Emanuela Audisio per “la Repubblica”
frecciabianca roma falconara 21
Se una sera d' estate un viaggiatore volesse partire da Roma per un coast to coast fino all' Adriatico meglio lasci ogni speranza. Di arrivare in treno. All' ora stabilita. In condizioni civili. Connessi e in sicurezza, con modalità anti-Covid. Sono appena 206 chilometri tra la stazione di Roma Termini e quella di Falconara Marittima, in mezzo tra Lazio e Marche c' è l' Umbria. E l' Appennino.
E un collegamento ferroviario a bassa velocità che vi farà rivivere l' epopea del Far West. Tra frane e guasti elettrici. Si sa, non è una linea da sogno, ci mettete di meno ad andare (in aereo) a New York. Forse Leopardi ha scritto l' Infinito sì per la siepe, che da tanta parte dell' ultimo orizzonte il guardo esclude, ma anche per il tempo che ci vuole per raggiungere questa costa adriatica. Prendete il treno più veloce, l' unico Frecciabianca che parte da Roma alle 17,25 e dovrebbe raggiungere Falconara Marittima alle 20.33 per arrivare a Ravenna alle 22.05.
frecciabianca roma falconara 18
Considerate gli orari un' espressione algebrica sbagliata. C' è un guasto elettrico forse riparabile, non si sa, Antonio Meucci (da solo) nel 1871 brevettò il telettrofono, un apparecchio che permetteva di comunicare a distanza, nel 2021 riparare dopo ore una disfunzione è pura fantascienza. A Foligno il treno si ferma. «Per un' ora», annuncia un' ottimista ragazza in divisa. «Vedrete, si riparte con il treno».
Sono circa le 19,30. Parte l' urlo dei passeggeri: riattivate l' aria condizionata che soffochiamo. Dopo un' ora altro annuncio, stessa ragazza. «C' è da aspettare un' altra ora». Domanda: cosa succede? Siete sicuri che ripartiremo? «Non sappiamo, chissà».
frecciabianca roma falconara
Verso le 22 sulle carrozze c' è una certa agitazione, si capisce che il treno è un binario morto, c' è chi scende, arriva il passaparola: sul piazzale, davanti alla stazione, troverete le corriere. Ci sono tre bus, non corriere, che vengono presi d' assalto e dove la gente con bambini si ammucchia in piedi e seduta sopra i bagagli, aria chiusa irrespirabile. Nessun cartello.
Il distanziamento? Forse su Marte, non qui sulla terra. La sera è calda, si suda, nessuno di Trenitalia che si manifesti o che porti acqua e viveri. Invocazioni e imprecazioni varie. C' è chi corre da un tram all' altro, arrivano tre ragazzi giovani (e inesperti) in divisa, sono al telefono attendono ordini. Si gioca l' europeo di calcio, ma davanti alla stazione di Foligno, Italy, l' Europa non sembra arrivata. C' è chi grida: mi aspettano a Ravenna, a Jesi, a Falconara. C' è chi è vicino allo svenimento, chi invoca l' intervento dei carabinieri.
Dopo un' altra ora i bus hanno finalmente una destinazione non stop: Ravenna, Jesi, Falconara. Naturalmente sedili non reclinabili, nessun tavolino, né toilette, nessuna presa elettrica. E nessuno di Trenitalia che si preoccupi delle condizioni dei viaggiatori. Si viaggia di notte, ad andatura cittadina. L' autista sbaglia strada.
bagagli frecciabianca roma falconara
A quel punto i passeggeri imbestialiti organizzano l' autogestione, devono quasi tutti andare a Senigallia che a quell' ora da Falconara non è più raggiungibile. L' autista (stremato) acconsente. Si arriva in stazione dopo la mezzanotte.
Se volete il rimborso dovete farvi vivi. Voi, non Trenitalia. In America vi sarebbe arrivato un pari biglietto a casa, in Giappone si sarebbe dimesso il vertice, in Italia avete diritto alla metà. Più di tre ore di ritardo non valgono il prezzo del biglietto.
La vostra pretesa a viaggiare non viene rimborsata.