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    10, 100, 1000 BERTE’ - SELVAGGIA: “DA X FACTOR A MASTERCHEF: NELLE GIURIE DEI TALENT LE DONNE O NON CI SONO, O SONO IN MINORANZA, O SONO UOMINI - UNICA ECCEZIONE, CASA DE FILIPPI: LA BERTE’ FAREBBE INDIETREGGIARE ANCHE L’ISIS”


     
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    Selvaggia Lucarelli per il “Fatto Quotidiano”

     

    morgan fedez morgan fedez

    I nuovi assunti, grazie ai mirabolanti effetti del jobs act, ci sono eccome. Inutile diffondere notizie infamanti sui dati delle nuove assunzioni, perché c’è un settore che non conosce crisi: le giurie dei talent.

     

    Ogni anno, tra alzatori di palette, coach, polemici a gettone, luminari di canto, tango argentino, pattinaggio e trippa alla romana, c’è un tasso di occupazione e opportunità che neanche durante la febbre dell’oro. Per non parlare poi di sostituzioni e campagne acquisti che infiammano dibattiti e groupie di giurati, specie quando ci sono addii storici come quello di Morgan a X Factor.

     

    Un addio sofferto ma ampiamente previsto, grazie al quale Sky conta di risparmiare almeno centomila euro a puntata, di cui 50 di Redbull e altri 50 di ansiolitici e benzodiazepine per autori, assistenti e costumisti di Morgan. Del resto, Morgan era il Pippo Civati di X Factor .

    mika fedez mika fedez

     

    Dopo anni in cui se ne stava seduto in tv raccontando a tutti quanto gli facesse schifo la tv come Civati è rimasto anni nel Pd raccontando a tutti quanto gli facesse schifo il Pd, s’è finalmente tolto dalle balle. Non ci è dato sapere se anche lui finirà tra le braccia di Vendola, ma considerato che è stato anni con Asia Argento, con uno che è lucido a sprazzi dovrebbe trovarsi piuttosto bene.

    skin skunk anansie skin skunk anansie

     

    In compenso, per l’addio della Cabello, s’è fatto ben poco rumore. È vero, è stata poco incisiva ma c’è anche da dire che per farsi largo tra Mika, Morgan e Fedez più che molta personalità serviva un carro armato sovietico. Serviva, forse, anche molto più banalmente essere un uomo.

     

    Perché non so se ci avete fatto caso, ma nelle giurie dei talent, tranne rare eccezioni, le donne o sono in minoranza o sono innocue o sono uomini. C’è uno strisciante e forse poco consapevole maschilismo per cui in un ruolo che richiede autorevolezza e credibilità alla fin fine i produttori vedono meglio gli uomini.

    skin skin

     

    Prendiamo X Factor. Inizialmente le donne c’erano pure ma o avevano un’età grazie alla quale sarebbero state autorevoli pure nel parlare di smalto permanente (Maionchi e Claudia Mori) o erano cantanti che fanno più visualizzazioni su Instagram con i loro selfie davanti alla cabina armadio che su youtube coi loro video musicali (Tatangelo) oppure donne che capivano di musica quanto io di plusvalenza, ovvero Simona Ventura, che infatti aveva il ruolo di quella che non capiva nulla di musica ed era pure una donna, quindi giù tutti a darle della scema incompetente. Così come ad Arisa, macchietta naif durata quanto la povera Cabello.

    elio travestito da morgan xfactor elio travestito da morgan xfactor

     

    Una Cabello sola in mezzo ai tre degli uomini più egoriferiti del pianeta dopo Hitler, Renzi e Steve Jobs. Quest’anno, non a caso, accanto a Elio, Fedez e Mika, ci sarà Skin, che comunque è lesbica dichiarata e anche solo a guardarla, se dovessi chiedere una mano per un trasloco, chiederei più a lei che a Mika.

