Simone Canettieri per “il Messaggero”
SALVINI FUCILE 1
Matteo Salvini aspetta. Ma ancora per poco. Il ministro dell' Interno, raccontano, osserva la guerriglia di emendamenti della fronda M5S sul suo dl sicurezza con distacco. Ma anche con una certa dose di fastidio.
Tanto che il leader della Lega si è dato un termine: ancora un' altra settimana, poi se non ci sarà «un' intesa» con i partner di governo userà le maniere forti. Ovvero: calerà la carta della fiducia.
E in questo modo stanerà i «frenatori» del governo. La trattativa in corso, in capo al sottosegretario all' Interno Nicola Molteni, è su più livelli. Perché la faccenda si sta abbastanza ingarbugliando. Da un parte c' è il grosso del provvedimento che riguarda appunto i migranti e che vede l' ala vicina a Roberto Fico pronta al no.
roberto fico
Dice infatti la senatrice M5S Paola Nugnes: «Il decreto sicurezza di Salvini genererà degrado e abbandono». Argomentando inoltre che «i 120 mila migranti irregolari in più che il dl produrrà non potranno che vivere ai margini della società come manovalanza della criminalità, spacciando e delinquendo. Ed è inutile che si continui a parlare di rimpatri, è una falsità, ci vuole tempo, accordi bilaterali e soldi».
Dall' altra parte del mondo M5S, c' è Luigi Di Maio che insiste affinché ci sia un emendamento che dia più poteri alla sindaca della Capitale. Ieri da Catania il vicepremier pentastellato è tornato all' assalto. Spiegando che «non si può governare una città come Roma con i poteri di un qualsiasi sindaco che deve sgomberare un edificio perché occupato, deve poterlo fare direttamente, non chiedere a cento enti».
NUGNES
Di Maio è consapevole dell' assalto del Carroccio alla Capitale grillina: «Si fece anche una legge su Roma Capitale, ma molti di quei poteri non sono stati attuati e altri bisogna crearli perché intanto negli ultimi decenni Roma è cresciuta così tanto da essere diventata una metropoli con dimensioni preoccupanti - ha concluso il vicepremier - e non ci sono poteri straordinari per poterla governare».
CARTA IGIENICA SALVINI DI MAIO
IL GELO
Su questo argomento si registra infatti il gelo della Lega. Salvini nei giorni scorsi ha preferito non commentare l' annuncio di un emendamento per la Capitale.
«Li leggerò uno a uno». Fonti del Carroccio continuano a dire: «Noi non ne sappiamo nulla, non l' abbiamo visto questo emendamento di Di Maio, forse è solo una mossa per cercare di proteggere Raggi da se stessa».
virginia raggi luigi di maio
Entrando nello specifico i problemi sono diversi: dare più risorse anche di uomini della polizia municipale a Roma, sconterebbe da subito tutte le città metropolitane, da Milano a Torino. La trattativa è complessa, dunque.
Il dl è ancora incastrato al Senato. Anche il premier Giuseppe Conte è in campo, tanto che ha convocato giovedì scorso a Palazzo Chigi il senatore Gregorio De Falco affinché faccia una marcia indietro, torni a più miti consigli e non ostacoli l' iter del provvedimento. Ecco perché Salvini prima di forzare la mano aspetta che «i grillini si schiariscano le idee al loro interno», raccontano alcuni parlamentari a lui vicini.
LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI
E dunque sta alla finestra in attesa che arrivi una schiarita politica. Anche perché la fronda sui migranti - cavallo di battaglia della Lega - è ritenuta insopportabile e rischia di minare la pace armata raggiunta sulla manovra, dopo la baruffa sul decreto fiscale. Ma se non dovesse arrivare un' intesa all' interno della maggioranza? Allora Salvini metterà sul tavolo la pistola carica della fiducia. E tutto potrebbe diventare molto più complicato, spingendo pezzi del M5S lontani dall' orbita del governo. Un lusso che Di Maio non può permettersi, anche se allo stesso tempo deve portare a casa un risultato per Virginia Raggi.
luigi di maio onesta gregorio de falco SALVINI DI MAIO ALLA FINESTRA DI PALAZZO CHIGI