ORIANA FALLACI
Laura Montanari per “la Repubblica”
Tribunali e avvocati adesso sono alle spalle, l’erede universale, il custode della memoria e degli scritti di Oriana Fallaci è lui, il nipote: Edoardo Perazzi, 49 anni, figlio primogenito della sorella Paola.
La parola fine alle discussioni e ai veleni familiari sulla contestata autenticità della firma sul testamento in cui la celebre scrittrice, indicava come unico erede Edoardo, l’ha stabilita il tribunale di Firenze, pochi giorni fa, quando il gip Angelo Pezzuti ha disposto l’archiviazione: «Il fatto non sussiste ».
edoardo perazzi
Sono stati anni di accuse, di gelo e di livori. «Una vicenda dolorosa e triste, — dice adesso Edoardo — direi anche inutile perché i testamenti negli Stati Uniti non si fanno sui foglietti, vengono stipulati davanti a un pubblico ufficiale e ai testimoni.
ORIANA FALLACI
Mia madre Paola e mio fratello Antonio con quell’esposto hanno fatto aprire l’inchiesta alla magistratura, sono stato indagato per truffa, ho avuto la guardia di finanza a casa mia a Milano alle 7 di mattina per una perquisizione, ma sono sempre stato tranquillo. Dispiaciuto, ma tranquillo». Chiama la zia, “l’Oriana” e spiega: «Detestava farsi chiamare in altro modo e col carattere che aveva… bastava poco per farla infuriare».
fallac01 edoardo perazzi
Lei adesso cosa farà?
«Ho diversi progetti, con la Rizzoli stiamo mettendo a punto un piano editoriale. Per esempio a me piacerebbe pubblicare il carteggio delle lettere fra l’Oriana e Indro Montanelli che negli Anni ’80 si erano messi in testa di scriversi per fare poi un libro, ma arrivati alla sesta missiva litigarono e tutto si interruppe. Poi abbiamo degli inediti…»
ORIANA FALLACI
Inediti di che genere?
«Racconti brevi, tante lettere, saggi, appunti. Oriana non buttava via niente. Di un’intervista poteva avere quattro o cinque bozze che si differenziavamo di pochissimo, anche soltanto di qualche parola. Scriveva a macchina, detestava i computer, ci sono fogli sbianchettati e fogli con righe di correzioni incollate sopra».
Dove teneva questi scritti, nella casa di New York o in quella di Firenze?
alessio bonciani e edoardo perazzi
«Quasi tutto a New York. La casa di Porta Romana l’aveva data a mia madre insieme alla proprietà di Greve in Chianti. Ma la prima è stata venduta subito e le cose che c’erano dentro sono state disperse, una volta mi chiamò un giornalista per dirmi che c’erano degli scritti di Oriana a un’asta negli Stati Uniti, venivano da Firenze… »
Cosa ha provato quando è tornato nell’appartamento di New York?
«All’inizio è stato terribile, c’era ancora il suo profumo e l’odore delle sue sigarette in mezzo a tutti quei libri, quegli appunti, i nastri registrati. Trovai anche il manoscritto di Lettera a un bambino mai nato , si trovava in un cassetto di biancheria intima. Era datato 1967, non 1975 come lei diceva in giro.
FALLACI OGGI
Raccontava che il direttore dell’ Europeo gli aveva commissionato un’inchiesta sull’aborto, ma che lei un giorno si presentò per dire che avrebbe scritto un libro. In realtà in famiglia confessava altro, a me diceva che aveva avuto un aborto l’anno stesso in cui sono nato io. Quel manoscritto che ho recuperato, un quadernetto a fiori di quelli che piacevano molto a Oriana, con la copertina rigida, è datato 1967: Letter to neverborn child ».
Quindi quell’aborto di cui si parla nel romanzo non si può collegare al legame con Panagulis?
«Proprio no».
Trasformerà la casa di New York in un museo?
ORIANA FALLACI
«No, una parte l’ho affittata. L’appartamento ha costi di mantenimento molto alti. E poi Oriana non ci aveva mai fatto lavori, io l’ho fatto risistemare. Una parte la tengo per me, lì dentro ci sono ancora molte delle sue cose, eccetto i libri».
Ecco, i libri dove si trovano?
«I libri antichi sono stati in gran parte regalati da Oriana all’università Lateranense, un fondo più addomesticato e controllato di lettere e scritti li aveva lasciati alla Boston University.
Altri che ho ereditato io li ho messi in un fondo alla Rizzoli dove possono essere consultati da studiosi e ricercatori. Del resto la Rizzoli era una delle sue case, lì ho ritrovato che persone che lavoravano con lei e che lei strapazzava con quelle sue ruvidezze.
FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO
È stato un lavoro lungo quello di archiviare tutti gli appunti, le lettere che riceveva, i nastri registrati e le cose che scriveva. Ho anche lasciato il mio lavoro nella moda per dedicarmi a tempo pieno ai progetti per far conoscere Oriana alle nuove generazioni, per far capire la complessità di quella persona che alcuni oggi vorrebbero liquidare come una profetessa dell’anti-islam».
Lei cosa pensa delle posizioni di Oriana dopo l’11 settembre?
«Quello che penso io non conta. Bisogna leggere le cose che ha scritto, la conoscenza che aveva del mondo arabo e del Medio Oriente per capire il percorso che l’ha portata a quelle posizioni».
FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO
Torniamo ai progetti editoriali.
«Pubblicheremo a novembre un libro sulla sua amicizia con Pierpaolo Pasolini, lei da subito non credette all’omicidio borgataro ma alla pista politica. Poi mi piacerebbe anche ripubblicare una sua lunga intervista a Marcello Mastroianni o una raccolta di certi suoi primi articoli per L’Europeo.
Sono stato da poco a Los Angeles perché vorrebbero fare un film sulla sua vita, altri vorrebbero portare a teatro Lettera a un bambino mai nato .Una volta mi chiese di accompagnarla in Svezia da Ingmar Bergman che voleva fare un film da quel libro.
Era un ristorante molto elegante, io venni lasciato al bar perché non avevo la cravatta, al tavolo c’era anche Liv Ullmann. Vidi arrivare Bergman e dieci minuti dopo lo vidi uscite infuriato, avevano già litigato e lei gli tirava dietro i piatti. Stessa cosa accadde con Robert De Niro, le appese il telefono in faccia: lui voleva fare un film, lei voleva controllare sempre ogni cosa, scrivere per esempio la sceneggiatura, così finiva a litigare con tutti».
Edoardo, nel pescare fra i ricordi lei torna spesso sul carattere difficile di sua zia. Come è riuscito a entrare così in sintonia da spingerla a vedere in lei l’unico erede?
FIRMA SUL TESTAMENTO DI ORIANA FALLACI
«Io ho studiato in America, andavo spesso a trovarla, mi lasciavo maltrattare, subivo le sue sfuriate, sono corso da lei quando stava male. Le volevo bene».
la giovane Oriana