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    SE NON LO FAI PER LA POLIZIA, FALLO PER I PASSEGGERI – CHI NON SI FERMA AD UN POSTO DI BLOCCO ESERCITA VIOLENZA PRIVATA SULLE PERSONE A BORDO – LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI MILANO SUL CASO DI UN AUTOMOBILISTA INDISCIPLINATO


     
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    Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

     

    C' è un posto di blocco, e la polizia intima l' alt? Se non ci si vuole fermare per sé, almeno ci si fermi per gli altri che sono a bordo, pena il reato di «violenza privata» nei loro confronti. È un paradosso, ma è anche la morale traibile dalla sentenza con la quale il Tribunale di Milano ha condannato a 4 mesi un giovane (in fuga dall' alt della polizia) appunto per «violenza privata» ai danni delle tre passeggere che erano sulla sua auto.

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    L' 8 marzo 2011 tre ragazze sudamericane avevano incontrato in una discoteca sui Navigli due ragazzi, con uno dei quali alle tre di notte avevano deciso di spostarsi in auto verso un' altra discoteca che avrebbe aperto alle quattro del mattino. Lungo la strada l' auto del ragazzo, troppo veloce, era però stata notata da una pattuglia della polizia ferroviaria di Lambrate, che le aveva intimato l' alt.

     

    Il ragazzo, come risposta, aveva sterzato sin quasi a urtare la polizia ed era ripartito a razzo, determinando un lungo e vero e proprio inseguimento durante il quale il conducente (che, si capirà poi, non voleva fermarsi perché sarebbe emerso che aveva violato gli arresti domiciliari) compiva una serie di manovre pericolose, «saltava» i semafori rossi, imboccava strade contromano, curvava ad alta velocità: tutto mentre le tre ragazze a bordo, terrorizzate, gli urlavano di smetterla e di fermarsi subito obbedendo all' alt della polizia.

     

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    Che cosa è questo? È, risponde la motivazione della condanna scritta dalla giudice Monica Amicone, «violenza privata» intesa non quale energia fisica esercitata dal corpo di qualcuno come costrizione sul corpo di un altro, ma «come qualunque mezzo idoneo a coartare la volontà del soggetto passivo, annullandone la capacità di determinazione o azione. Nel caso di specie, le tre ragazze a bordo sono state costrette, per effetto della condotta dell' autista al volante, e contro la propria volontà energicamente piu volte espressa, a rimanere all' interno della vettura» in fuga dalla polizia, e «a tollerare la guida pericolosa del conducente per 20 minuti».

     

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    La difesa del ragazzo argomentava che egli non avesse il dolo specifico di esercitare violenza privata, ma che la sua condotta fosse «esclusivamente finalizzata alla fuga, e non soggettivamente rivolta a precludere la libertà di autodeterminazione» delle tre passeggere.

     

    Il Tribunale obietta però che la violenza privata richiede solo un dolo generico, e che il conducente «si è pacificamente rappresentato la costrizione delle tre persone offese (che gli gridavano di fermarsi) come conseguenza certa e causalmente determinata dalla propria condotta violenta». Il ragazzo, abbandonata l' auto, quella notte era poi scappato a piedi, ma era stato presto rintracciato nell' androne di un palazzo, e poi già condannato per l' evasione dai domiciliari.

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