Michela Allegri e Alessia Marani per il Messaggero
daniel bazzano lorenzo marinelli
L' INCHIESTA «Se pijamo la piazza, è nostra», spregiudicati e fuori di testa, ridono e urlano, mentre sfrecciano via a bordo di un Sh subito dopo avere sparato contro Manuel Bortuzzo che si accascia davanti al distributore dei tabacchi all' angolo di piazza Eschilo, all' Axa. Lorenzo Marinelli, che era seduto dietro lo scooter, ha premuto il grilletto tre volte, mentre Daniel Bazzano, detto Piddu, guidava. Credono di avere dato una lezione ai rivali con cui, poco prima, avevano ingaggiato la rissa scoppiata all' O'Connel Irish pub. All' appuntamento si erano presentati con le dovute cautele, nascondendo il revolver «in una buca nel terreno nel luogo dove avevano parcheggiato il motorino», sostiene Marinelli, come scrivono il procuratore aggiunto Nunzia D' Elia e la pm Elena Neri nel decreto di fermo.
Ed emerge anche altro: una rete criminale li avrebbe coperti nella latitanza. Per la Procura devono restare in carcere, «non può escludersi che, se liberi, si sottrarrebbero di nuovo al proprio rintraccio, non avendo riferito nulla in ordine al luogo della loro permanenza nei giorni successivi al delitto, il che porta a ritenere che siano in contatto con ambienti criminosi in grado di offrire loro protezione».
lorenzo marinelli
LA LATITANZA Dove erano finiti prima di costituirsi? Non troppo lontano stando alle indagini. Ospitati la prima notte a casa di un pregiudicato ad Acilia, non lontano da dove alle 5 del mattino, era stato dato alle fiamme lo scooter. Poi avrebbero bussato alle porte di un' altra vecchia conoscenza, offrendo denaro. Braccati dai poliziotti di Ostia e della Mobile. Un mondo criminale sul quale la Procura sta stringendo il cerchio: i complici che hanno aiutato gli indagati rischiano l' accusa di favoreggiamento. L' inchiesta punta anche a scoprire chi abbia fornito ai ragazzi l' arma, su cui sono in corso perizie: Marinelli ha raccontato - non creduto dal pm - di averla trovata per caso un paio di mesi fa. «Mi sono recato di nuovo al pub perché volevo andare a menare qualcuno», ha detto Marinelli alla Polizia.
daniel bazzano 1
Un' informativa darebbe la presenza dei figli del boss dei Casalesi, trapiantato ad Acilia, Mario Iovine, al pub proprio quella sera. Circostante nella lente degli investigatori.
«Non conosco il ragazzo che è stato colpito. È stato un errore, non so chi volevo colpire. Vado in carcere perché è giusto che Manuel abbia giustizia», ha detto ancora Marinelli.
Per gli inquirenti, poco importa che i due si siano presentati spontaneamente in Questura e si siano scusati: sapevano che gli agenti della Mobile li avevano identificati e rintracciati. «La presentazione spontanea appare dovuta all' intenzione di alleggerire la pressione nella zona dove si è verificato il delitto, ad alta densità malavitosa, esercitata dalla massiccia presenza delle forze dell' ordine», è scritto ancora nel decreto. Gli indagati, inoltre, hanno reso una confessione solo parziale, «hanno cercato di limitare le proprie responsabilità». Sono accusati di tentato omicidio, con l' aggravante di avere agito per motivi «futili e abbietti». Volevano vendicarsi, con violenza. Con un' azione che, per la Procura, era premeditata. Tanto che Marinelli - che ha ammesso gli addebiti, pur fornendo dichiarazioni contraddittorie - ha raccontato «di avere nascosto la pistola in una buca nel luogo dove avevano parcheggiato il motorino» e che, dopo la rissa, sarebbe andato a prenderla. Circostanza che confermerebbe la tesi di un regolamento di conti.
MANUEL BORTUZZO
Bazzano sostiene invece di non avere mai saputo dell' esistenza dell' arma: «Gli ho detto: Ma cosa hai combinato? - ha raccontato - mi ha risposto: Ora portami a casa da mio figlio». Circostanza confermata da Marinelli, ma definita «inverosimile» dai pm: «Verosimile è invece che Bazzano avesse consapevolezza di essere ritornato sul luogo per punire coloro che avevano picchiato l' amico e che tale comportamento possa giustificarsi solo essendo certo della possibilità di utilizzare l' arma».
lorenzo marinelli
LA TESTIMONE È stata la testimonianza di una ragazza che si è presentata spontaneamente al commissariato Lido a dare la svolta alle indagini. Ha raccontato che quella notte «aveva sentito i colpi di pistola». Poi, aveva visto un motorino fuggire «a forte velocità, incurante dell' incrocio pericoloso, con a bordo due ragazzi che urlavano e ridevano». Lo scooter procedeva «con modalità spericolate, passando talmente vicino alla sua macchina da obbligare l' amica che era con lei a lanciarsi all' interno per non essere investita». Ha anche fornito un parziale identikit degli indagati: «Uno più piazzato, era senza casco e aveva il doppio taglio ai capelli. L' altro indossava un giubbotto rosso».
