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    SEDUTO IN QUEL CAFFE’, IO NON PENSAVO A TE… - “29 SETTEMBRE”,  SCRITTA DA MOGOL E BATTISTI NEL 1966, MA PORTATA AL SUCCESSO DALL’EQUIPE 84, RESTA UNA DELLE CANZONI SIMBOLO DELLA MUSICA ITALIANA, SIA PER LE SONORITÀ CHE RICHIAMAVANO LA PSICHEDELIA SIA PER IL TESTO CHE RACCONTA DI UN ADULTERIO -  IL TESTO SAREBBE AUTOBIOGRAFICO (IL 29 SETTEMBRE È IL COMPLEANNO DELLA PRIMA MOGLIE DI MOGOL) - VIDEO


     
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    Simona Marchetti per corriere.it

     

    lucio battisti mogol lucio battisti mogol

    Le sonorità innovative, che richiamavano la psichedelia, e il testo che trattata un argomento fino a quel momento tabu (ovvero, l’adulterio) hanno fatto di «29 Settembre» una delle canzoni simbolo della musica italiana. Considerato ancora oggi il battesimo del beat in Italia - non a caso venne soprannominato il «Sergeant Pepper’s» tricolore - il brano è stato scritto e composto da Giulio Rapetti (in arte Mogol) e Lucio Battisti nel 1966 e in un primo momento venne proposto a Gianni Pettenati, che però non era convinto delle sue potenzialità e così rifiuto di interpretarlo.

     

    Equipe 84 Equipe 84

    L’Equipe 84

    Quando Maurizio Vandelli, leader dell’Equipe 84, sentì per la prima volta «29 Settembre», capì subito che sarebbe stata un successo e fece subito pressione su Mogol e Battisti perché gliela cedessero. A marzo del 1967 l’Equipe 84 - che in quel momento era all’apice della popolarità, forte anche dell’investitura di John Lennon che l’aveva definita «la band italiana più in linea con i tempi» - pubblicò la sua interpretazione del brano che conquistò il primo posto della classifica italiana, dove rimase cinque settimane. «29 Settembre» è stata la prima canzone di Battisti a essere interpretata dalla band, seguiranno poi «Nel cuore, nell’anima», «Ladro» ed «Hey ragazzo».

     

    La versione inglese

    lucio Battisti e mogol lucio Battisti e mogol

    Sempre nel 1967 l’Equipe 84 realizzò anche una versione inglese del brano di Mogol-Battisti, dal titolo «29th September» (il testo venne tradotto da Tommy Scott). Uscita come 45 giri nel Regno Unito e negli Usa, la canzone è stata reinterpretata dai britannici The Bevis Frond nel 1993 ed è stata poi ripubblicata nel 2008 per la compilation «Let’s Ride» dedicata alla psichedelia europea.

     

    BATTISTI E MOGOL BATTISTI E MOGOL

    Il testo

    Come detto, il testo di «29 Settembre» racconta di un tradimento, consumato con leggerezza e senza pentimento o senso di colpa da parte del protagonista. La storia si volge in due giornate consecutive: nella prima, il 29 settembre appunto, il protagonista conosce una ragazza in un bar e i due passano la serata insieme; il giorno dopo, il 30 settembre, lui si sveglia, pensa alla compagna e si precipita a telefonarle per dichiararle il suo amore, come se la notte prima non fosse successo niente. Negli anni sessanta l’adulterio era considerato una sorta di tabu e difficilmente sarebbe potuto diventare il tema centrale di una canzone, ma Mogol e Battisti sovvertirono i canoni dell’epoca, anticipando di fatto la rivoluzione sessuale del Sessantotto

    EQUIPE 84 EQUIPE 84

     

    Il titolo

    Mogol ha sempre sostenuto che il titolo del brano si riferisce a un giorno qualunque e che quindi è stato scelto senza una motivazione particolare. In realtà il 29 settembre è il compleanno della prima moglie, Serenella De Pedrini, cosa che ha spinto molti critici a ritenere che il testo possa essere autobiografico.

     

     

    Equipe 84 Equipe 84

    La versione di Battisti

    A marzo del 1969 Battisti decise di incidere una sua interpretazione di «29 Settembre», che venne poi inclusa nell’album di debutto «Lucio Battisti». Rispetto alla versione dell’Equipe 84, quella del cantautore è decisamente più classica e meno sperimentale: oltre ad aver eliminato l’annunciatore del giornale orario, non più ritenuto necessario, Battisti sceglie anche una strumentazione più tradizionale, con chitarre, basso e flauti, ma senza batteria. Nel corso degli anni «29 Settembre» è stata reinterpretata da moltissimi artisti, fra cui Mina (1975), i Dik Dik (1989), Ornella Vanoni (2001) e i Pooh (2008).

     

     

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