Valentina Santarpia per www.corriere.it
matteo renzi conferenza stampa di fine 2015
Non raggiungerà il record delle conferenze stampa di fine anno di Putin- l’ultima è durata 3 ore e 40 minuti- ma il punto di fine anno di martedì mattina con i giornalisti fatto dal premier Matteo Renzi è stato piuttosto lungo e intenso, al punto che lo stesso presidente del Consiglio ha scherzato sulla possibilità di farsi «liberare dalla Folgore»: due ore e mezza, in cui Renzi ha parlato di riforme, Pil positivo, riduzione delle tasse, occupazione in crescita e nuovo protagonismo internazionale.
Un Renzi sicuro di sé e dei suoi risultati, che ammira Bergoglio, esibisce con orgoglio un Paese «solido e stabile» che si è rimesso in moto, nega ogni rimpasto di governo, ma ammette: «Se perdo il referendum costituzionale, ritengo chiusa la mia esperienza politica». Il finale dell’appuntamento è da tradizione: «Vi voglio augurare di cuore i migliori auspici per un 2016 scoppiettante», chiude Renzi.
I SUCCESSI DELL’ITALIA
L’entusiasmo per i risultati raggiunti «non significa che vada tutto bene», dice Renzi, fiero di appartenere alla «prima generazione di politici senza vitalizi», «ma ricordando quanto succedeva due anni fa, possiamo dire che quella legislatura era una legislatura che non riusciva neanche ad eleggere il presidente della Repubblica. L’Italia torna ad essere un Paese che segna la vittoria della politica contro il populismo: elezione del capo dello Stato, riforme costituzionali, con la prima grande operazione di autoriforma dall’interno, la questione dell’immigrazione, quella della scuola».
matteo renzi conferenza stampa di fine 2015
«SARÀ IL MIO ULTIMO INCARICO PUBBLICO»
«Se il 2015 è stato l'anno delle riforme, il prossimo sarà l'anno dei valori: questa legge di Stabilità è una legge che mette soldi sulla cultura, sul servizio civile, sui valori appunto. L'indice di fiducia dei consumatori e degli imprenditori è altissimo. Un anno fa era venti punti più basso. Stiamo migliorando tutto quello che può essere migliorato, anche partendo dall'impegno personale: siamo un Paese pieno di energie vitali, io sto facendo il presidente del Consiglio, è il mio ruolo ultimo come personaggio pubblico, e quindi mi rendo conto che quello che mi sta a cuore non è chi fa cosa e quando, ma la percezione che il Paese si rimetta in moto». Lo strumento principale per ridare la fiducia ai cittadini, per Renzi, è l'ultima legge di Stabilità, che dà risorse a diversi ceti- «non una legge di marchette e mancette»- ma non si fa frenare dall'indebitamento: «Il debito va giù il prossimo anno. Dopo dieci anni il debito va giù», dice convinto Renzi.
IL BILANCIO DEL 2015
matteo renzi conferenza stampa di fine 2015
«Il 2015 è andato meglio del 2014: meglio delle nostre previsioni, lo dice la realtà dei fatti. È stato un buon anno, un segno che finalmente torna ad essere positivo. Un anno fa mi interrogavate sulla crisi e la stagnazione dell'Italia, ora finalmente il Pil torna a crescere, +0,8%. Si diceva un anno fa: il Jobs act non sarà mai approvato, e invece è stato approvato, e il tasso di disoccupazione è ancora alto, ma in calo rispetto allo scorso anno. Oggi ci sono più tutele e più posti di lavoro.
Un anno fa si diceva che non c'erano i numeri per la legge elettorale, e invece l'Italicum è legge: è stata l'operazione più complessa, ma è stato un capolavoro», ribadisce Renzi. «Gli 80 euro per le forze dell'ordine e la cancellazione della Tasi per la prima casa sono già realtà», ricorda Renzi. A proposito delle riforme costituzionali, molti avevano parlato di «flop istituzionale»: «Ma ragionevolmente a gennaio si voterà in maniera definitiva, e a ottobre 2016 ci sarà il referendum».
matteo renzi conferenza stampa di fine 2015
L'anno scorso si parlava di Italia invasa dagli immigrati: «Oggi ci sono meno immigrati dello scorso anno, il problema è diventato europeo, e questo è un risultato che non ci rende soddisfatti, ma ci permette di avere gli strumenti per togliere alcuni grandi luoghi comuni». L'anno scorso si dubitava della Pubblica amministrazione riformabile: «Ora è legge, e da gennaio ad agosto tutti i decreti saranno attuati». Sulla scuola non cambierà niente, era la critica della fine del 2014: «Ma adesso la buona scuola è legge, e ovviamente nel 2016 si darà il via alle deleghe». I soldi alla cultura?
