SCUTERI E CONSIGLIO L EX STUDIO DI BUFFAGNI CON LA PARTITA IVA SBAGLIATA
1 - ALMENO LA PARTITA IVA, SCRIVETELA GIUSTA
Dagonota - Qualcuno avverta Buffagni e i suoi ex colleghi dello studio Scuteri & Consiglio, che nel miserello sito che promuove le loro attività di commercialisti, c'è un dettaglio che farebbe gelare il sangue a qualunque potenziale cliente. No, non sono le tre scarne paginette con foto milanesi d'archivio e una lista generica di aree di competenza, in cui non si trovano manco i nomi dei soci e dei collaboratori, i casi trattati, o qualche pubblicazione, elementi che ormai costituiscono il minimo indispensabile per chi crea il sito di uno studio di commercialisti (figuriamoci per uno che lavora al fianco di Casaleggio).
SCUTERI E CONSIGLIO L EX STUDIO DI BUFFAGNI CON LA PARTITA IVA SBAGLIATA
Il dettaglio che riguarda lo studio di Viale Tunisia 22 dove fu firmato il famigerato Contratto del Cambiamento si legge in basso a destra, subito sotto l'indirizzo e-mail e il telefono, in ciascuna delle tre smilze pagine. Si tratta della Partita Iva. Che recita: ''123456789''. Voi direte: che fortunata coincidenza! Dei tributaristi che hanno la partita Iva più facile e memorabile di sempre. Purtroppo non è così: la partita Iva è composta da 11 numeri, e come potete facilmente contare, quella si ferma a 9.
Siamo semplicemente davanti a un errore grossolano, qualcuno che mette un numero a caso in attesa di fornire l'informazione corretta. Con un ulteriore problema: quel sito è online da almeno 4 mesi (la prima volta che a Dagospia ci siamo imbattuti in http://www.scutericonsiglio.it/ era lo scorso novembre), e indirizzo, numero e fax ci sono (sempre che risponda qualcuno...). Tenere un simile errore in homepage dopo tutto questo tempo, per dei commercialisti, è piuttosto imbarazzante…
Buffagni
2 - COMPETENZA REGIONALE SUI BOIARDI
Francesco Bonazzi per “la Verità”
Non c' è nomina pubblica in cui non intervenga il sottosegretario alla presidenza Stefano Buffagni, anche sui giornali. Il commercialista grillino è onnipresente su Authority e grandi partecipate di Stato, da Fincantieri a Leonardo. E sicuramente si sta preparando a dire la sua su Eni e Saipem.
Visto che l' ottimo Buffagni ha però la delega agli Affari regionali e le autonomie, per la par condicio urge che il ministro del Tesoro Giovanni Tria dica la sua anche sui consorzi agrari e di bonifica.
3 - BASKET, STAGE ALL' IKEA E POTERE ECCO IL RAS DELLE NOMINE A 5 STELLE
Roberto Petrini per “Affari & Finanza - la Repubblica”
Laureato in Economia e management alla Cattolica, 36 anni, sposato, è sottosegretario agli Affari Regionali ma è da otto mesi il plenipotenziario di Di Maio per tutte le operazioni di potere. Compresi gli strappi con la Lega A prima vista, lo diresti appena uscito dagli Anni Ottanta: chioma abbondante sul collo, ampio colletto, cravatta d' ordinanza e senza grande fantasia.
massimo casiraghi con stefano buffagni e danilo toninelli
La sua è l' uniforme del potere, ordinaria e distratta, come quella che indossavano i democristiani, troppo presi dalla mistica della politica per seguire i trend della moda. Difatti, sia detto con simpatia, ricorda in qualche modo Raffaele Fitto, uno degli ultimi democristiani rimasti in circolazione. Forse resterà alla storia per la sua ultima uscita stile Prima Repubblica, di venerdì scorso. quando ha annunciato, creando qualche imbarazzo, che la crisi di governo per colpa della Tav «è già aperta».
Eppure quando la Dc mori, nel 1994, Stefano Buffagni, aveva solo 11 anni e giocava a basket all' oratorio della Misericordia, a Bresso, centro-dormitorio a Nord di Milano, dove prevalgono le "nuance" del grigio. La grinta e l' intelligenza non gli mancavano e sono due caratteristiche che ha portato con sé a Palazzo Chigi, dove da otto mesi è il plenipotenziario di Di Maio per tutte le operazioni di potere, a partire dalle nomine.
Buffagni
Chi conosce i suoi compagni di scuola, quelli dell' Istituto tecnico Galvani, che frequentò, prima di laurearsi in Economia e management alla Cattolica di Milano, ci tiene, con qualche malizia, a ricordare il seguente episodio: il piccolo Stefano per non farsi copiare proteggeva test ed esercizi con il busto e le mani salvo poi, impietosito, concedere la dritta giusta, soprattutto in matematica.
