Giovanna Vitale per la Repubblica -Estratti
ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE
Regalare il centro alla destra? Fatto. È quel che è accaduto in Basilicata, dove le conflittualità locali associate a quelle dei leader nazionali hanno portato all’esclusione di Azione dal perimetro della coalizione progressista.
Complice lo stop del M5S ad Angelo Chiorazzo, il candidato governatore suggerito da Roberto Speranza, Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno infine chiuso l’accordo sull’oculista Domenico Lacerenza, il nome alternativo indicato dal re delle cooperative bianche per ritirarsi dalla corsa.
ROMANO PRODI ELLY SCHLEIN
Scelta che però ha scatenato un putiferio tale — sul territorio e nel Pd — da costringere la segretaria dem a un supplemento di riflessione e lo sfidante in pectore a frenare: «Sono stato catalputato in questa impresa, mi servono 24 ore per orientarmi», le parole a caldo del primario.
Preludio, si vocifera, a una possibile ritirata. Sospinta sia dall’indignazione popolare per un candidato «calato dall’alto», sia dalle proteste di Carlo Calenda, infuriato con Schlein: «L’avevo sentita poco prima dell’annuncio e non si è neppure disturbata a comunicarmelo. Ormai è chiaro che la leadership del centrosinistra ce l’ha il capo dei 5S.
ELLY SCHLEIN E CARLO CALENDA - FIACCOLATA PER NAVALNY IN CAMPIDOGLIO
Ha messo un veto sulle forze riformiste, recepito dal Pd», accusa l’ex ministro dello Sviluppo. Pronto ora a «valutare» il sostegno a Vito Bardi, l’uscente di rito forzista che è «un moderato europeista, un uomo delle istituzioni, non il Trux», ovvero l’uomo imposto da Meloni in Sardegna. Anche se è più probabile che, se i giochi non si riapriranno, il segretario di Azione lancerà in pista Marcello Pittella, l’ex governatore lucano in realtà già proposto alla coalizione, ma respinto con perdite. Perciò poi Calenda avrebbe deciso di rompere.
Un mezzo pasticcio, che ha subito riacceso i malumori all’interno del Pd. Sebbene nella squadra dei negoziatori ci fosse Davide Baruffi, responsabile Organizzazione del partito e braccio destro di Stefano Bonaccini, l’area riformista è di nuovo in subbuglio. Lorenzo Guerini, in missione a Ramallah, ha risposto lapidario ai tanti che l’hanno chiamato allarmati per l’estromissione dei centristi: «Una scelta incomprensibile, una conventio ad escludendum non solo sbagliata, ma anche dannosa».
giuseppe conte elly schlein foto di bacco (2)
Per la prospettiva nazionale, soprattutto: la costruzione di uno schieramento ampio, in grado di gareggiare alla pari con il centrodestra. Lo dice chiaro il potentino Salvatore Margiotta, prendendo in prestito lo slogan di Schlein: «Testardamente unitari per me vale anche per Azione e Iv. Tenerli fuori in Basilicata è un grave errore politico, oltreché masochismo elettorale ».
Posizioni che rilanciano la critica sempre contestata alla segretaria dal correntone di Bonaccini: schiacciarsi sul M5S non fa bene ai Dem e nemmeno al campo dell’alternativa perché, senza i moderati, il centrosinistra è più debole.
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carlo calenda foto di bacco
Un tumulto che Schlein non può ignorare. Tanto da far filtrare, alla fine di una giornata di passione, un messaggio teso a rassicurare: «Nessuna preclusione ad allargare la coalizione, ancora una volta il Pd farà valere le ragioni dell’unità». Tuttavia la strada appare in salita.
Anche perché Conte non sembra aver voglia di tornare sui suoi passi. «Noi non esprimiamo veti, nel nuovo corso c’è una politica col sorriso», si schermisce il capo grillino presentando il libro di Michele Ainis con Romano Prodi, «ma è difficile se devi lavorare con leader che dichiarano che il loro obiettivo non è una competizione sana, ma distruggere il M5S». Ci pensa il fondatore dell’Ulivo a rispondergli a tono: «Se volete vincere dovete mettervi d’accordo, se volete perdere continuate così».
ROMANO PRODI E ELLY SCHLEIN CONTE SCHLEIN DOMENICO LACERENZA carlo calenda foto di bacco (2) DOMENICO LACERENZA elly schlein giuseppe conte foto di bacco