«Per la prima volta sono in aumento». Infine, l'Italia che non conta niente sulla politica estera? «L'Italia negli incontri con l'Iran non c'era, ora partecipa a tutti i vertici». Infine, il Mezzogiorno: «Credito d'imposta, Bagnoli, Ilva, Salerno-Reggio Calabria, Napoli-Bari, i tavoli di crisi aperti ovunque: ho l'impressione che chi ci diceva che avevamo dimenticato il Sud si è dimenticato qualcosa»
matteo renzi conferenza stampa di fine 2015
L'EMERGENZA SMOG: «IN ARRIVO 20 MILA CENTRALINE ELETTRICHE»
A segnalare al premier i «vuoti» dei suoi risultati sono i giornalisti, radunati nella nuova Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati: tra i primi c'è l'ambiente. Renzi rivendica la legge contro i reati ambientali e il collegato ambientale. E rispetto alla questione smog, «segnalo che l'Italia è il Paese dopo il Giappone dove si vive più a lungo», ricorda Renzi, pur ammettendo che c'è ancora molto da fare. «Le centraline segnalano degli sforamenti su Pm 10 e polveri sottili, ma questi sforamenti dipendono da molte cause, il traffico è solo una».
Per questo «ci siamo dati un impegno: dalle poco meno di 2000 vorremmo passare a qualcosa come 20 mila colonnine di ricarica elettrica, per fare una mobilità sostenibile. Il rinnovo degli autobus è un altro pezzo. L'efficientamento energetico negli alloggi popolari è un altro. L'Italia ha ridotto le emissioni negli ultimi 25 anni di almeno un quarto, non tutti i Paesi europei hanno fatto la stessa cosa, non dico che vada bene, ma da qui a sostenere che ci sia un governo che passeggia su 68 mila morti, come fa Grillo, c'è una bella differenza».
PERDITA DEI CONSENSI? «SE SI VOTASSE OGGI, VINCEREMMO AL PRIMO TURNO»
matteo renzi conferenza stampa di fine 2015
Renzi non teme le amministrative, né i sondaggi, né la competizione con i Cinque Stelle: «Io so che sull'immigrazione la posizione presa dall'Italia può averci fatto perdere consensi, come il Jobs act, ma non sono ossessionato dai sondaggi, tutte le settimane guardo piuttosto i dati della grande distribuzione. E comunque i sondaggi dicono che questo Pd ha lo stesso indice di gradimento che aveva prima delle elezioni europee del 2014, il dato di fatto è stato che noi abbiamo preso il 40, loro il 20. I Cinque Stelle vanno molto forti nei sondaggi, poi le elezioni sono un'altra cosa», minimizza Renzi.«Se dovessi fare una previsione per il 2018 direi che vinciamo al primo turno», anticipa il premier.
«Noi abbiamo rispetto di tutti e non abbiamo paura di nessuno: il Pd governa più territori di quelli che abbia mai governato. Naturalmente, le primarie saranno primarie vere: a Milano il 7 febbraio, a Roma a marzo». Il Pd «ha una comunità che va a votare- rivendica ancora il premier- non fa meccanismi tipo: 'Espelli il senatore che non ti piace', o 'Scopri il candidato all'ultima cena ad Arcore'», ironizza Renzi. «Il Pd non si preoccupa delle casacchine, ma candida i migliori: abbiamo appoggiato Pisapia, appoggeremo Zedda a Cagliari». E comunque, ricorda il presidente del Consiglio, si eleggeranno i sindaci, non «il primo ministro». Senza rinvii: «A Roma si va a votare nel 2016, intorno al 10 giugno si voterà per il prossimo sindaco: il Pd se la giocherà, e il prossimo sindaco farà meglio di quello precedente», assicura Renzi.
