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Alessia Conzonato per www.corriere.it
Apartire dal primo gennaio 2023 il governo ridurrà le accise sui pacchetti di sigarette, ma aumenterà quelle sul tabacco trinciato. Un emendamento presentato alla legge di bilancio in discussione in Commissione alla Camera propone di ridurre il costo delle sigarette, che generalmente hanno un prezzo di 5 euro, da 20 a 10-12 centesimi. Secondo le stime, l’operazione farà perdere alle casse dello Stato circa 48 milioni di euro, che l’esecutivo intende recuperare aumentando il prezzo delle buste di tabacco per le sigarette «fai da te» fino a 40 centesimi.
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RIVISTI GLI AUMENTI DELLE SIGARETTE
Dopo due anni senza che la tassazione subisse aumenti, saranno quindi rivisti i prezzi delle sigarette con un piano triennale: dagli attuali 23 sarebbe dovuto passare a 36 euro per mille pezzi nel 2023, a 36,50 euro per la stessa quantità nel 2024 e, infine, a 37 euro a partire dal 2025. Il che si sarebbe tradotto in un aumento di 20 centesimi a pacchetto nel 2023 e ulteriori 10-15 centesimi negli anni successivi. Rincari che avrebbero riguardato anche le sigarette con dispositivi di riscaldamento, con circa 10-15 centesimi in più nei prossimi quattro anni.
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Le stime del governo hanno calcolato che tutta l’operazione avrebbe portato a un guadagno superiore ai 100 milioni di euro. Le modifiche riducono i prezzi in questo modo: nel 2023 saranno 28 euro (invece di 36) per mille sigarette, 28,20 euro (invece di 36,50) nel 2024 e 28,70 euro (invece di 37) nel 2025. Si riduce, così, anche la previsione di entrata: meno 48,61 milioni di euro nel 2023, meno 42,37 milioni per il 2024 e meno 46,6 milioni di euro a partire dal 2025.
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COSTO DEL TABACCO
Il governo ha intenzione di pareggiare il saldo negativo aumentando il costo delle confezioni di tabacco trinciato. L’aliquota di base salirà dal 59 al 60% a partire dal 2023, con un’accisa minima che da 130 arriva a 140 euro al chilogrammo. Aggiungendo questa modifica alla manovra, la Ragioneria di governo si attende un gettito maggiore di 50,1 milioni di euro a partire dal prossimo anno, tenendo di conto anche una possibile flessione delle vendite, come è stata registrata nei primi dieci mesi dello scorso anno (-3,3%). La misura dovrebbe avere complessivamente un costo neutro, di circa 1,5 milioni di euro il primo anno, 7,7 milioni il secondo e 3,5 milioni nel 2025.