DAGOREPORT
ALESSANDRO DI BATTISTA
Le liste delle nomine saranno depositate dal Mef di Gualtieri, domani mattina. Finora, non c’è ancora nessuna ufficialità sulle nomine. I nomi di cui siti e giornali hanno scritto sono quelli che Rocco Casalino ha fatto trapelare ai suoi amici dell’Ansa.
Quindi, in teoria, fino a domani, può succedere di tutto. Se la fronda sovranista anti-Descalzi guidata da Alessandro Di Battista riuscisse stasera a moltiplicarsi di firme contro il potere delle nomine di Fraccaro e Crimi, potrebbero saltare tutte le nomine. Dibba non attacca direttamente Di Maio ma la ”macchina di potere” di Fraccaro e Crimi risponde direttamente a Luigino.
LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BY LUGHINO
Per coprire il polverone di Dibba, Di Maio ha chiesto a Crimi di spararne una grossa. E subito il capo politico del Movimento 5 Stelle ha dichiarato che “si valuterà il commissariamento della Lombardia”. Conte, letta la scemenza, si è incazzato: da quando un partito può chiedere il commissariamento di una regione?
RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA
Ovviamente quella di Di Battista è una polemica strumentale: non gliene frega niente di Descalzi, mira solo a conquistare il movimento. Aggiungere la sua battaglia contro il famigerato Mes che oggi, con l’intervista del tedesco Rangling al Corriere, che ha ribadito che per il Recovery Fund occorre una negoziazione da sei mesi a un anno, e dunque per l’Italia (e Conte) è uno schiaffo da ko.
Caricato a palla, il Che Guevara di Roma Nord sta tentando il colpo di mano per prendersi il movimento che è sempre più spaccato.
Davanti a un movimento di scimmie al volante, Grillo non apre bocca, l’Elevato sta alla finestra e come Ponzio Pilato se ne lava le manine.
RIVOLTA TRA I GRILLINI
ALESSANDRO BARBERA E ILARIO LOMBARDO per la Stampa
DESCALZI GRILLO
Doveva vincere l' ala governativa dei Cinque Stelle e perdere le donne, che nemmeno questa volta otterrebbero niente più che posti da presidente, quelli spesso definiti i suonatori di campanello. La trattativa andava avanti sottotraccia da settimane, la formalizzazione delle nomine nelle grandi aziende pubbliche va fatta entro lunedì - ultimo giorno utile in vista dell' assemblea di Eni - e i giochi sarebbero fatti.
L' emergenza coronavirus aveva derubricato la faccenda a problema minore. Eppure sul filo del traguardo il dossier ha preso una piega delicatissima per i Cinque Stelle: Alessandro Di Battista e un folto gruppo di dissidenti vuol far saltare il compromesso con il Pd e un nuovo mandato per Claudio Descalzi ad amministratore delegato di Eni.
stefano donnarumma
Lo schema discusso a lungo nei palazzi prevede infatti che il Movimento digerisca la conferma in blocco dei quattro amministratori delegati di Eni, Enel, Leonardo e Poste, ovvero Descalzi, Francesco Starace, Alessandro Profumo e Matteo Del Fante. Il compromesso più difficile era appunto quello sul gruppo petrolifero: il numero uno è sotto il tiro per alcune indagini e in particolare quella della Procura di Milano che l' accusa di conflitto di interessi a proposito di una società fornitrice di Eni in Congo riconducibile alla moglie.
luigi di maio vito crimi
Se la lista circolata in queste ore venisse confermata, la vendetta del Movimento sarebbe comunque amara: presidente diventerebbe Lucia Calvosa, professore di diritto Commerciale a Pisa, già membro del consiglio di amministrazione di Tim e del Fatto Quotidiano, il giornale che ha fatto una campagna contro Descalzi.
Accuse rilanciate ieri sera in un lungo post sulla pagina Facebook di Alessandro Di Battista e - in calce - la firma più di venti fra ex ministri (Barbara Lezzi e Giulia Grillo), parlamentari ed europarlamentari (fra gli altri Maria Edera Spadoni, Massimo Bugani, Ignazio Corrao, Michele Giarrusso, l' espulso Gianluigi Paragone).
Michele Crisostomo
Raccontano nel Movimento che in queste ore Di Battista chiami i deputati uno ad uno per chiedere di allungare la lista del dissenso. Un modo abile per far apparire qualunque no come il sì ad un ignobile compromesso. Non è detto che il blitz riesca, ma è la conferma che ormai dentro ai Cinque Stelle non c' è più un vertice riconosciuto.
riccardo fraccaro
Il gruppo dei dissidenti è lo stesso che ha firmato il documento contro il compromesso sul fondo Salva-Stati di Giuseppe Conte. A Palazzo Chigi ieri il nervosismo era palpabile.
Oggi a comandare nel M5S sono coloro i quali ricoprono cariche di governo: su tutti il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro.
E' lui ad esempio lo sponsor del presidente designato di Enel Michele Crisostomo, già avvocato a Clifford Chance, anch' egli in passato lambito da una indagine per ostacolo alla vigilanza come consulente esterno del Monte dei Paschi. A proposito della disastrata banca senese: presidente sarà Patrizia Grieco, voluta nella scorsa tornata di nomine da Matteo Renzi ad Enel e amministratore Guido Bastianini, già numero uno di un' altra banca disastrata, Carige.
luigi ferraris terna
A conti fatti - se si escludono le riconferme - i Cinque Stelle otterrebbero due presidenze e due posti pesanti da amministratore delegato: Stefano Donnarumma (vicino a Fraccaro, dall' azienda dell' acqua di Roma Acea a Terna) e Paolo Simioni da Atac a Enav.
Nella guerra delle poltrone soccombe a Terna Luigi Ferraris, uno dei più stimati fra quelli in uscita: per lui potrebbe esserci la poltrona di Donnarumma ad Acea. Per compensare invece il filotto degli uomini nelle cariche operative, al posto dell' attuale numero uno dei servizi segreti Luciano Carta (indicato per la presidenza di Leonardo) potrebbe essere nominata Elisabetta Belloni, attuale segretaria generale della Farnesina. Sempre che il blitz di Di Battista non faccia saltare tutti gli equilibri.