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Piero Colaprico per www.repubblica.it
Se n’è andato “Peppino”, e cioè Giuseppe Turani, uno dei più informati giornalisti economici d’Italia. Ha attraversato numerosi quotidiani e settimanali e scritto, con Eugenio Scalfari, un libro che fece epoca: “Razza Padrona”. Non aveva compiuto ancora gli ottant’anni, aveva subito alcune operazioni al cuore e viveva spesso a Tassara, sui colli piacentini.
Spirito polemico, grande narratore – era capace di tenere tavolate intere spiegando la nascita dell’Eni, le visioni di Enrico Mattei, le intuizioni e gli spifferi che portavano a operazioni di Borsa clamorose – recentemente aveva “perso” una rubrica giornalistica che, a dispetto dell’età, teneva con grande entusiasmo.
peppino turani
Ieri s’è sentito male, è stata chiamata l’ambulanza che ha arrancato lungo le strade cariche di neve. Quando è arrivato all’ospedale di Broni c’era molto poco da fare e il cognato ha confermato ai numerosi amici di “Peppino” la morte dell’editorialista economico.
Giuseppe Turani
Uno che non “mollava” mai, che aveva superato la crisi, anche personale, della stagione di Tangentopoli, vissuto da vicino le storie della “teste Omega”, e cioè Stefania Ariosto, che aprì con le sue testimonianze le inchieste sulle corruzioni dei giudici della cassazione messe in atto da Cesare Previti, avvocato di Silvio Berlusconi.
Un giornalista che dava del tu a capitani d’impresa e finanzieri, figlio di un’epoca – quella della crescita del Paese – in cui pochi giornalisti sapevano spiegare esattamente i movimenti del “capitale”: lui era tra questi.