Selvaggia Lucarelli per il Fatto Quotidiano
massimo sebastiani
A raccontare la morte di Elisa Pomarelli, la ventottenne piacentina uccisa dal suo amico agricoltore Massimo Sebastiani, ci si muove su un terreno scivoloso. Lo sanno bene i tanti giornali che sono inciampati, in questi giorni, in narrazioni infelici ("il gigante buono", "l' ha uccisa per amore") o in ricostruzioni il cui il succo della vicenda pare quasi essere "Eh però anche lei, illuderlo così".
Massimo Sebastiani non era buono, ma forse piuttosto un' acqua cheta, un uomo i cui modi semplici lasciavano presupporre una bontà d' animo che evidentemente non c' era. Non amava Elisa, perché l' amore contiene in sé un' infinità di sfumature ma non "ammazzare una donna in un pollaio". Elisa non sarebbe colpevole della sua morte pure se l' avesse illuso. Pure se fosse stata la più subdola manipolatrice del piacentino.
Massimo Sebastiani aveva 45 anni, ben 17 più di Elisa, era un uomo adulto, poteva sganciarsi da Elisa quando voleva. O forse no, perché per lasciar andare bisogna saper amare, e Massimo Sebastiani sapeva fare molte cose - arare, allevare, costruire recinti e spaccare la legna - ma amare proprio no. Era però "un uomo semplice", dicono in paese. Lo ripetono anche i giornali, come un mantra stupito, come se nell' apparente bonarietà di un contadino, non si possa nascondere un mostro che strangola una donna come fosse una gallina.
selvaggia lucarelli
Fanno male, però, a indignarsi sui social o nelle sedi di qualche associazione femminista se si ricorda che per tanti, in paese, "Massimo era un uomo semplice".
I pregressi degli assassini vanno raccontati sempre e non solo quando sono aderenti con l' azione turpe.
"C' era da aspettarselo" avrebbe allontanato da una grande verità: spesso, chi uccide, è un insospettabile. Le ossessioni, le dipendenze affettive possono deflagrare improvvisamente e le donne devono imparare a riconoscere i segnali, a non fidarsi neanche di quello mansueto, che però non riesce a elaborare un rifiuto.
Viene in mente "Quattro Formaggi", il personaggio di Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti. Il fesso del paese che diventa un brutale assassino. E quindi cerchiamo di capire chi fosse davvero questo Massimo Sebastiani. Alcuni video in cui si vede lui che spacca armadi a mani nude ce lo mostrano come una sorta di Hulk di campagna. Si mormorava di un suo bunker segreto e della sua capacità sovrumana di vivere nei boschi in modalità Rambo piacentino. Alla fine si è fatto arrestare piagnucolando, era rimasto a vagare nei paraggi, come uno sbandato qualunque.
massimo sebastiani
C' era poco di leggendario. Caso chiuso dunque. E invece mica tanto. Perché Massimo Sebastiani fino al 25 agosto sarà stato pure un sempliciotto, ma dopo aver ucciso Elisa, un suo piano sgangherato per sfangarsela lo ha messo in piedi. Sgangherato perché non aveva arguzia né strumenti per ideare una via d' uscita solida, ma intanto il sempliciotto recupera quel raziocinio che dice di aver perso nel pollaio e prova a costruire le prove della sua innocenza. Ricostruendo senza fronzoli la vicenda e attenendosi solo al provvedimento di fermo infatti, viene fuori che: alle 8:35 del mattino del 25 agosto Sebastiani invia un messaggio a Elisa che lui chiama "Taty" ("Buongiorno Taty, io sto arando un po', alle 12/1230 sono da te"). Poi lui acquista 4 listoni di legno che carica nel bagagliaio, da cui spuntano (le telecamere dell' autostrada li mostrano chiaramente). Pranzano in osteria. Alle 14:10 vanno a casa di lui.
Le telecamere di un' azienda che effettua lavorazioni meccaniche e che confina con la sua cascina, riprendono una parte dei fatti. Massimo ed Elisa entrano nel pollaio alle 14:11 e lui alle 14:31 ne esce con Elisa sulle spalle, forse morta. Riparte in macchina. Dal bagagliaio i listoni di legno non sporgono più, quindi li ha scaricati.
elisa pomarelli massimo sebastiani
Si ferma dal benzinaio, gli dice: "La mia ragazza non ha voluto fare un giro con me, vado a lavorare". Incontra il padre della sua ex fidanzata, Silvio Perazzi, attualmente indagato per favoreggiamento. Va al bar. Alle 16:48 invia un whatsapp a Elisa: "I listoni per la cassetta li ho trovati Taty scusa se mi sono arrabbiato". In realtà quando Massimo è andato a prendere Elisa i listoni li ha già comprati e spuntano dal bagagliaio, quindi Elisa li aveva visti. Più tardi brucia degli oggetti nel pollaio. Alle 18:57 invia un messaggio vocale a Elisa: "Taty rispondi dai quando riesci". Poi raggiunge l' amica E., con cui cena e a cui dice di non aver visto Elisa quel giorno. A lei aveva parlato della sua ossessione per Elisa e sempre a lei, una settimana prima dell' omicidio, aveva scritto dei messaggi in cui diceva di volersi suicidare per i suoi fallimenti sentimentali.
elisa pomarelli
Quella sera, dopo cena, Massimo sparisce per poi essere ritrovato il 7 settembre poco distante dalla casa del suo amico Perazzi (arrestato perché lo avrebbe aiutato a nascondersi). E Perazzi la mattina del 3 settembre riferirà di aver trovato nella posta due manoscritti lasciati lì da Sebastiani. In uno c' era scritto: "Domenica eravamo alla casetta poi lei mi fa vedere una busta: se la custodiamo ci danno molti soldi. Abbiamo fatto una discussione, poi lei se ne è andata in autostop poi verso sera son tornato a piedi e ho sentito: dov' è la roba?
elisa pomarelli
Sono scappato a piedi". Insomma, Sebastiani ha inviato messaggi a Elisa che era già morta per confondere le acque, ha mentito a varie persone per crearsi un alibi, ha (forse) inguaiato un amico che (forse) l' ha aiutato, ha nascosto il corpo di Elisa, ha lasciato la famiglia di lei sospesa in quel dolore incerto per due settimane. Abbiamo visto assassini più sempliciotti di lui.
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