1 – SEGRE E FERRAGNI, PATTO SULLA SHOAH
Assia Neumann Dayan per “La Stampa”
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Ieri la senatrice Liliana Segre, dopo un incontro al binario 21 della Stazione Centrale di Milano, ha sconvolto Internet con quella che mi sembra l'affermazione più audace della storia recente: «Mi piacerebbe incontrare Chiara Ferragni. Vorrei invitarla a visitare con me il Memoriale della Shoah di Milano».
Anatemi e urla scritte in maiuscolo nel mondo dei social, commentatori impazziti che si dicevano disgustati dal solo pensiero che Ferragni -un'influencer! Auschwitz non si tocca! - si sostituisse alla scuola. Innanzitutto, se così fosse, non mi sembra che la scuola abbia prodotto mirabolanti risultati leggendo pensieri e sintassi di queste persone; in secondo luogo, io la senatrice Segre la capisco: a 91 anni la immagino un filo stremata dal dover raccontare ininterrottamente la propria storia, magari vorrebbe solo fare la nonna, ed è esattamente come ha detto lei: «Ma se i giovani non arrivano, è stato tutto inutile?».
Chiara Ferragni compleanno a Palermo
Coinvolgere casa Ferragnez, lo zoo di vetro nel quale amiamo tutti rifletterci, è una mossa intelligentissima: il medium è il messaggio, e se i mezzi di comunicazione si evolvono, bisogna adeguarsi. Non è svilire la storia, è solo capire che il mondo è cambiato. Al momento della scrittura di questo pezzo Ferragni non ha ancora risposto, ma posso senza margine di errore dire che accetterà l'invito.
Dubito fortemente che Chiara possa dire: «Mi scusi senatrice Segre, ma al Memoriale della Shoah non ci vengo, sarebbe un messaggio troppo divisivo, mi è fuorimano e vorrei parlare solo di vestiti». Se Chiara non ha ancora risposto ufficialmente, il marito è però intervenuto su Twitter: «Sarei felice di invitare la Senatrice Liliana Segre al nostro podcast Muschio Selvaggio, spero possa accogliere il nostro invito».
Tutto si tiene, tutto è posizionamento e vetrina. Il podcast di Fedez è uno dei più ascoltati in Italia, ha un pubblico giovane, e avere un ospite di prestigio come Segre sarebbe sicuramente un'opportunità per lui, ma anche per lei. È un pensiero che dà fastidio, ma va considerato: la verità non basta più a se stessa.
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Siamo in un momento storico nel quale esistono persone che non credono a ciò che vedono, il negazionismo è ben esibito e coccolato, non ci si vergogna nemmeno a scrivere pubblicamente che Segre è una nazista e che dovrebbe parlare della Palestina. Quello che il ventre molle del Paese definisce "baratro culturale", io la chiamo "opportunità". Tra uno shampoo sponsorizzato e una vendita di alta bigiotteria, proprio in mezzo, forse vedremo Ferragni e Segre in visita al Memoriale della Shoah di Milano: pensiamo che questo abbassi la Shoah o che elevi lo shampoo? Il nodo della credibilità esiste, ma non è più importante.
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Siamo circondati da profili molto seguiti che tra un manifesto femminista, una raccolta fondi e una battaglia per i diritti civili mettono un piccolo intervallo, uno sponsor, una réclame: di fatto un piccolo palinsesto personale, e se davvero il medium è il messaggio, si è costretti a elaborare troppe informazioni in uno spazio troppo piccolo. Questo va bene e Chiara Ferragni che parla a milioni di persone di Shoah no? Non è un po' ipocrita?
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Ferragni è riuscita a far entrare la gente nei musei, più difficile di questo forse solo capire se ci può essere vita su Marte. Instagram è un mezzo concepito per una comprensione immediata con informazioni che spesso spariscono dopo 24 ore, non è fatto per discorsi complessi.