matteo renzi conferenza stampa di fine 2015
IL SALVABANCHE: «CHI È STATO TRUFFATO AVRÀ I SUOI SOLDI»
Il caso delle quattro banche salvate dal governo: solo l'inizio di un rischio sistemico del sistema bancario italiano? Renzi nega: «La questione delle banche è una vicenda molto seria, noi abbiamo a cuore il destino di quelle persone che hanno subito dei danni e che sono state truffate: faremo di tutto perché possa avere indietro i suoi soldi. Ma la verità è che non c'è rischio sistemico per le banche italiane, che non cambierei il nostro sistema con quello tedesco neanche sotto pagamento, abbiamo un risparmio privato straordinario, e se ci sono delle questioni noi non chiederemo nessuna deroga all'Unione europea. Certo, esiste un grande tema, quello della trasparenza: se le fanno firmare 47 documenti, fa più fatica a capire che le stanno facendo firmare qualcosa di rischioso».
Commissione di indagine o di inchiesta? Renzi glissa: « Se parliamo degli ultimi anni in Italia, scandali bancari ci sono stati, ma è interessante capire chi può chiamarsi fuori da una serie di vicende: le forze politiche che fingono di essere state su Marte, erano in Parlamento e magari anche agli sportelli bancari».
matteo renzi conferenza stampa di fine 2015
Gli striscioni contro il governo ad Arezzo? Renzi non si stupisce:«C'è un tentativo di strumentalizzazione come se le questioni bancarie fossero colpa del Pd, e non a caso si parla di Etruria e non di altre banche». Il punto vero, per Renzi, «è che in Italia ci sono state troppe banche, anche di paese: e se vogliamo dare una mano ai risparmiatori e agli investitori, dobbiamo avere il coraggio di fare provvedimenti come quello sule popolari». E «se ci sarà da ricorrere in Corte di giustizia ricorreremo, se pensiamo ci siano state violazioni nelle regole Ue».
LE UNIONI CIVILI: «NO A STRALCIO DELLA STEPCHILD ADOTION»
Sul terreno delle unioni civili si arriverà allo scontro o a un compromesso? «Effettivamente non è nelle slide perché non siamo riusciti ad approvare la legge nel 2015, non siamo riusciti a tenere il tempo e il ritmo giusto», ammette Renzi. Che però è sicuro che verrà portata a casa nel 2016 e pensa che il tema vada «epurato da ragioni di politica stretta: anche dentro il Pd ci sono molte divisioni su questo tema, anche dentro il Pd e dentro Forza Italia.
ENZO IACOPINO MATTEO RENZI ALESSANDRA SARDONI
Da segretario del Pd farò in modo che sarà un dibattito, quello che si apre a gennaio, che sia il più chiaro e franco possibile: non c'è però alcun collegamento con le amministrative, né con le questioni legate al governo. Penso che bisogna lasciare a tutti la possibilità di esprimersi: io personalmente penso che la civil partnership sia un fatto di giustizia, dignità ed equità». Renzi anticipa anche che «non ci sarà lo stralcio della stepchild adoption, mentre per quanto riguarda «mi auguro che il provvedimento venga approvato nel 2016». «Metterò sui diritti la stessa energia che ho messo nelle riforme. Non solo unioni civili, ma ius soli, servizio civile per tutti».
REGOLE UE: «LE RISPETTIAMO TUTTE, MA L'EUROPA SBAGLIA»
L'Italia chiede un cambio delle regole Ue? «No, noi le rispettiamo tutte», ribadisce Renzi che non teme il giudizio dell'Europa. «Abbiamo rispettato tutte le regole europee. L'Italia non chiede sconti, non chiede saldi, non è al discount, ma chiede che le regole europee valgano per tutti», spiega Renzi commentando la richiesta di flessibilità sul bilancio pubblico. «C'è un solo Paese che non ha rispettato il 3% quando ha fatto la riforma del lavoro: è la Germania», ha aggiunto il capo del Governo. Che Bruxelles accolga le richieste italiane sulla flessibilità sulla legge di Stabilità «lo darei per scontato», ribadisce Renzi. Che però non rinuncia ad una stoccata nei confronti della politica europea: l'Europa «cresce meno perché ha scelto un politica economica sbagliata: la politica di Obama ha portato l'America fuori dalla recessione, quella europea no. Non è stata scelta la strada giusta, quella di flessibilità, crescita e investimenti».
