Francesco Musolino per “Il Messaggero”
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Era l'editrice delle donne, si chiamava Laura Lepetit e con lei se ne va un altro grande pezzo dell'editoria italiana di taglio internazionale. La creatrice della casa editrice La tartaruga è scomparsa ieri, ad 89 anni, nella sua casa di Poggio Murella, in Maremma e la notizia è stata annunciata dall'amica di famiglia, Annarosa Buttarelli, compagna di molte imprese editoriali, tra cui la cura della collana Pensiero e pratiche di trasformazione di Moretti & Vitali.
LA NOTA E inoltre, recentemente ha scritto una nota per un libretto, Cavoli a merenda (che uscirà postumo in autunno, pubblicato dall'editore Tre Lune di Luciano Parenti) in cui Laura Lepetit, con la sua consueta ironia, commenta le ricette di cucina scritte da altri. «Laura era una gran signora milanese che un bel giorno voltò le spalle alla grande società e ai salotti altolocati per votarsi all'editoria, creando una casa editrice che pubblicava solo le donne, le voci più brillanti del panorama internazionale, destinate a far sognare tutti i lettori», afferma la scrittrice siciliana Silvana La Spina (1945) che venne scoperta proprio dalla Lepetit, pubblicando nell''86 Morte a Palermo, il romanzo che si aggiudicò il Premio Mondello l'anno seguente.
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Nata il 3 agosto 1932 a Roma, Laura Maltini in Lepetit si trasferisce nel 1944 a Milano dove si laurea in Lettere moderne all'Università Cattolica del Sacro Cuore. A ventiquattro anni si sposa con l'industriale Guido Lepetit con cui ha due figli. Dopo aver fatto qualche supplenza come insegnante, decise di rilevare con Anna Maria Gandini nel pieno degli Anni Sessanta, la gestione della celebre libreria Milano Libri e successivamente, nel 1975, diede vita alla casa editrice La Tartaruga che ha diretto fino al 1997, per poi cederla alla Baldini&Castoldi.
IL GENIO La scintilla di tutto, come dichiarò alla stampa, fu un vero colpo di genio: «Avevo appena letto Le tre ghinee di Virginia Woolf e con stupore, mi sono resa conto che nessuno lo aveva ancora tradotto. Lo faccio io, decisi. La Tartaruga è nata così». E anno dopo anno, la sua casa editrice ha pubblicato il gotha dell'editoria mondiale femminile, autrici di fama mondiale e premi Nobel come Margaret Atwood, Ivy Compton-Burnett, Nadine Gordimer, Barbara Pym, Virginia Woolf, Gertrude Stein, Grace Paley, Doris Lessing, Alice Munro, con il merito di aver ristampato anche autrici italiane dimenticate, fra cui Anna Banti, Paola Masino e Gianna Manzini, scoprendo anche esordienti come Francesca Duranti, Silvana Grasso e appunto, Silvana La Spina.
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«Laura era molto snob ma dotata di un fiuto editoriale e di una intelligenza lucidissima, senza pari, così come fu Elvira Sellerio, un'altra grande donna dell'editoria. Con Laura prosegue Silvana La Spina - fummo amiche nel corso degli anni, ne ricordo la grande coerenza».
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IL TITOLO Insignita nel 1987 del titolo di cavaliere del lavoro «per meriti morali e professionali», senza mai perdere candore e umanità, ha narrato la sua storia in Autobiografia di una femminista distratta, edito da Nottetempo nel 2016. «È brutto che a poca distanza se ne siano andati due editori Roberto Calasso e Laura Lepetit due capisaldi della scena editoriale che pur se con caratura diversa, si sono sempre distinti per intelligenza ed eccentricità nella ricerca delle opere. È molto triste conclude l'autrice siciliana perché oggi siamo tutti più poveri senza di loro».
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