Margherita De Bac per il Corriere della Sera
vaccino alle giovani donne
«Terza dose di vaccino tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Validità del green pass prorogata da 9 a 12 mesi». È la strategia per difendersi dal virus. Traccia le prossime mosse sulla scacchiera della pandemia Sergio Abrignani, immunologo, componente del comitato tecnico scientifico.
Come mai allungare la validità della carta verde?
«Le persone vaccinate per prime a gennaio, i medici, a settembre ottobre saranno a 9 mesi dalla doppia dose e tecnicamente il loro green pass non sarebbe più valido. È ragionevole prevedere una proroga a 12 mesi. La protezione del vaccino diminuisce ma si mantiene comunque alta»
Che dati abbiamo?
vaccino ragazzi
«In Israele si comincia a osservare che i vaccinati dopo 6-10 mesi si infettano più che dopo tre mesi, quando l’efficacia dei composti anti Covid è al 95%. Successivamente si abbassa all’80-85% nella capacità di evitare forme gravi di malattia e infezione».
La terza dose è una pratica comune?
«Sì, è prevista per tanti altri vaccini dell’età pediatrica, pensiamo soltanto a difterite, tetano, pertosse, epatite b, poliomielite, hemophilus, meningococco B: il calendario stabilisce due dosi distanziate di un mese e una terza a sei-otto mesi».
Perché deciderlo ora?
Vaccino anziani
«Ricordiamo da quale emergenza siamo partiti, solo in Italia morivano 15-18mila persone al mese. Quindi le prove cliniche di efficacia sono state disegnate con due dosi e una schedula vaccinale il più breve possibile, 3-4 settimane tra prima e seconda. Ora si pensa di dare la terza a 8-12 mesi circa»
È una contraddizione prorogare la validità del green pass e ammettere che dopo due dosi l’efficacia si abbassa?
«No, perché dopo due dosi la maggioranza è ancora protetta. Intanto però finiamo di immunizzare entro ottobre l’80 dei vaccinabili poi si penserà alla terza a fine anno o all’inizio del prossimo».
Alternative?
Vaccino anziani
«Non ce ne sono. Abolire il green pass, quindi tornare alle chiusure? Oppure, altra pazzia, abolire il passaporto verde e proclamare il liberi tutti? Ambedue soluzioni di fatto impraticabili. Quindi è molto ragionevole continuare a garantire ai vaccinati il pass sapendo che comunque la maggioranza è protetta».
Dare la terza dose senza evidenze scientifiche?
«Stiamo seguendo in diretta quello che succede in Israele dove si è osservato che la variante Delta infetta di più e che quelli che ricevono la terza dose sono meno contagiati. Sono evidenze raccolte in emergenza e basate ancora su pochi dati, ma è cosi che il virus ci costringe a inseguirlo».
Perché tanti cambi di marcia?
Sergio Abrignali
«Tutto viene ancora fatto in emergenza. Stiamo vivendo in diretta l’evoluzione di un virus che muta abbastanza e genera varianti. Siamo noi che inseguiamo lui. Dobbiamo farcene una ragione e abituarci a cambiare le decisioni in corso d’opera».
Chi riceverà la terza dose in via prioritaria?
«Secondo me, si seguirà più o meno la stessa tempistica: i sanitari dovrebbero essere i primi e uso il condizionale. Assieme ai fragili, ai pazienti persone con deficit del sistema immunitario o in chemioterapia. Poi si passerà agli over 60 che in Italia sono 18 milioni».
I guariti dovranno fare due dosi anziché una sola?
green pass ristorante 6
«È plausibile di sì. Nessuna risposta può essere data senza un margine di incertezza».
In Francia da settembre la terza dose verrà somministrata agli over 65. Partono prima di noi?
«Presto tutta l’Europa si adeguerà ancor pima che i dati siano definitivi».
Gli ultra 60enni non vaccinati sono 4-5 milioni. Li recupereremo?
«Bisogna distinguere gli esitanti, spero almeno la metà, che hanno dubbi e cercare di convincerli mostrando loro i dati di efficacia consultabili sul sito dell’Istituto superiore di sanità. Poi ci sono i no vax che, secondo me, non convinceremo mai perché si basano su certezze paranoidi di cui è difficile discutere. L’unico modo sarebbe l’obbligo, ma lo dico da ricercatore».
Bilancio dell’estate?
green pass ristorante 4
«Non è andata male. Ci aspettavamo entro agosto da 20-40mila casi al giorno. Invece ci siamo fermati a 7-8mila. Può darsi siano sottostimati ma anche se lo fossero saremmo lontani dal picco temuto. Adesso concentriamoci sul prossimo autunno quando le attività si svolgeranno al chiuso. Un virus molto diffusivo potrebbe dar luogo a tanti focolai».