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    SELVAGGIA LUCARELLI IN DIFESA DI DILETTA LEOTTA: “QUALCUNO DA CASA HA RITENUTO CHE LA SUA EVIDENTE MISE DA TENUTARIA DI BORDELLO COLOMBIANO NON FOSSE CONSONA AL MESSAGGIO NELLA GIORNATA CONTRO IL BULLISMO. E SONO INIZIATI I TWEET STIZZITI. MA IO LA DIFENDO PERCHE'...”


     
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    selvaggia lucarelli selfie sulle tette selvaggia lucarelli selfie sulle tette

     

    Estratto dell’articolo di Selvaggia Lucarelli per il “Fatto quotidiano”

     

    Sembrava destinato a diventare il primo festival delle donne. Il primo Sanremo in cui gli uomini erano accessori al pari delle fioriere a bordo palco. Il primo Sanremo in cui l’unica presenza femminile fissa sul palco, la De Filippi, si cambia svogliatamente un paio di volte e più per evitare l’ascella pezzata che per vanità. Per non parlare della Mannoia, accolta sul palco come la Loren sul lungomare di Mergellina.

     

    diletta leotta a sanremo diletta leotta a sanremo

    A questo clima di rinascita del femminismo, andrebbe aggiunta l’involuzione di Carlo Conti da conduttore a valletta. Carlo lo sa, l’ha capito che Maria l’ha fatto fuori. Ha intuito che è destinato fare la fine di Maurizio Costanzo, ovvero “scanzite che la tv la faccio io”. Sbiancherà di puntata in puntata finché alla finale non sarà color Dellera. La sua faccia racconta bene il dramma. Sarà il clima “C’è posta per te” che si respira sul palco, ma Carlo Conti ha l’espressione mesta del vecchietto che va da Maria per ritrovare l’amore di gioventù prima di partire per il fronte e l’amore di gioventù, seduta davanti alla busta, fa : “E chi cazz' è ‘sto vecchio?”.

    diletta leotta a sanremo diletta leotta a sanremo

     

    Sembrava davvero filare tutto a meraviglia, per noi donne. Mancava solo la Boldrini in coppia con Albano. Poi è arrivata Diletta Leotta e in dieci scalini e 5 minuti di intervento è finito tutto all’aria. Siamo passati dal rinascimento rosa al cupo medioevo senza neppure avere il tempo di dire “Che ciofeca la canzone della Ferreri!”.

     

    La ragione dell’involuzione è stata la seguente: Diletta Leotta ha parlato di cyberbullismo e del furto delle sue foto nuda, dicendo bisogna reagire e che non bisogna aver paura. Solo che ahimè, ha ritenuto di non doverlo fare con la muta termica da immersioni notturne ma in abito da sera. Un abito con lo spacco, addirittura. (...)

     

    MARINELLA VENEGONI CONTRO DILETTA LEOTTA MARINELLA VENEGONI CONTRO DILETTA LEOTTA

    E siccome quel giorno era la giornata nazionale contro il bullismo ma pure quella nazionale degli webeti che invece cade tutti i giorni dell’anno, qualcuno da casa ha ritenuto che la sua evidente mise da tenutaria di bordello colombiano non fosse consona al messaggio. Sono cominciati i tweet stizziti. Eh ma questa vuole la privacy però va sul palco mezza nuda. Eh certo, si vede proprio che quelle foto le hanno dato fastidio. Eh ma se sei traumatizzata non te ne vai in giro così. (...)

     

    SCAZZO TRA CATERINA BALIVO E DILETTA LEOTTA SCAZZO TRA CATERINA BALIVO E DILETTA LEOTTA

    E il vero dramma è che nella trappola del commento sessista sono cascate pure tante donne. Per esempio Caterina Balivo che ha scritto (approvata da migliaia di utenti) che “non puoi parlare della violazione della privacy con quel vestito e con la mano che cerca di allargare lo spacco della gonna”. O la modella curvy Elisa D’Ospina che l’ha redarguita: “Non fai la morale facendo intravedere la patata!”. Ma anche il giornalista Mediaset Gabriele Parpiglia che ha commentato: “Parla di violenza subita ma nello stesso tempo allarga la gonna, canta, ride e si veste come Jessica Rabbit!”.

     

    Con loro, tante ragazze comuni, tanti uomini, tanta variegata umanità che fatica a liberarsi di certe zavorre retrograde e nauseanti. Le zavorre, spesso inconsapevoli, di quella mentalità maschilista per cui l’autorevolezza di una donna e del suo messaggio si misura in base alla lunghezza del suo spacco. La Leotta non può chiedere di essere lei a decidere cosa mostrare del suo corpo, se indossa un abito sexy.

     

    diletta leotta a sanremo diletta leotta a sanremo

    Chiunque indossi un abito sexy non ha diritto alla privacy, non può sposare la lotta al cyberbullismo, non può dichiararsi ferita dalla diffusione di foto private. Se la Leotta vuole essere presa sul serio deve mettere la cuffietta da quacchera, magari un filo di Labello sulle labbra e un paio di Birkenstock ai piedi. Altrimenti che non rompa i coglioni. Anzi, vista la provocazione di ieri sera secondo me le andrebbe hackerato di nuovo l’icloud, che magari c’è qualche aggiornamento di lei sul bidè. Questa è la mentalità.

     

    DILETTA LEOTTA DILETTA LEOTTA

    E il dramma è che spesso non c’è neppure consapevolezza. Io non credo che la Balivo (che poi, va detto, ha chiesto scusa) e molte altre donne come lei si siano rese conto del messaggio che stavano lanciando, perché sono donne che hanno interiorizzato il patriarcato, che hanno assorbito la mentalità maschilista in cui siamo ancora irrimediabilmente immersi.

     

    diletta leotta diletta leotta

    Quella per cui non puoi chiedere rispetto, se non allunghi l’orlo della gonna. Non puoi fare la morale, se con quel vestito susciti pensieri immorali. Non puoi decidere neppure se le tue foto nuda debbano rimanere nel tuo cellulare, se ci fai vedere mezza coscia su un palco. Ecco. E’ per questo che ho apprezzato ancora di più la Leotta e la sua scelta di parlare di temi così “femminili” e di non incarfagnirsi. (neologismo che sta per “mortificarsi esteticamente come la Carfagna per acquisire credibilità"). Ha chiesto rispetto senza piegarsi a questo genere di mentalità. Ed è quando le daremo ragione senza chiederle due bottoni in più sul decollete, che sarà vera rivoluzione. Per ora, possiamo tornare a sfregare le pietre per accendere il fuoco.

    ELISA DOSPINA CONTRO DILETTA LEOTTA ELISA DOSPINA CONTRO DILETTA LEOTTA diletta leotta diletta leotta diletta leotta diletta leotta

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