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    RIMPASTO AL POMODORO – PERCHÉ LA DELEGA DELLA SICUREZZA DI GIUSEPPE CONTE È STATA AFFIDATA AL FRATELLO DI UN DEPUTATO DI FDI? – C’È CHI LA VEDE COME L’ENNESIMO SEGNALE DI FUMO DEL M5S AL PARTITO DI GIORGIA MELONI, CHE GIÀ HANNO FIRMATO INSIEME IL PROGETTO DI LEGGE PER LA NAZIONALIZZAZIONE DI BANKITALIA – DOPO LE ESPULSIONI AL SENATO, LA MAGGIORANZA POTREBBE PRESTO AVERE BISOGNO DI RINFORZI


     
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    Luigi Galleano per www.lettera43.it

     

    GIORGIA MELONI NERO DI WHATSAPP GIORGIA MELONI NERO DI WHATSAPP

    Mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini continua a rosicchiare consensi agli alleati di governo del Movimento cinque stelle, a Palazzo Chigi c’è una notizia che sta tenendo banco da giorni e che secondo fonti autorevoli potrebbe essere un indizio per leggere il futuro rimpasto dell’esecutivo di Giuseppe Conte.

     

    Con le Europee in vista, con la Lega che potrebbe portare a casa un risultato superiore al 30% e i 5 stelle sotto al 20, e lo spettro di una manovra correttiva per i dati sempre più desolanti del nostro quadro economico, a destare stupore è stata la scelta di affidare la delega della Sicurezza del presidente del Consiglio al fratello di un deputato di Fratelli D’Italia, carabiniere di lungo corso.

     

    L'AVVICINAMENTO DI FDI AL M5S

    di maio di maio

    Si tratta di Francesco Cirielli, generale dell’Arma, già nel Sismi per volere dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante i vecchi governi di centrodestra, fratello di un onorevole noto per aver messo nel 2005, Silvio regnante, il suo nome sulla legge riguardante la prescrizione. È lui a gestire direttamente tutti gli spostamenti e la sicurezza del presidente del Consiglio.

     

    A detta dei soliti ben informati si tratterebbe di una mossa per iniziare a fare entrare il partito di Giorgia Meloni nelle stanze dell’esecutivo, una sorta di primo ambientamento. Una mossa preparatoria, insomma, per ritornare a quei governi di centrodestra nel vecchio stile che tanto piace a un Cavaliere tornato alla ribalta negli ultimi mesi.

     

    EDMONDO CIRIELLI EDMONDO CIRIELLI

    Del resto, già da settimane circolano retroscena su un possibile rimpasto di governo dopo le elezioni europee, magari dovuto a una scissione imminente tra i 5 stelle, sempre più alle strette dopo i passi falsi del vicepremier Luigi Di Maio sull’autorizzazione a procedere sul caso Diciotti da cui Salvini è uscito indenne e vincitore.

     

    luigi di maio berlusconi salvini meloni luigi di maio berlusconi salvini meloni

    LA BATTAGLIA COMUNE PER NAZIONALIZZARE BANKITALIA

    I segnali di fumo tra i grillini e i meloniani ormai non si contano più. In commissione Finanze alla Camera è arrivato negli ultimi giorni il testo di legge, prima firmataria proprio la leader Meloni, dove viene proposta la nazionalizzazione della Banca d'Italia. La relatrice è una deputata del Movimento 5 stelle, Francesca Anna Ruggiero.

     

    Un fatto insolito, come alcuni giornali non hanno mancato di far notare, che segna l'avvicinamento del M5s a Fratelli d'Italia, ma che è in continuità con gli attacchi di Di Maio a palazzo Koch. «Riportiamo l'Istituto in mani pubbliche», ha commentato esultante Ruggiero, sottolineando il valore, in termini di democrazia, del rappresentare in commissione un testo presentato dall'opposizione.

    giancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni

     

    LE APERTURE DI PATUANELLI AL PARTITO DI GIORGIA MELONI

    D'altra parte il testo presentato da Meloni ricalca quasi completamente l’art. 4 della proposta presentata dai grillini presentata il 18 aprile 2016. Insomma vanno d’amore e d’accordo. Già a gennaio Stefano Patuanelli, capogruppo dei pentastellati al Senato, aveva spiegato di essere pronto ad accogliere nuovi voti di altre forze politiche per rinsaldare una maggioranza ora appesa a quattro voti. «Non c’è nessun tabù verso Fratelli d’Italia, così come per nessun’altra forza politica», dichiarò Patuanelli.

     

    giorgia meloni salvini di maio giorgia meloni salvini di maio

    Dopo le espulsioni dei due senatori grillini, Gregorio De Falco e Saverio De Bonis, messi alla porta dai probiviri per dissenso sulla fiducia al governo, c’è da tempo un serio problema su come tenere a bada la compagine di Palazzo Madama. Anche sul territorio, per esempio a Piacenza, una pattuglia di grillini è entrata in forza dentro il partito di Meloni. Aveva incominciato prima di tutti Walter Rizzetto, ex parlamentare pentastellato, ora coordinatore di Fdi in Friuli Venezia-Giulia. Insomma, i segnali di una prossima intesa ci sono tutti.

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