VIDEO - IL SERVIZIO DELLE ''IENE'' SU DON EURO, CHE SPENDEVA I SOLDI DELLA CURIA PER ESCORT, COCA E VIAGGI IN GIRO PER L'EUROPA
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Gli inquirenti hanno sequestrato venticinquemila euro da un conto corrente personale di don Luca Morini, conosciuto da tutti come don Euro. Secondo la procura e i carabinieri del nuclei investigativo e operativo, quei soldi sono provento di reati a danno di alcuni parrocchiani che il prelato aveva avvicinato. In pratica di truffe.
Invece di aiutare i poveri come prometteva, per l’accusa organizzava festini a luci rosse in hotel di lusso. Don Morini non ha saputo spiegare come mai avesse una cifra del genere e così è scattato il provvedimento su richiesta del pm Alessandra Conforti, accordato dal gip Antonia Aracri. La difesa del prete potrà chiedere lo scongelamento dei venticinquemila euro al riesame di Genova. Passerà del tempo, però.
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Ma perché gli inquirenti sono convinti che quella somma sia stata sottratta con una serie di raggiri ai fedeli che il don andava a trovare casa per casa? Sono stati loro a presentarsi in caserma e a raccontare quello che era successo. E a spiegare ai militari del nucleo investigativo quanto denaro avevano dato al religioso e soprattutto con quale motivazione.
L’impressione è che quei venticinquemila euro siano soltanto una parte dell’intero ammontare portato via ai parrocchiani con l’inganno. Perché in quel conto corrente ci sono altri soldi e forse non tutti hanno denunciato il raggiro. Probabilmente perchè si vergognano. Insomma, l’indagine va avanti con la speranza che si siano altre persone disposte a collaborare con la procura.
A fine maggio i militari hanno perquisito l’abitazione di don Morini. E in quell’occasione hanno portato via diversi documenti, tra cui carte che attestavano operazioni bancarie. Dagli approfondimenti sono emerse le incongruenze che aveva denunciato chi si sentiva truffato dal religioso. Erano stati sequestrati diversi documenti cartacei mentre non erano stati trovati né computer, né dischi di memoria esterni. Dopo la perquisizione, il prelato aveva raggiunto la caserma dei carabinieri con il suo legale.
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Ed era stato interrogato a lungo. A distanza di poco più di cinque mesi gli inquirenti hanno chiesto il sequestro della somma che sono sicuri sia frutto dei raggiri. Ma dal materiale trovato nell’abitazione emergono altri indizi, altro denaro entrato nella disponibilità di don Morini senza alcuna giustificazione. Ed è per questo che sono convinti che le denunce fatte siano ancora una minima parte di quelle che dovrebbero trovarsi sulla scrivania del sostituto procuratore Conforti.
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Lo scandalo è scoppiato nell’estate del 2015, quando alla stampa apuana viene recapitata una lettera. La firma un trentenne napoletano: è un gigolò e racconta che lui don Euro lo conosce. Il sacerdote - riferisce il giovane - si è finto magistrato e ha trascorso intere serate con lui. Festini, in alberghi lussuosi di Napoli, a base di tartufi e aragosta, sesso, alcol. La storia dalla stampa locale si conquista alcuni servizi delle Iene che danno al caso rilevanza nazionale. Il prete si difende e spiega che i soldi usati sono quelli di famiglia, ma è ben altra l’opinione dei parrocchiani di Fossone, ma anche di quelli di Montignoso, Caniparola, Giungaco. (d.d.)
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