Noi però non siamo organismi unicellulari e di quella complessità abbiamo bisogno; forse siamo semplicemente troppo preoccupati della nostra immagine pubblica -tutti hanno un'immagine pubblica, dall'impiegata all'influencer- e quindi diciamo che Ferragni non è degna e che Segre è caduta in basso, giusto per compiacere l'idea che noi non siamo dei superficiali. Mio nonno è stato in un campo di concentramento, io lo so di cosa stiamo parlando, e che Ferragni accetti l'invito e che magari si faccia un selfie con la senatrice Segre mi sembra una cosa di magnifica modernità.
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2 - SEGRE CHIAMA FEDEZ E FERRAGNI "PORTATE I RAGAZZI AL BINARIO 21"
Zita Dazzi per “la Repubblica”
«Sì, ho visto che Fedez mi invita al suo podcast, è il suo mondo, certo. Ma io gli rispondo che sono lui e sua moglie Chiara Ferragni che devono venire con me al Memoriale della Shoah. Se vogliono venire assieme, perché si amano, benissimo. È ancora meglio! Io avevo invitato Chiara, perché seguo le donne. Ma l'amore è una cosa stupenda.
Quindi, li aspetto entrambi, visto che hanno preso tanti impegni di carattere sociale assieme. Che vengano a vedere questo luogo della Memoria così importante per Milano e per l'Italia».
Liliana Segre era allegra ieri sera al telefono, mentre aspettava il Tg1 dove l'hanno intervistata dopo l'invito rivolto a Chiara Ferragni. Un invito buttato lì, a margine della sua ultima visita in via Ferrante Aporti, dove è stato girato un nuovo video sulla scoperta del "Binario 21".
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In quel luogo di dolore - da dove partivano gli ebrei deportati ad Auschwitz - la senatrice ha sorpreso tutti parlando dell'influencer Ferragni e di come sarebbe stato importante mostrarle quel posto perché altri giovani in futuro arrivino a visitarlo. «Rispetto al numero dei turisti e degli abitanti di Milano, questo luogo è pochissimo frequentato. I ragazzi vengono solo se ce li porta la scuola».
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A 91 anni, la senatrice, attenta osservatrice della nostra società, non ha certo bisogno di farsi spiegare quale è il potere di Ferragni con i suoi milioni di follower. «Averla qua, sarebbe perfetto - aveva detto davanti a Roberto Jarach, il presidente della Fondazione Memoriale della Shoah -. Io conosco la signora Ferragni. So quello che fa.
Ho visto che si è impegnata col marito su temi sociali, è sicuramente una donna che non si occupa solo di moda e di vestitini. Quindi, perché no? Sarebbe utile venire assieme, davanti alla grande scritta "Indifferenza" che ho voluto all'ingresso del Memoriale proprio perché è questo oggi il problema da risolvere».
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Ore dopo la pubblicazione della notizia, mentre il caso esplode in rete, non risponde ancora la Ferragni. Ma si fa vivo su Istagram il marito, Fedez, che rilancia con una proposta diversa: «Sarei felice di invitare la senatrice Liliana Segre al nostro podcast "Muschio Selvaggio", spero possa accogliere il nostro invito».
La senatrice sorride, non sembra intenzionata ad aderire alla proposta, ma rinnova invece il suo appello. «Se piace questo, se la Ferragni funziona, io certo che la voglio al Memoriale, così molti seguiranno il suo esempio e questo non rimarrà il posto un po' triste e un po' sconosciuto che è oggi. Bisogna seguire le mode. E se Chiara vuole venire con suo marito, bene, sono contenta che si amino e li aspetto entrambi».
La senatrice, dopo aver passato anni a visitare scuole e a raccontare la sua odissea di bambina deportata, oggi ha voglia di fare cose nuove e di frequentare mondi diversi dai suoi, di incontrare persone che non ha mai visto.
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«Con questa idea della Ferragni ho passato tutta la giornata a rispondere al telefono, evidentemente ho avuto una buona idea - commenta - Il mio obiettivo è far sì che il Memoriale diventi un luogo dove i ragazzi vanno volentieri per capire il senso della Storia. Ho raccontato per anni cosa ho vissuto io e cosa hanno vissuto milioni di ebrei, condannati per la sola colpa di esser nati. È ora di passare il testimone: i giovani devono imparare e tramandare la memoria alle future generazioni ».
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