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Bruno Ruffilli per "la Stampa"
Nell'intervallo del Super Bowl si sono esibiti Dr. Dre, Eminem, Kendrick Lamar, Mary J. Blige, Snoop Dogg, al termine del match hanno suonato i Foo Fighters. Solo che Dave Grohl e compagni non erano su un palco reale a Los Angeles come gli altri, ma su uno virtuale. Non è il primo live musicale nel metaverso; tra i più recenti ricordiamo Young Thug, David Guetta, i Chainsmokers.
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Che difficilmente si possono definire grandi successi: circa 150 mila visualizzazioni per il rapper americano, poco meno di un milione per il deejay francese, mentre del concerto dei Chainsmokers non c'è più traccia sul social network. Si trova invece qualche spezzone dell'esibizione di Justin Bieber dello scorso novembre, e pure il live di dicembre di BigMama, prima italiana a tenere un concerto interamente nel metaverso.
Anche quello non affollatissimo: certo, gioca la novità della piattaforma, e il fatto che per partecipare serve il visore di Facebook, Oculus Quest, un gadget non così popolare (né economico: parte da 349 euro). Cos' è il metaverso L'origine del termine metaverso risale alla novella Snow Crash (1992) dello scrittore cyberpunk Neal Stephenson, che lo usa per descrivere un mondo virtuale dove le persone trovano rifugio da quello reale, pieno di illusioni e violenze.
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È diventato uno dei temi più abusati nel mondo della tecnologia da quando, lo scorso ottobre, Facebook ha annunciato un radicale cambiamento di strategia: il social network è il passato, il futuro è il metaverso, tanto che anche il nome della casa madre è cambiato: oggi si chiama Meta. Nel metaverso, «potremo sentire la presenza degli altri, come se fossero lì, il loro linguaggio del corpo, le loro espressioni», ha spiegato Zuckerberg .
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I più scafati, e gli appassionati di videogiochi di ruolo online, ricorderanno però Second Life, il mondo virtuale nato nel 2003, che per qualche tempo sembrò incarnare la nuova frontiera del digitale. Pure l'entusiasmo degli investitori ricorda un po' quello che accompagnò, all'inizio almeno, il mondo virtuale creato dai Linden Labs, in California. Prima arrivarono le aziende legate al mondo dell'informatica, poi le altre, da Microsoft all'immobiliare Gabetti, da Armani all'agenzia Reuters (c'era anche La Stampa).
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E fu tutto un fiorire di lanci di nuovi prodotti, vetrine di lusso, concerti virtuali: tra i più discussi, U2, Suzanne Vega, Duran Duran. La scommessa di Warner Così, per non farsi trovare impreparata, stavolta Warner ha annunciato la creazione di un parco a tema musicale nel metaverso. È una delle più grandi case discografiche al mondo, quindi gli ospiti sono di primo piano: per ora Ed Sheeran, Bruno Mars, Dua Lipa e Cardi B, altri si aggiungeranno man mano. Perché il virtuale è uno dei futuri possibili della musica dal vivo: costa meno di un tour, ma rende molto di più.
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Permette anche interazioni inedite, come si è visto ad esempio su TikTok, dove i commenti degli spettatori diventavano fuochi d'artificio che accompagnavano l'esibizione di The Weeknd in versione avatar. Era l'agosto 2020, e a seguire l'evento c'erano milioni di persone. Ancora più clamoroso il caso di Travis Scott: 12 milioni di spettatori dal vivo per la sua esibizione sul popolarissimo gioco online Fortnite, dove il rapper di Houston era impersonato da un avatar alto come un grattacielo.
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Epic Games è andata ancora oltre: ha invitato Ariana Grande per un evento virtuale durato diversi giorni, integrato con la narrativa del videogioco. Ma già nel 2019, quando di pandemia ancora non si parlava, il set di Dj Marshmello su Fortnite è stato visto in diretta da oltre 10 milioni di persone. Un mondo di opportunità Di recente Ed Sheeran si è esibito in un live acustico su Pokémon Go, qualche mese prima era stato Post Malone in versione digitale a celebrare i 25 anni di Pikachu.
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Andando indietro nel tempo, bisogna citare almeno i Depeche Mode nei Sims, con un brano cantato nella lingua del videogioco, il Simlish (era il 2006), o Michael Jackson, che nel 1989 era protagonista di MoonWalker, appassionante avventura arcade con urletti e colonna sonora comprendente successi come Beat It e Bad.
Tornando ai Foo Fighters, il concerto, diretto da Mark Romanek, è stato concepito apposta per la realtà virtuale, con diverse videocamere a 180° e vari elementi digitali inseriti nella scena. Un esperimento, non privo di qualche incertezza tecnica, che tuttavia indica una strada chiara: oltre a essere un'opportunità economica, il metaverso è anche una possibilità di espressione artistica tutta da esplorare. E questo è solo l'inizio.
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