SPENDING REVIEW IN ATTIVO, MA «DI TASSE SI PARLA NELL'ESTATE NEL 2016»
enzo IACOPINO
«Vorrei che riuscissimo a guardare ancora una volta i numeri: come spending `lorda´ l'Italia ha fatto una riduzione di 12,3 miliardi sulla revisione sui ministeri (poi magari sono stati messi su altri capitoli di spesa perché si ritiene di dover investire sulla card per i 18enni), 5,4 miliardi sulle Regioni» anche grazie «al minore aumento del Ssn», 2 miliardi sulle Province, e 1,2 sui Comuni», sostiene Renzi. Questi risultati preludono ad una riduzione delle tasse? Renzi non si sbilancia: «Abbiamo già individuato un percorso che vede Irpef, Irap, Ires e la questione delle pensioni come assi di intervento, ma non sarebbe serio da parte mia dare adesso i dettagli, perché non sono ancora definiti: la discussione vera sarà nell'estate del 2016».
LE PENSIONI: «NON LE TOCCHEREMO»
«Abbiamo evitato di intervenire sulle pensioni perché il rischio di fare un pasticcio era elevato: ma nel 2016 sicuramente discuteremo. Una cosa sono le pensioni d'oro, un'altra quelle sui 2000 euro. In passato si sono fatte riforme importanti ma una parte delle modifiche successive a rimediare agli errori di quelle riforme ha creato una situazione come quella che conosciamo: una parte dei vantaggi delle riforme è stata mangiata dalle salvaguardie successive. Noi quindi non tocchiamo le pensioni degli italiani, ovviamente se ci sarà da fare interventi sulle pensioni d'oro, sarà fatto, ma dopo un lungo dibattito».
L'ORDINE DEI GIORNALISTI: «LO ABOLIREI»
I toni del dialogo di Renzi con i giornalisti sono, nel corso dell'incontro, generalmente pacati, a volte ironici. L'unico vero scontro è quello con il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino. «Schiavitù, barbarie, ridicolo»: sono questi i drammi che vive il mondo del giornalismo, secondo Iacopino. «La schiavitù non è solo di chi viene nel nostro Paese e sfruttato nelle campagne del Sud, che è illegale e può essere sanzionata, mama anche quella tollerata dei 4920 euro che percepisce ogni anno un giornalista nel ricco Nordest. E al Sud è anche peggio, un euro per articolo, quando e se viene corrisposto.
PENSIONI
È un'emergenza democratica nel mondo dell'informazione, un'emergenza vera- insiste Iacopino - Non devono esserci denari pubblici per gli editori che non prevedono pagamenti giusti per i giornalisti». L'invito del presidente dell'Ordine dei giornalisti Iacopino al presidente del Consiglio è quello di combattere questo tipo di schiavitù, ma anche di combattere la barbarie dei giornalisti arrestati, come Francesco Cangemi, 81 anni, condannato per diffamazione a due anni e 11 mesi e 16 giorni di carcere. Infine, l'appello a riformare l'Ordine, «regolato da una legge che ha 19297 giorni, una legge che detta modalità di accesso e rappresentanza che non corrispondono all'attuale quadro dell'editoria».
«Non rimanga in silenzio sul furto dei sogni dei giornalisti di tante età e sul furto di informazioni ai cittadini», chiede Iacopino. Un appello che il premier però rispedisce al mittente: «Non condivido le sue parole, non credo che ci sia piaggeria o schiavitù, non credo che ci sia barbarie, lo dico con estremo rispetto per lei e i colleghi, io sarei per abolire l'Ordine, non ho mai fatto niente in questo senso perché penso che ci sia bisogno di grande prudenza da parte del governo. Rispetto all'equo compenso, mi farò carico di verificare lo stato di attuazione degli accordi», chiosa Renzi.