Estratto dell’articolo di Sara Martinenghi per https://torino.repubblica.it/
VIOLENZA DOMESTICA
Un padre autoritario, ossessivo, accusato di pesanti maltrattamenti fisici e psicologici, come botte e offese atroci, sia verso la moglie che verso i figli. Li picchiava se prendevano un brutto voto a scuola, se rifiutavano il cibo, se non condivideva un loro atteggiamento o comportamento.
Avrebbe percosso «con ceffoni sul viso» un figlio di 10 anni «perché infastidito dalla sua dislessia». Avrebbe sottoposto a punizioni, fin dal 2016, il primogenito (ora di 23 anni) «vietandogli di uscire di casa», mentre avrebbe «colpito con pugni e schiaffi su tutto il corpo, e costretto la figlia di 17 anni costringendola a rivelargli la password del proprio cellulare per poter controllare le sue frequentazioni, insultandola pesantemente». Mentre a quella di 15 anni avrebbe rivolto epiteti come «chiattona» e «cicciona di m.», «devi digiunare», punendo anche lei con la violenza.
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Inoltre avrebbe costretto tutti i suoi familiari a negare i maltrattamenti, costringendoli a registrare le dichiarazioni rese ad assistenti sociali o a ufficiali di polizia giudiziaria per accertarsi che non lo mettessero nei guai. Nei primi giorni di agosto è stata disposta nei confronti dell’uomo, torinese di 45 anni, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare.
[…] l’uomo nega le violenze: si sarebbe trattato solo di condotte severe, per il desiderio che i figli andassero bene a scuola e rispettassero le regole familiari. L’ordinanza della gip Giovanna Di Maria ricostruisce il clima di violenza tra le mura domestiche […] L’indagato «abitualmente insultava, mortificava e umiliava la moglie davanti ai bambini, per poi aggredirla con calci, pugni in testa, mani al collo, con atti così gravi e brutali che alla fine la donna non ha avuto altra scelta che fuggire di casa (in una comunità protetta) insieme ai figli».
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L’uomo «non pago, mortificava e umiliava costantemente anche i figli, arrivando a colpirli pesantemente, punendoli per lo scarso rendimento scolastico o per i primi agiti di libertà sessuale». Il suo atteggiamento era «ossessivo e controllante», avrebbe continuato a imporre la propria presenza a casa nonostante il tribunale per i minorenni avesse già emesso un provvedimento a tutela dei minori dopo che una delle figlie aveva mostrato i lividi a un’insegnante, terrorizzata per ricevuto un brutto voto a scuola […]
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[…] La verità sarebbe emersa dopo lungo tempo perché avrebbero tutti avuto paura di lui, tanto da aver prima negato i maltrattamenti subiti. Solo fuggiti di casa, in una comunità protetta, avrebbero raccontato le aggressioni subite fin dal 2014.
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