Alessandro Gonzato per Libero quotidiano
NADIA ORLANDO
Un mese fa aveva strangolato la fidanzata, poi aveva vagato per tutta la notte in auto col cadavere riverso sul sedile del passeggero, e poco dopo le nove del mattino si era presentato alla caserma della Polstrada di Palmanova, in provincia di Udine, per confessare l' omicidio. Era il primo agosto. Ora Francesco Mazzega, 36 anni, è già pronto per uscire dal carcere e andare a casa di mamma e papà, nel Comune di Muzzana del Turgnano (sempre a Udine), agli arresti domiciliari.
NADIA ORLANDO 4
Non ci andrà subito solo perché il braccialetto elettronico che dovrà portare alla caviglia e tramite cui le forze dell' ordine monitoreranno la sua posizione non è ancora disponibile. Ci vorranno almeno una ventina di giorni, ha fatto sapere ieri il procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo. Che, alla luce del dilatamento dei tempi, ha invitato i giudici del Tribunale del Riesame di Trieste a integrare il provvedimento depositato martedì per modificare la decisione e scongiurare quindi l' uscita di prigione del detenuto.
Ma la sostanza non cambia: il reo-confesso, come detto, è destinato a tornare dai genitori tra poco tempo. All' indomani dell' uccisione della 22enne Nadia Orlando, Mazzega era stato trasferito nel reparto di Psichiatria dell' ospedale di Udine. La decisione era stata presa per il rischio che il detenuto compisse atti di autolesionismo. Il 10 agosto, giorno del suo compleanno, superata la fase considerata di maggior pericolo, era stato riportato in cella.
NADIA ORLANDO 1
Ventiquattro ore prima oltre 2.500 persone nel parco di Vidulis - piccola frazione di Dignano, dove Nadia viveva coi genitori e il fratello - avevano partecipato ai funerali della ragazza: «Sono onorato di averti avuto come figlia» aveva detto il papà, Andrea. Pochi giorni dopo i legali di Mazzega, riuscendo a convincere i giudici della «grave situazione psico-fisica» del loro assistito, sono riusciti a ottenere il nulla osta per la scarcerazione.
auto Francesco Mazzega
Nel dispositivo del Riesame si fa riferimento sì alla «pericolosità sociale dell' individuo» e all' «efferatezza del delitto», ma si legge anche che quella della custodia cautelare col braccialetto elettronico è ritenuta una forma di detenzione sufficiente affinché il soggetto non commetta altri atti gravi, non inquini le prove e non fugga. «Può anche non piacere - ha commentato il procuratore capo - ma da uomo delle istituzioni finché c' è questa legge dico che dobbiamo osservarla».
Mazzega è accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi. La sera del 31 luglio Nadia era uscita di casa per un chiarimento con lui. La ragazza non aveva preso con sé il telefono. Papà e mamma, non vedendola rincasare, qualche ora più tardi avevano chiamato i carabinieri. La figlia però era già stata uccisa all' interno della Toyota Yaris del fidanzato mentre si trovavano sul greto del Tagliamento. L' uomo ha poi confessato detto di averlo fatto per gelosia: la compagna gli avrebbe confessato un tradimento avvenuto la sera prima alla sagra del paese, particolare che la famiglia della vittima ha subito smentito.
BRACCIALETTO ELETTRONICO
Appresa dai telegiornali locali la notizia dell' imminente scarcerazione di Mazzega, alcuni detenuti del carcere di Udine hanno cominciato a sbattere le scodelle sulle inferiate delle finestre delle proprie celle e a urlare il loro disappunto. La protesta è andata avanti per un paio d' ore. Poi l' intervento delle guardie ha placato i detenuti.
I genitori della povera Nadia definiscono la decisione del Riesame «un pugno nello stomaco». Il loro avvocato, Fabio Gasparini, parlando con Libero dice che «che nessuno poteva pensare che all' imputato fosse concesso un simile beneficio. Riguardo a questa decisione però - prosegue - noi non possiamo farci nulla. Il dispositivo del Riesame dal punto di vista giuridico non ci riguarda. Certo che potete ben capire lo stato d' animo dei familiari di Nadia».
francesco mazzega luogo del delitto
Quanto ai tempi del processo, il legale non si sbilancia, «anche perché - sottolinea - potrebbero esserci nuovi elementi, la ragazza potrebbe essere morta per soffocamento, quindi con modalità ancora più cruente, e non per strangolamento come sostenuto da Mazzega. Dunque anche il capo di imputazione potrebbe aggravarsi».