Marco Antonellis per ''Italia Oggi''
BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA
A Palazzo Chigi non sono proprio andati giù i «dieci punti» di Nicola Zingaretti sul Mes (il Meccanismo europeo di stabilità) lanciati dalle pagine del Corriere della sera. Non perché Conte non sia d' accordo sui contenuti, piuttosto perché non si aspettava tutta questa enfasi da parte del segretario Pd, una spettacolarizzazione della vicenda Mes che ha fatto indispettire ancora di più i 5 Stelle: esattamente quello che Conte voleva evitare (infatti l' ordine di scuderia di Palazzo Chigi è di mantenere più possibile il profilo basso sull' intera vicenda).
Invece, la sortita di Zinga rischia di bruciare completante la strategia messa in atto dal duo Conte-Casalino: rinviare il voto sul Mes e sull' intero pacchetto di aiuti europei a settembre, soltanto dopo l' intesa sul Recovery Fund.
Tanto più che «oggi con un voto al Senato il governo cadrebbe» spiegano senza mezzi termini da Palazzo Chigi. I segnali che arrivano al premier dai vertici pentastellati non sono positivi: mancherebbero all' appello una decina di voti, persino in aumento rispetto ai sette già messo in preventivo nei giorni scorsi. Intanto il 15 luglio il presidente del Consiglio sarà in parlamento.
ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO
La strategia è quella di presentare una risoluzione di maggioranza che riguardi esclusivamente il Recovery Fund, di cui si discuterà nel successivo Consiglio Europeo del 17-18 luglio. Ma in seno alla maggioranza di governo, in particolare tra i 5 Stelle, in queste ultime ore c' è parecchio malumore anche per un' altra questione: riguarda Silvio Berlusconi. Si tratta del possibile aumento della pubblicità alle tv diverse dalla Rai grazie alla mediazione del premier che farebbe entrare più soldi nelle casse della Rai mediante il canone e meno dagli spot. Questa decisione viene vista come un vero e proprio assist non solo però per le Tv di Berlusconi ma anche per tutte quello che un tempo si chiamavano tv private: da Sky a Mediaset passando per la7.
Ebbene, in proposito fonti grilline di primissimo piano hanno già recapitato un chiarissimo messaggio al Premier: «A queste condizioni noi non ci stiamo, tanto più se l' accordo dovesse nascere da un confronto diretto tra Conte e Berlusconi, un do ut des per avere una mano da Forza Italia sull' odiato Mes». Insomma, di giorno in giorno per «Giuseppi» la situazione si fa sempre più ingarbugliata. cadere dalla padella nella brace.
giuseppe conte
Tanto che ora si comincia a guardare anche tra i senatori del «misto» al fine di trovare i numeri per far approvare il Mes perchè «se passasse con i voti determinanti di Forza Italia la crisi di governo sarebbe inevitabile» temono dalla maggioranza di governo.
Per questo accettare i voti di Berlusconi per Conte potrebbe significare cadere dalla padella nella brace.