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    SE LA DESTRA SI “IMPOSSESSA” DI CHEZZO ZALONE - “LA VERITÀ”: “I PROGRESSISTI ITALICI HANNO UN DISPERATO BISOGNO DELLE SARDINE. MA SE VOLESSERO DAVVERO UN'INIEZIONE DI ‘NORMALITÀ’, SE VOLESSERO ASCOLTARE IL POPOLO, BASTEREBBE CHE ANDASSERO AL CINEMA A VEDERE IL NUOVO FILM DI CHECCO ZALONE. LÌ DENTRO C'È UN POPOLO CHE NON È RAZZISTA E NON ODIA GLI IMMIGRATI, MA MAGARI È UN PO' STANCO DI SENTIRSI TRATTARE DA STUPIDO QUANDO NOTA CHE QUALCOSA NON VA…” - VIDEO


     
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    Francesco Borgonovo per “la Verità”

     

    CHECCO ZALONE CHECCO ZALONE

    Il sospetto sorge: e se stessero tutti guardando nella direzione sbagliata? I più illustri luminari della sinistra italica, ormai da settimane, non trovano di meglio da fare che rompersi il cranio a furia di rimuginare sulle sardine. Si rendono conto che i pesci balla che affollano (nemmeno troppo) le piazze sono privi di contenuti. E allora tutti si dannano per riempirli di concetti più o meno fumosi, nemmeno dovessero imbottire un tacchino per il pranzo di Natale.

     

    Il punto è che i progressisti italici hanno un disperato bisogno delle sardine. Vedono nei ragazzotti bolognesi e nei loro colleghi sparsi per l' Italia il miraggio di un legame con il popolo, ovvero quella stravagante entità di cui la sinistra ha perso da tempo ogni contezza, rapita com' è dalle astruse rivendicazioni delle minoranze più varie ed eventuali.

     

    checco zalone video immigrato checco zalone video immigrato

    Allora ci si mettono d' impegno a dire - come ha fatto Ezio Mauro - che i pesciolini rappresentano il cuore vivo e pulsante del Paese, quello che si è stancato delle farneticazioni sovraniste e chiede un mondo diverso. Funziona così ormai da anni: un po' di gente scende in strada a manifestare contro le destre e subito i progressisti gridano che quella è l' Italia vera, l' Italia migliore. È accaduto con i girotondi, con il popolo viola, con le massaie contro Silvio, con le madamine torinesi. C' è sempre, da qualche parte, un Nanni Moretti che grida: «Con questi dirigenti non vinceremo mai!».

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    C' è sempre un Roberto Saviano pronto a dettare la linea, e a spiegare quali siano «davvero» le esigenze degli italiani. Ci sono sempre dei giovani impegnati portatori di verità da ascoltare, un tempo lo furono persino Debora Serracchiani e Pippo Civati, e guardateli adesso. Poi, puntualmente, si scopre che la «voce del popolo», le «istanze da accogliere», i movimenti a cui «aprire il congresso del Pd» (lo chiede Massimo Cacciari riferendosi alle sardine) altro non erano che una camera dell'eco. Cioè un megafono diverso per le stesse tre o quattro idee da cui la sinistra non riesce a schiodarsi: antifascismo ideologico, antirazzismo, superiorità morale, disprezzo per l'''avversario e il volgo che lo sostiene.

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    Non è un caso che i grandi vecchi dell' italico progressismo siano in brodo di giuggiole. Eugenio Scalfari sostiene che, grazie alle sardine, «il terreno per un resurrexit della sinistra italiana ha tutte le premesse», paragona gli imberbi militanti ai sodali di Giuseppe Mazzini e li invita a ribattezzarsi «Giovane Italia», poiché appunto rappresenterebbero gli organi più sani della Nazione. Furio Colombo, meno enfatico, vede nei pesciolini «la prova che l'umanità dei sentimenti normali esiste», parla di «ritorno della normalità», di «richiesta di decine di migliaia di persone di tornare alla normalità psichica e morale».

     

    ZALONE ZALONE

    Ma, appunto, sorge il sospetto che stiano guardando nella direzione sbagliata. Se volessero davvero un' iniezione di «normalità», se davvero volessero ascoltare il popolo anche quando proferisce frasi che a loro non piacciono, potrebbero fare a meno di rivolgersi alle piazze sardinesche. Basterebbe che andassero al cinema a vedere il nuovo film di Checco Zalone.

     

    Anzi, ancora più semplice: si riguardassero il trailer di Tolo Tolo, in arrivo il 1° gennaio. Lì dentro c'è tutta la normalità dell'Italia. Lì dentro c'è il popolo: non tutto, magari, ma una bella fetta. Un popolo che non è razzista e non odia gli immigrati, ma magari è un po' stanco di sentirsi trattare da stupido quando nota che qualcosa non va nel sistema d' accoglienza.

     

    CHECCO ZALONE TOLO TOLO CHECCO ZALONE TOLO TOLO

    Un popolo che non è ossessionato dall' antifascismo, dall' antirazzismo e dalla difesa delle minoranze oltre ogni limite. Con estrema «normalità», in un' intervista al Corriere della Sera, Checco Zalone ha respinto al mittente le accuse di razzismo suscitate dalla piccola anteprima della sua pellicola. «Purtroppo non si può dire più nulla», ha dichiarato. «Se riproponessi certe imitazioni di 10 anni fa mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare, come facevo, che so, su Tiziano Ferro e sugli uominisessuali». Non è di sinistra, Zalone. Ma nemmeno «sovranista». Ha votato centrodestra, poi centrosinistra.

     

    Come tanti. E ripete: «L'unica cosa atroce, qui, è la psicosi del politicamente corretto. C' è sempre qualche comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende». Già: c'è sempre qualcuno che si indigna perché si sente migliore, qualcuno che fa la morale, qualcuno che prova a zittire chi non la pensa nel modo giusto. Dopo tanti anni, magari, il «popolo» si è un po' stancato di questa situazione. Non chiede regimi, rivoluzioni sanguinarie o violenze. Forse vuole solo qualcuno che lo ascolti o, al limite, che lo lasci in pace. Vuole un po' di normalità. Quella che un tempo aveva e da un po' gli hanno strappato.

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