministro dell'Interno, con il prefetto e il questore di Genova. Il punto è che le proteste sono assolutamente legittime, ma la maggioranza del Paese si è espressa chiaramente a favore di un'Italia che riparte.
GIOVANNI TOTI FESTEGGIA LA VITTORIA CON UN PIATTO DI PANSOTI
E non sarebbe tollerabile allora che i porti diventassero la frontiera ostaggio di una frangia estrema. Ancora di più di fronte all'atteggiamento responsabile dei sindacati e della maggior parte dei lavoratori. Un conto è far sentire la propria voce, manifestare. Un altro è bloccare chi vuol lavorare».
giovanni toti con gli occhiali arancioni
Lei ha parlato di «forza tranquilla», citando Mitterrand. Potremmo dire la maggioranza silenziosa?
«Il grande Mitterrand... Diciamo che l'85% degli over 12 è vaccinato. Altre migliaia di persone che non sono d'accordo comunque vanno a farsi il tampone. Poi ci sono poche centinaia di persone che pensano di tenere in scacco il Paese. Milioni di persone hanno fatto il loro dovere per scacciare la pandemia, per fare ripartire un Paese che fa il più 6% di Pil.
Tamponi Covid
E poi c'è chi vorrebbe tornare all'epoca delle chiusure di tutto o chi vuole gli scontri di piazza. Io sono d'accordo sull'evitare la tensione, ma non se si blocca il porto di Genova o si blocca la Liguria».
È sostenibile sul lungo periodo fare mezzo milione di tamponi rapidi al giorno?
«Sicuramente è sostenibile, nel senso che siamo riusciti a garantirli. Ma non mi pare utile né sensato. Il Green Pass ha un obiettivo principe che è far aumentare i vaccinati, non alimentare le code davanti alle farmacie. Anche per questo in Liguria abbiamo deciso di dare i tamponi gratuiti a chi si vaccina con la prima dose».
GIOVANNI TOTI MATTEO BASSETTI
Per il professor Bassetti, suo consulente, già ora la misura è diventata un «tamponificio» e andrebbe rivista.
«In realtà anche le prime dosi di vaccino sono aumentate. E io credo che la fatica e il costo di fare due o tre tamponi a settimana spingerà molti a una riflessione. Ma se davvero dovesse trasformarsi in un tamponificio allora l'obbligo diventa la via più logica».
Il vaccino obbligatorio?
«Guardi, lo hanno chiesto i sindacati e anche noi come Coraggio Italia lo abbiamo chiesto più volte in Parlamento. C'è pure un nostro disegno di legge. Ma non lo abbiamo ancora presentato per rispetto al governo.
tamponi
La «quieta fermezza» di Draghi, dimostrata anche negli ultimi giorni quando in tanti tiravano per la giacchetta il premier chiedendogli di annacquare la legge sul Green Pass, ci dà fiducia e ci spinge ad aspettare.
Vediamo che cosa succede nelle prossime settimane. Ma se chi deve garantire l'ordine pubblico non è in grado di permettere le proteste senza intralciare il diritto a lavorare, una riflessione va fatta».
massimiliano fedriga
Il suo collega Fedriga dice che con il 90% di vaccinati si potrebbe anche togliere l'obbligo di certificato.
«Intanto arriviamoci, sarebbe già un grande risultato. Dal punto di vista della salute pubblica è chiaro che con il 90% di vaccinati il rischio di ripresa dell'epidemia è minimo. Ma dal punto di vista del cittadino vaccinato mi chiedo perché dobbiamo farlo convivere nello stesso ufficio chi non ha voluto immunizzarsi? Come si è fatto con i bambini a scuola, la salute è prevalente. E la democrazia non è il governo delle minoranze a dispetto della maggioranza».