Un regalo che faceva scontare per intero, nel pomeriggio, nei campetti di basket di Bresso: a fare la squadra voleva sempre essere lui.
Occupare i posti dove si decide è sempre stata una sua ambizione; e dove esercitarla se non in politica? Così nel 2010, diventa attivista dei Cinque stelle, nel 2013 entra in consiglio regionale. È il vero trampolino di lancio: conferma le sue qualità, intelligenza e aggressività.
BUFFAGNI INPS
Apprende che per fare politica bisogna essere spregiudicati: tuona contro la giunta leghista, ma poi non esita ad andare in tandem con Bobo Maroni, come quando tirò la volata al primo esperimento di voto con tablet per il referendum sull' autonomia voluto dal Carroccio. La quadratura del cerchio: nuovismo stile Casaleggio e indipendenza padana.
Ormai Stefano Buffagni, a 36 anni, è nell' empireo e ricorda con nostalgia quando da studente arrotondava con uno stage all' Ikea.
Non che avesse bisogno di un salto sociale, giacché la famiglia non se la passa male, ma certo sedere a Palazzo Chigi e nominare amministratori delegati e burocrati di Stato, è un' altra cosa.
Un particolare, avvenuto dopo le elezioni del 4 marzo che lo portarono alla Camera dice più di ogni altra storia. Era il maggio dello scorso anno e Salvini e Di Maio si erano riuniti al Pirellone di Milano per stendere il celebre contratto di governo. Dopo un primo momento dei due si persero le tracce. Dov' erano finiti? In cerca di riservatezza erano stati accolti dallo studio Scuteri e Consiglio di viale Tunisia, dove il padrone di casa era Stefano Buffagni.
stefano buffagni
Si può dire di più? Sì. Che Di Maio è stato spesso ospite dei Buffagni, Stefano e la moglie Giorgia, anche lei impegnata nel mondo del credito e della finanza. Come si può dire che il legame di Buffagni con Casaleggio è più che saldo. Dei tempi andati resta solo qualche rammarico dei militanti grillini della prima ora di Bresso che oggi lamentano, non senza qualche invidia, che Stefano si sia montato un po' la testa.
Ma questo succedeva e succede a tutti i politici che conquistano un palchetto di proscenio nel teatro romano. Piuttosto sono i dossier sui quali si esercita Buffagni a far tremare i polsi agli alleati leghisti e all' establishment. Lui è sottosegretario agli Affari Regionali, dunque sta a Palazzo Chigi, come vice della leghista, la ministra Erika Stefani, e dovrebbe occuparsi di marcarla sulla cruciale vicenda della autonomia regionale differenziata.
stefano buffagni giuseppe conte
Invece interpreta il suo mandato a tutto tondo, e si considera un po' il gemello di Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario leghista, che risiede a Palazzo Chigi come lui, ma è sottosegretario alla presidenza del Consiglio e dunque ha legittimamente il compito di sbrigare tutti gli affari di governo a 360 gradi.
Sia come sia, Buffagni in otto mesi ha ruggito da par suo. Considerato una sorta di intellettuale in un movimento dove le lauree sono un bene scarso, è diventato il teorico della "discontinuità", cioè l' argomento politico per far fuori l' élite. Lo usa senza mezzi termini, brandendolo come una scimitarra.
Bankitalia occupa i suoi pensieri: «Serve un segnale di discontinuità », tuona mentre opera per bloccare le conferme dei membri del direttorio che spettano al governatore. Non teme neanche il ministro del Tesoro Tria che, reo di essersi espresso a favore della Tav, viene maltrattato: «Hai preso impegni con Bruxelles, senza averli concordati con chi aveva i voti, e hai generato un danno successivo», ha guerreggiato alla volta di Via XX Settembre.
STEFANO BUFFAGNI LUIGI DI MAIO
Dove c' è una poltrona c' è Buffagni che pure deve avere un animo sensibile se è vero che, con la pallina rossa sul naso, da anni dedica qualche ora ai bambini negli ospedali. Ma la guerra è guerra e l' establishment è il nemico da abbattere. Così guida l' operazione Savona, riuscendo a mediare anche con Conte e Quirinale: il vecchio professore alla Consob in cambio della testa del "grillino" Minenna. Blocca Nori all' Inps, combatte per la Fincantieri e la Cdp. Non si annoierà: per ora nelle nomine importanti la Lega batte i grillini 5 a 4 ma la prateria delle poltrone di Stato è sterminata e Buffagni è ancora molto giovane.
RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA beppe grillo con buffagni Stefano Buffagni e Toninelli