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    “SE NON STAI CON ME UCCIDO TE, LA TUA FAMIGLIA E IL TUO FIDANZATO” - UNA VENTENNE DI TORINO HA VISSUTO DUE MESI SCHIAVA DI UN ADDETTO ALLE POMPE FUNEBRI 30ENNE CHE LA PICCHIAVA, VIOLENTAVA E DETTAVA LE REGOLE DELLA SUA QUOTIDIANITÀ: COME VESTIRSI, QUANDO MANGIARE, BERE E LAVARSI – L’UOMO PERÒ HA COMMESSO UN PASSO FALSO: SI ERA MESSO IN TESTA DI MANDARE IN PRIGIONE L’EX FIDANZATO DELLA RAGAZZA E…


     
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    Da www.leggo.it

     

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    «Devi fidanzarti con me o uccido te e la tua famiglia»: l'incubo di una ventenne a Torino

    Dalle indagini sono emerse altre vittime che per paura non hanno mai denunciato le violenze ricevute, ma che adesso, con il 30enne in carcere, potrebbero testimoniare contro di lui

    «Se non stai con me uccido la tua famiglia, il tuo fidanzato e poi ammazzo anche te», continuava a ripeterle per piegarla al suo volere. E lei, una ragazza poco più che 20enne, per due mesi è stata costretta a vivere nella paura e a subire ogni tipo di violenza.

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    A causa sua ha dovuto lasciare il lavoro, mentire ai genitori, ma soprattutto ha dovuto fingere di essere felice. Cosa che non era assolutamente, visto che era prigioniera di un uomo che la picchiava, violentava e dettava le regole della sua quotidianità: come vestirsi, quando mangiare, bere e lavarsi. Una aggressività psicologica, oltre che fisica, che l’ha resa succube e impotente.

     

    Adesso, però, per la giovane l'incubo è finito. L'uomo, un 30enne, è in carcere in attesa del processo iniziato ieri, giovedì 19 maggio. Il pm Barbara Badellino gli contesta una lunga serie di reati: violenza privata e sessuale, maltrattamenti, estorsione, minacce e sequestro di persona.

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    IL RACCONTO

    Il racconto della ragazza che, assistita dall’avvocato Simona Marengo, è stata ascoltata in incidente probatorio, ha lasciato tutti a bocca aperta, sconcertati dalla brutalità dell'imputato. Tutto è iniziato nella primavera dello scorso anno. La giovane lavorava in un bar di un piccolo paese ed è lì che conosce il suo futuro aguzzino. All’inizio l’uomo, addetto alle pompe funebri, prova inutilmente a corteggiarla, poi cambia tono e diventa aggressivo: «Devi stare come me, altrimenti ammazzo la tua famiglia».

     

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    La ragazza si spaventa: a maggio lascia il fidanzato e si trasferisce a vivere con l’imputato. Lui la imprigiona, le porta via il cellulare, le chiavi di casa e il bancomat. La costringe a licenziarsi, le vieta di uscire. Ostaggio tra le mura domestiche, la ragazza diventa in poco tempo schiava dell'uomo che la picchia e abusa di lei. Terrorizzata che l’uomo possa sterminare la sua famiglia, soggiace a ogni sua richiesta: usa i propri risparmi per comprargli vestiti, scarpe, smartphone di nuova generazione ed elettrodomestici. Lui le ordina di vestirsi con abiti a maniche lunghe per coprire i tatuaggi, di mangiare quello vuole lui quando vuole lui. Ogni tanto si fa accompagnare in paese per una passeggiata, ma prima le spiega le regole: «Resta con lo sguardo rivolto a terra, non parlare con nessuno».

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    A luglio, però, commette un passo falso. L'uomo pianifica di mandare in prigione l'ex fidanzato della giovane accusandolo di un'aggressione mai avvenuta. La ragazza si fa accompagnare dai genitori con la scusa di prendere i soldi che aveva dimenticato nella sua vecchia camera. Lei sale in casa e lui la aspetta giù. È il momento giusto per scoppiare in lacrime con i genitori e raccontare tutto. Da lì scatta la denuncia e nel corso delle indagini si scoprono altre vittime che per paura erano rimaste in silenzio, ma che ora potrebbero testimoniare contro di lui: adesso che è in carcere e non può più terrorizzare nessuno.

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