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    “SEMBRAVA UN CRAMPO E, INVECE, SONO SALVO GRAZIE A UN’ANGIOPLASTICA” – LO SCRITTORE NAPOLETANO MAURIZIO DE GIOVANNI RACCONTA LA SUA TERRIBILE ESPERIENZA CON IL LONG COVID: “È AVVENUTO TUTTO IN POCHI MESI, PRIMA L’INFEZIONE A FEBBRAIO E POI QUELL'INSULTO INASPETTATO AL CUORE. I MEDICI MI HANNO SPIEGATO CHE IL VIRUS CONSERVA LA CAPACITÀ DI INFIAMMARE I VASI SANGUIGNI ANCHE DOPO LA GUARIGIONE E…”


     
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    Ettore Mautone per “il Mattino”

     

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    «Era di notte, faceva un gran caldo, ero a letto e mi sono svegliato con un dolore sordo tra lo sterno e la scapola sinistra, come un grosso crampo. Mia moglie ha subito capito e chiamato il 118».

    Era un infarto: a raccontare la sua esperienza di paziente è Maurizio de Giovanni, il noto scrittore partenopeo partecipa stamane a un incontro scientifico sul long Covid portando la sua testimonianza: «Sono stato ricoverato alcuni giorni al Cardarelli presso l'unità coronarica diretta da Ciro Mauro.

     

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    Bravissimi: mi hanno praticato un'angioplastica. Ora ho superato ma non posso fare a meno di pensare che tutto è avvenuto in pochi mesi, prima il Covid a febbraio e poi quell'insulto inaspettato al cuore, la notte del 13 luglio. A febbraio avevo avuto una tracheite e qualche decimo di febbre. I sintomi della variante Omicron, segni di infezione modesti anche grazie alle tre dosi di vaccino ma - mi hanno spiegato i medici - il virus conserva la capacità di infiammare i vasi sanguigni anche dopo la guarigione».

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    Long Covid e le conseguenze a breve e lungo termine dell'infezione dunque: a via Scaglione, presso la sede Damor, l'infettivologo Massimo Galli ed altri esperti di malattie cardiovascolari come Massimo Volpe primario alla Sapienza di Roma e presidente della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare, Ugo Trama responsabile delle politiche del farmaco della Regione Campania e Vincenzo Santagada, assessore alla Salute del Comune, accendono i fari sull'evoluzione della pandemia nel prossimo futuro.

     

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    LE CAUSE «Le cause di quello che chiamiamo long Covid - spiega Massimo Galli - non sono ancora completamente chiarite. Le ipotesi più accreditate, relativamente all'aumento di incidenza di eventi cardiovascolari acuti come ictus e infarti, registrati peraltro sin dalle prime ondate epidemiche, suggeriscono il persistere di un'infiammazione. Il long covid - conclude Galli - è comunque una sindrome complessa e con diverse altre manifestazioni cliniche». Il percorso per l'individuazione di trattamenti specifici per il Long covid è ancora lungo ma una prima risposta arriva da uno studio condotto su 1.390 pazienti pubblicato su Pharmacological Research. Dimostra l'efficacia della terapia a base di L-Arginina e Vitamina C liposomiale, integratori utilizzati nelle fasi acute dell'epidemia anche al Cotugno.

     

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    Il trattamento agisce sulla protezione dei vasi sanguigni e si è rivelato capace di migliorare i sintomi del long Covid e anche di ridurre i tempi di ospedalizzazione.

    La ricerca è stata coordinata da Bruno Trimarco docente emerito di malattie dell'apparato cardiovascolare alla Federico II, realizzata dal Consorzio Itme (International Translational Research and Medical Education), creato dalla Federico II in collaborazione con Gaetano Santulli, cardiologo esperto di endotelio dell'Albert Einstein Institute of Medicine di New York e il supporto di Damor, storica azienda del farmaco che ha sede a Napoli.

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    «Esistono prove concrete che la disfunzione endoteliale sia uno dei principali meccanismi alla base dello sviluppo della patologia grave da Covid - conclude Santulli - nel 2020, siamo stati i primi a dimostrare che manifestazioni sistemiche del Covid potevano essere spiegate da una disfunzione endoteliale preesistente correlata a ipertensione, diabete, tromboembolia e insufficienza renale, tutte presenti, in misura diversa, nei pazienti Covid».

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