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    SENZA LIMITI - E’ TORNATO SUL PICCOLO SCHERMO IL RE DEL FROCIO-KITSCH -SEMPRE SCORTATO DAL CANE-PELUCHE FLORADORA, DAL QUALE APPRENDIAMO CHE “LA SIGNORA COLLI NON SOFFRE IL CALDO PERCHÉ SI CHIAMA OMBRETTA”, IL FOLLE-WOODIANO DOMANDA ALLA SALUZZI: “TU COSA CERCHI NELL’UOMO?” - IL MITICO AUTORE DI MIKE BONGIORNO, E’ ZUCCHERO PER ANZIANI IN CERCA DI COMPAGNIA LEGGERA…


     
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    PAOLO LIMITIPAOLO LIMITI PAOLO LIMITI E FLORADORAPAOLO LIMITI E FLORADORA

    Riccardo Bocca per "l'Espresso"

    Bisogna riconoscere, senza ironia, che Paolo Limiti è un italiano coraggioso. Ci vuole sprezzo del pericolo, infatti, per presentarsi al pubblico televisivo nell'anno 2012 e recitare una barzelletta in cui la gallina implora il Padreterno di donarle, testuale, «un sederino più grosso», o in alternativa di ridurre le dimensioni delle uova. Non meno audacia, d'altronde, serve a Limiti per flirtare in diretta con il cane-peluche Floradora, dal quale apprendiamo che «la signora Colli non soffre il caldo perché si chiama Ombretta».

    PAOLO LIMITIPAOLO LIMITI PAOLA SALUZZIPAOLA SALUZZI

    E avanti così, giorno dopo giorno, su Raiuno, alle 12. Non c'è puntata di "E state con noi", in cui il conduttore risparmi pennellate di kitsch, come l'intervista alla collega Paola Saluzzi dove le chiede «Tu cosa cerchi nell'uomo?», o l'esibizione di un'imitatrice ancora impantanata nelle ugole di Orietta Berti e Iva Zanicchi. Certo, è la difesa di Limiti, le sue trasmissioni sono zucchero per anziani in cerca di compagnia leggera, e al tempo stesso esaltano il flusso dei ricordi con il recupero di artisti e spettacoli strappati alla polvere.

    Ma resta il fatto che questo piccolo mondo antico, nel quale il sottinteso è che una volta i talenti erano più talenti e le emozioni più emozioni, viene esaltato con un eccesso di aneddotica e risatine che a lungo andare genera malinconia. D'accordo: al momento è meglio chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie, piuttosto che assistere all'involuzione del Paese, ma anche mummificarsi sulle note di "Mustafà" («Chéri io t'amo/chéri t'adoro/come la salsa del pomodoro») non aiuta. Soprattutto se si sta navigando nella terza o quarta età.

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