URLA E RISATE DOPO GLI SPARI
Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani per corriere.it
MANUEL BORTUZZO
L’euforia dopo gli spari. Le urla e addirittura le risate per quella vendetta andata a segno. A cento metri dal luogo dove hanno appena ferito Manuel Bortuzzo, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano sfrecciano in scooter raggianti. Li nota una testimone, che dopo aver udito i colpi — scambiati per petardi — si sporge dal marciapiede per capire cosa accade e vede passare il mezzo. La ragazza, citata nel decreto di fermo a carico dei due giovani di Acilia, parla di «guida spericolata» radente alle auto in sosta, tanto da costringere la sua amica a fare un salto indietro «per non essere investita».
LORENZO MARINELLI
La premeditazione
La posizione dei due autori dell’agguato di sabato notte nel quartiere Axa di Roma si aggrava ogni ora che passa. La difesa abbozzata mercoledì in questura, dove si sono presentati sostenendo di essere disperati per l’errore di persona commesso, è apparsa piena di passaggi poco credibili. Il pm Elena Neri e il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia contestano l’aggravante della premeditazione assieme al tentato omicidio per futili ed abietti motivi, oltre che al porto abusivo d’armi.
La rissa
Ma la squadra mobile e il commissariato di Ostia stanno completando la ricostruzione dello scenario in cui è avvenuta la rissa (e la vendetta dei due), sulla fondata ipotesi che all’O’Connell Pub di piazza Eschilo fosse in corso un vertice tra bande rivali per dirimere questioni legate allo spaccio. Summit poi degenerato in pugni, calci, lancio di sgabelli e posacenere. Coinvolte una ventina di persone, divise tra i due schieramenti. Tra gli avversari di Marinelli e Bazzano, anche membri del clan Iovine, camorra casalese, che nel basso Lazio è ben radicata. In questa ottica, il ritorno dei due sul luogo dello scontro dopo aver recuperato un revolver calibro 38, avrebbe una duplice motivazione: vendicare le botte prese (Marinelli ne è uscito malconcio) ma anche chiudere la contesa sullo spaccio, eliminando uno dei rivali (scambiato per l’inconsapevole Manuel).
MANUEL BORTUZZO
Le indagini della Dda
«Se pijamo la piazza», è la frase attribuita ai due in scooter da un testimone. Movente, contesto, coperture nella fuga ed episodi pregressi possono così trasformare l’agguato in materia per la Dda, che sulle associazioni criminali di Acilia ha già da tempo avviato indagini. Ieri in ospedale anche il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, ha fatto visita al giovane nuotatore.
Alcol e droga
MARINELLI BAZZANO
Il curriculum dei due fermati, che oggi compaiono davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia, è ricco di episodi significativi. Bazzano, 25 anni, a novembre 2012 fu arrestato dai carabinieri per una rapina in un bar di Acilia. Seppur armato e a volto coperto venne riconosciuto dai titolari come l’autore di un analogo colpo pochi giorni prima e messo in fuga. Con l’amico Marinelli, 24 anni, entrambi privi di licenza media e senza un lavoro ufficiale, sono stati otto volte fermati al volante senza patente, e sebbene gli sia stata revocata hanno continuato a guidare. «Avevo bevuto otto bicchieri di amaro del Capo, assumo cocaina una volta al mese ma non quella sera — ha detto Marinelli agli inquirenti, tra tanti non ricordo ed evidenti omissioni —. Dopo essere stati aggrediti, siamo tornati ad Acilia a prendere lo scooter, ho dissotterrato la pistola che avevo trovato due mesi prima in un campo e siamo tornati al locale. Daniel non sapeva che ero armato, ho esploso i colpi in direzione di un ragazzo che ho visto muoversi. Ho sparato in corsa, non ero sicuro di averlo colpito, ho detto a Daniel di continuare dritto e portarmi da mio figlio. Sono profondamente scosso, non so davvero capacitarmi del mio gesto».
daniel bazzano
Il filmato
In un filmato della videosorveglianza della tabaccheria, luogo del ferimento, si vede Manuel girarsi (non è chiaro se per gli spari o perché chiamato) e poi crollare al suolo, le gambe immobili mentre la sua ragazza Marina si getta su di lui per soccorrerlo. Il 19enne non aveva né cappello, nè cappuccio. Quando ha sparato, Marinelli — che ha chiesto di essere portato a Rebibbia dove suo padre sconta una condanna per droga — non ha neanche aspettato di guardarlo in faccia.
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MANUEL BORTUZZO DETTI