Stefano Mannoni per milanofinanza.it -Estratti
Trump e Putin
Tempismo perfetto per una tempesta perfetta. Tucker Carlson non ha finito di rendere pubblica l’intervista con Vladimir Putin, nella quale lo zar ha dichiarato con calma olimpica di non avere mire aggressive verso alcun Paese della Nato, che il Segretario generale della stessa alleanza, Jens Stoltenberg si è precipitato al Die Welt affermando sostanzialmente di non credere a una sillaba delle garanzie prestate dal leader russo. La parola d’ordine per Stoltenberg può essere una sola: riarmare, riarmare e ancora riarmare.
Il capo politico della Nato evidentemente teme di passare per un nuovo Neville Chamberlain che a Monaco nel 1938 si fidò delle rassicurazioni di Hitler sui millantati disegni di coesistenza pacifica della Germania. Per carità, può darsi che sia così. Su un punto Stoltenberg ha sicuramente ragione: la deterrenza deve essere efficace per funzionare.
Trump e Putin
Ma se è vero che l’Europa si prepara a «decadi di confronto con la Russia» (sic) bisogna darne uno straccio di dimostrazione all’opinione pubblica che, incidentalmente, si avvia alle elezioni senza che il tema della sicurezza collettiva sia nemmeno sfiorato dalla ineffabile Ursula von der Leyen, più preoccupata delle emissioni dei motori a scoppio che di una escalation di questa pericolosità.
E che sia pericolosa non vi è alcun dubbio: in questo clima basta un incidente al confine per creare il casus belli e fare rivivere agli europei incubi che speravano appartenessero ai resoconti dei libri di storia.
jens stoltenberg doanld trump - vertice nato
Il lettore mi potrebbe però subito rimbrottare per non avere esordito con le folli affermazioni di Donald Trump in campagna elettorale secondo le quali egli incoraggerebbe la Russia ad attaccare i Paesi dell’Alleanza atlantica insolventi coi loro contributi. Non è forse una impellente motivazione per correre ai ripari e, appunto, riarmare prima che Hitler-Putin si avventi su una nuova preda in vista di un nuovo isolazionismo americano? Rispondo: alla follia di Trump non bisogna reagire con avventatezza.
Certo la prospettiva che Trump torni alla Casa Bianca fa venire i brividi, ma non è questa una ragione per archiviare la diplomazia. Anzi: dovrebbe rafforzarne il movente, visto e considerato che una chance ai russi per parlare deve essere pure concessa. Ma, si dirà, incombe il precedente dell’attacco a sorpresa all’Ucraina.
jens stoltenberg doanld trump - vertice nato
Ebbene, correggo subito: tutto è stato salvo che un attacco a sorpresa e per convincersene basta sfogliare le dichiarazioni, queste si lunghe decadi, di Putin in cui egli avvertiva l’Occidente a non mettere alla prova la pazienza della Russia sulla collocazione di una Paese strategico per la sua sfera di influenza.
vladimir putin donald trump DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN CORONAVIRUS vladimir putin donald trump
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