     

    Per la cronaca, nelle versioni americane e inglesi di X Factor le cose vanno un po’ diversamente. In quello inglese le donne sono sempre state la metà della giuria e tutte con esperienze musicali importanti (da Nicole Scherzingher a Mel B) e in quello americano edizione 2013 il mitico Simon Cowell era addirittura in compagnia di ben tre donne: Demi Lovato, Paulina Rubio e Kelly Rowland. A The Voice le cose non vanno molto meglio.

     

    LOREDANA BERTE' AMICI LOREDANA BERTE' AMICI

    Se l’anno scorso le donne erano due (Carrà e Noemi), quest’anno Raffaella è stata sostituta da ben due uomini (Facchinetti padre e figlio), per cui al momento ci sono quattro coach uomini e una sola donna, Noemi. A Masterchef non ne parliamo neanche. Noi donne, angeli del focolare, nei talent sulla cucina ci trasformiamo nell’anticristo.

     

    Siamo quelle che fanno trovare la cena pronta, ma se c’è da giudicare come cucinano gli altri, non siamo abbastanza autorevoli. E così, dal prossimo anno, alla triade rigorosamente al maschile Cracco-Barbieri- Bastianich si aggiunge pure Cannavacciuolo, perché noi donne siamo da paletta dei dolci, loro da paletta da giudici.

     

    loredana berte con dostoevskij loredana berte con dostoevskij

    In Masterchef Junior invece, tra due uomini, spunta fuori la madre di Joe Bastianich, ma giusto perché i concorrenti sono bambini e lì una donna nelle vesti di mamma è nel suo ruolo. In Italia ’s got talent prima gli uomini erano due (Scotti e Zerbi assieme alla De Filippi che comunque è la classica femmina rassicurante quanto Carminati nel cda di Alitalia), ora con la Zilli e la Littizzetto la situazione è decisamente più equilibrata, sebbene Bisio e Matano siano i veri mattatori del gruppo.

     

    DE FILIPPI BERTE DE FILIPPI BERTE

    Infine, c’è Ballando con le stelle che in giuria vede la bellezza di quattro uomini (Canino, Zazzaroni, Amargo, Mariotto) e un’unica donna, Carolyn Smith. Ora, è vero che la chioma scalata effetto Charlie’s Angels di Zazzaroni vale almeno tre presenze femminili, ma anche lì non si capisce perché le donne siano iconograficamente destinate a tutù e scaldamuscoli, ma non a voti e paletta.

     

    UNICA VERA eccezione sono i talent defilippiani, da Amici a Tu sì que vales, in cui di donne, dalla Ferilli a Mara Venier, non solo ci sono, ma sono anche ben più ficcanti dei vari Argentero o di Francesco Renga, che quest’anno, seduto col suo cardigan da cena in baita e la faccia di quello che sta lì ma preferirebbe dedicarsi allo sminamento del Sinai, è decisamente fiacco.

     

    BERTE' BERTE'

    E poi diciamolo: se è vero che gli uomini non ci vedono abbastanza autorevoli per fare i giudici e se ci piazzano in un talent siamo lì giusto per fare colore come le ministre renziane, è anche vero che con il recente arrivo di Loredana Bertè nella giuria di Amici, giustizia è stata fatta. Cazzuta, politicamente scorretta, impopolare e lucida al di là di ogni previsione, potrebbe avere un contraddittorio con chiunque, dal rapper Briga a Matteo Salvini e li annienterebbe comunque. Fosse per me io la manderei anche in Libia a trattare col governo.

     

    Se poi dovesse allungare fino a Sirte, secondo me la Bertè, magari un po’ incazzata perché da quelle parti il califfo ha proibito alcol e sigarette, farebbe indietreggiare pure l’Isis. E in fondo, non è per niente una cattiva idea: con la Bertè rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la Mogherini giudice ad Amici, secondo me il Paese ci guadagnerebbe pure.

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